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 2010  luglio 13 Martedì calendario

”L’ANTISTATO ANCHE NELLA MAGISTRATURA”

Ci sono diverse coincidenze, annota Luigi De Magistris, ex pm a Catanzaro, eletto europarlamentare Idv l’anno scorso, tra la sua vicenda, che possiamo chiamare ”giudiziaria” (includendovi le inchieste Poseidone, Why Not e Toghe Lucane e i procedimenti disciplinari di cui successivamente divenne oggetto) e i nomi che adesso emergono dalle inchieste sulle nuove lobby affaristiche. Dalle intercettazioni disposte dalla Procura di Roma, e da quelle che, prima di questa, videro protagoniste Firenze e Perugia, emerge una zona grigia di nomi che si ripetono. Coincidenze. De Magistris li mette in fila: ”Achille Toro, Arcibaldo Miller, Antonio Martone, Vincenzo Carbone...”. Spiega: ”Una delle battaglie che ho portato sempre avanti, e mi è costata parecchio è la questione morale all’interno della magistratura”. E fa un primo esempio: ”In questi giorni la Procura di Salerno, ha detto che la revoca del processo Poseidone e la avocazione del procedimento Why Not, non solo mi sono state sottratte illecitamente, ma erano anche frutto di una corruzione in atti giudiziari che vedeva coinvolti politici, faccendieri e due magistrati: il procuratore della Repubblica e il viceprocuratore di Catanzaro. Il primo ha deciso di uscire di scena, scelta poi fatta propria anche da Toro e Martone, mentre il procuratore aggiunto vicario è ancora in servizio”. Anche Achille Toro, procuratore a Roma, era finito nell’inchiesta Why Not. ”Era amico di Giancarlo Elia Valori (espulso dalla P2) ed era rimasto coinvolto anche nell’inchiesta sulla fuga di notizie dei furbetti del quartierino. E che cosa è stato fatto? rimasto al suo posto, addetto ai reati contro la pubblica amministrazione”.
Coincidenze. Ancora. Come quella che vede coinvolto Arcibaldo Miller, capo degli ispettori del ministero con tre governi, due di centrodestra e uno di centrosinistra. ”Dovrebbe essere colui che giudica la deontologia professionale dei magistrati”, afferma De Magistris. Nel 2007 fu lui a comandare gli ispettori che arrivarono a Catanzaro a vedere le carte del pm ora diventato europarlamentare Idv. Purtroppo figurava anche tra gli indagati di quell’inchiesta. Ma nel settembre 2009, a tavola con Verdini, Martino, lo stesso Miller, Dell’Utri, Carboni, Caliendo e Lombardi, figura anche (ma lui negava ancora ieri) Antonio Martone. Fu Martone a sostenere una durissima requisitoria contro il pm di Catanzaro accusandolo anche di ”rapporti disinvolti con la stampa”. E chi giudicò in Cassazione quel procedimento contro De Magistris? Un’altra coincidenza. ”Fu Vincenzo Carbone, primo presidente della Corte di Cassazione”. ”Nei rapporti di corruzione con le istituzioni, rientrano anche magistrati ordinari, amministrativi o della corte dei conti”, afferma. E ne deduce: – Qua non è più un problema di malaffare politico. Qua il problema è che dal ”92-’93 in poi, dopo tangentopoli e le stragi di mafia, le corruzioni si sono sempre più legalizzate e istituzionalizzate”. Il verdetto: ”Abbiamo sacche importanti di collusione all’interno non solo della politica ma anche della magistratura, delle forze dell’ordine. Questo sistema è penetrato. un antistato che è diventato Stato. E che opera nelle forme della P2”. Cosa vuol dire? Ancora un esempio: ”Basta vedere il tavolo della vicenda Verdini. Quello è un tavolo di soggetti istituzionali, che prendono decisioni istituzionali, ma non nei luoghi che sono deputati a farlo. Le prendono in un luogo segreto e poi le vanno a ratificare in luogo istituzionale. Questa è la P2”.
Resta allora la domanda: che fare? ”La magistratura - risponde - deve avere la forza di fare pulizia al proprio interno. Ma con un sistema bloccato dalle correnti, che ha preso tutte le degenerazioni della partitocrazia, fatica a farlo”.
E allora come si fa la bonifica? ”Falcone diceva che serviva una rivoluzione culturale e morale per battere la mafia. Io credo che la strada sia sempre quella. Il merito deve essere il baluardo di azione di ogni cittadino, e anche delle istituzioni. La società civile deve essere sempre messa al corrente di quello che succede, di qual è la posta in gioco, perchè solo così può mantenere alta la vicinanza democratica”. Non è un caso, dunque, che il governo voglia imporre il ”bavaglio”... ”Con la ”legge bavaglio’ loro prendono due piccioni con una fava. Questo tipo di incontri non si sapranno più, perchè i luoghi segreti i magistrati li scroprono o con le intercettazioni o con i collaboratori di giustizia. E allora queste cose non si potranno neanche più scrivere. E i cittadini resteranno nell’ignoranza”.
Queste inchieste gettano anche un’ombra sinistra sul governo... ”A me questo governo appare di chiara matrice piduista, tra Berlusconi, Dell’Utri, Verdini... Ma sarebbe un errore pensare che queste logiche siano solo nel centrodestra. La vera confusione è nel conflitto di interessi che vede allo stesso tavolo controllori e controllati. Interessi che si nutrono della spesa pubblica. Io iniziai a lavorare sul filone delle emergenze ambientali. I colleghi di Firenze e Perugia sulla Protezione civile. Il tema era lo stesso”.