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 2010  luglio 13 Martedì calendario

CLAN, VOTI E RIFIUTI: LA LOGGIA DI NICK ”O’ MERICANO”

Voti mischiati con il sangue i soldi e i rifiuti. Questa è la democrazia nel triangolo dei Casalesi. E non da ora. Lo raccontano le cronache. Lo spiegano gli atti giudiziari. E quindi lo sa bene, il sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino: è in politica dal 1978. Da allora, da quando fu eletto consigliere comunale per il Psdi, Cosentino detto ”o’ mericano” ha fatto parecchia strada. Ma non era in buona compagnia, se diamo credito ai racconti dei pentiti che hanno ricostruito la sua carriera dinanzi a magistrati che poi ne hanno chiesto – inutilmente - l’arresto per concorso in associazione mafiosa. ”O’ mericano” incontrava latitanti in fuga e – come dice il collaboratore Gaetano Vassallo – ”faceva parte del nostro tessuto camorristico”. Questa è la democrazia anche nel resto del Paese: Cosentino non s’è mai dimesso e – come dimostra un’altra inchiesta - è il politico più affidabile per la nuova ”P2”: se fosse andata diversamente, oggi, sarebbe lui il governatore campano.
Sangue e monnezza
Il tutto ruotava intorno alla società ”Eco4”, che si occupava di rifiuti, quella dell’imprenditore Michele Orsi, che fu ucciso nel giugno 2008 dal commando capeggiato da Setola. Dice Vassallo ai pm: ”Raffaele Bidognetti riferì che Italo Bocchino, Nicola Cosentino, Gennaro Coronella e Landolfi facevano parte del nostro tessuto camorristico”. Eppure Cosentino, in Campania, dice ancora la sua: ieri, mentre le agenzie battevano la notizia di una nuova indagine a suo carico - quella romana sulla ”cricca” in stile ”P2” che lucrava sull’eolico in Sardegna – il sottosegretario era a Napoli, nella sede regionale del Pdl, per discutere il piano di riorganizzazione della Sanità. In compagnia di Mario Landolfi. Lo stesso Landolfi che, secondo Vassallo, ”era a disposizione del clan”. In questa trama che ricorda un ”romanzo criminale”, Cosentino, sembra una cerniera tra parecchi mondi: le sue conoscenze, stando agli atti, spaziano dai boss sanguinari ai colletti bianchi. Una cerniera difficile da scucire: è saldo al suo posto. Anzi: lo volevano governatore. C’era la nuova ”P2” a sostenerlo. L’imprenditore Arcangelo Martino, il 26 settembre 2009, chiama Flavio Carboni per dirgli di contattare Denis Verdini, coordinatore nazionale del Pdl, e caldeggiare la candidatura di Cosentino: ”Questo – gli dice - è un bravo ragazzo”. E – dati gli interlocutori e gli sponsor – anche questa volta non sembra un complimento. Verdini è indagato a Roma, sia per l’inchiesta sulla ”nuova P2”, sia per quella sugli appalti del ”G8”. Carboni e Martino invece, della nuova ”P2”, sembrano i padri fondatori. Cercano di influenzare l’intera politica italiana. Tentano di pilotare le elezioni regionali campane con dossier falsi: costruiscono una campagna di diffamazione contro il rivale ”interno”di Cosentino, il futuro governatore Stefano Caldoro, che a loro non piace. Gli preferiscono ”O’ mericano”: il ”bravo ragazzo” che, sempre secondo il pentito Vassallo, un tempo era un ”candidato del clan Bidognetti”. Poi era passato con gli Schiavone: ”Ne deriva che Cosentino, con gli Orsi, per realizzare il progetto economico della costruzione del termovalorizzatore in Santa Maria la Fossa lasciano il gruppo Bidognetti e passano con gli Schiavone”. ”Cosentino con gli Orsi”, dice Vassallo. Michele Orsi fu ammazzato per fare un favore a un politico, dice un altro pentito, Oreste Spagnolo: un favore all’ex consigliere regionale – dell’Udeur – Luigi Ferraro. Voti, sangue e rifiuti: anche nell’ultima inchiesta sui casalesi condotta dalla dda di Napoli. E ancora una volta vien fuori il suo nome: ”Cosentino è stato favorito dal gruppo Schiavone – racconta il pentito Raffaele Piccolo -. Spesso, quale forma di estorsione nei confronti degli imprenditori, procedevano a dei cambi di assegni (…). Soltanto alcuni assegni, però, potevano essere portati da Nicola Cosentino, ossia quelli, per esempio, dei soggetti apicali del clan (…)”. Non è la prima volta che si collegano strani passaggi di soldi alla figura di ”O’ Mericano”.
Il grande affare
”La società ECO4 era controllata da Cosentino”, dice Vassallo. ”Presenziai alla consegna di 50mila euro in contanti da parte di Sergio Orsi all’onorevole Cosentino”. questo il ”bravo ragazzo” sponsorizzato dalla nuova P2. La richiesta d’arresto non scoraggia i nuovi piduisti. Anzi: ”Il gruppo – si legge negli atti – tenterà di sostenere la candidatura di Cosentino, auspicando con interventi presso la Cassazione, la rapida fissazione e l’accoglimento del ricorso contro la misura cautelare”. L’arresto è legittimo, sentenziò la Suprema corte, e l’associazione segreta decise di confezionare dossier infamanti contro Caldoro. Evidentemente: Cosentino era ritenuto più affidabile. E’ intoccabile: non s’è dimesso. Se davvero la politica campana - e nazionale - degli ultimi trent’anni corrisponde alla versione dei pentiti, Cosentino custodisce parecchi segreti, che potrebbero far crollare l’intero centrodestra. Non c’è solo Marcello Dell’Utri a Palermo. C’è anche Cosentino a Casal di Principe. Ed entrambi sono indagati a Roma – con Verdini e Carboni – nell’inchiesta sulla nuova ”P2”.