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 2010  luglio 13 Martedì calendario

LE MANI DEI CASALESI SUGLI APPALTI ARRESTATO EX CONSIGLIERE REGIONALE - NAPOLI - A

Gomorra gli appalti pubblici venivano decisi «a tavolino» per favorire le imprese legate al clan camorristico dei Casalesi. Il bando veniva disegnato su misura, poi venivano confezionate offerte «d´appoggio» con il contributo di imprenditori ritenuti compiacenti: «Tutte le buste di tutte le imprese partecipanti» erano predisposte in modo da pilotare la gara. andata così, secondo la ricostruzione delineata da un´inchiesta del pool anticamorra della Procura, alla vigilia di numerosi lavori pubblici banditi in provincia di Caserta, territorio dominato dal gruppo Schiavone. L´indagine condotta dal Ros dei carabinieri e coordinata dai pm del pool anticamorra Antonio Ardituro e Marco Del Gaudio con il procuratore aggiunto Federico Cafiero de Raho ha portato ieri a 17 ordinanze di custodia in carcere. Sequestrati beni dell´importo stimato in circa un miliardo di euro: case in Campania ma anche ai Castelli Romani e nel Basso Lazio, società, appartamenti. In cella, fra gli altri, Nicola Schiavone, 32 anni, cugino ed omonimo del Nicola Schiavone figlio del padrino Francesco detto "Sandokan" che viene ritenuto l´attuale reggente della cosca ed è stato a sua volta raggiunto dal provvedimento. Ordine di custodia per l´ex consigliere regionale dell´Udeur Nicola Ferraro, imprenditore del settore dei rifiuti, finito in carcere per concorso esterno in associazione camorristica insieme al fratello Luigi. Il gip Vincenzo Alabiso non ha accolto altre 45 richieste di arresto. Determinanti, anche in questa circostanza, le intercettazioni telefoniche e ambientali.
In un diverso filone del procedimento, dove non sono contestate aggravanti né rapporti con ambienti camorristici, è indagato a piede libero per turbativa d´asta l´attuale prefetto di Frosinone, Paolino Maddaloni, nei cui confronti il gip ha respinto la richiesta di misura cautelare. Il nucleo centrale dell´inchiesta si sviluppa lungo due versanti: l´infiltrazione negli appalti e il rapporto del clan con il mondo della politica locale e con Nicola Ferraro. I due fratelli sono accusati di aver di aver «sistematicamente operato in sinergia» con i Casalesi ottenendo in cambio agevolazioni nell´attività imprenditoriale nel nevralgico settore dello smaltimento dei rifiuti, Nicola anche nella sua attività politica. Il pentito Oreste Spagnuolo riferisce un episodio fino a oggi inedito: nella primavera del 2008, quando gli davano la caccia in tutta Italia, il capo dell´ala stragista del clan dei Casalesi Giuseppe Setola avrebbe incontrato a cena Luigi Ferraro: «Digli a tuo fratello di non preoccuparsi perché fra due giorni gli facciamo un bel regalo», avrebbe detto il malavitoso a Ferraro. Il «regalo», nella ricostruzione del collaboratore di giustizia, era l´omicidio di Michele Orsi, l´imprenditore dei rifiuti che aveva cominciato a rendere dichiarazioni ai magistrati, assassinato il primo giugno 2008. Oggi i Ferraro saranno interrogati, il loro avvocato, Giovanni Cantelli, ha già presentato ricorso al Riesame.
Gli appalti, poi. Le indagini hanno riguardato lavori banditi a Casal di Principe, Frignano, Piana di Monte Verna, Pietramelara, il cuore della provincia di Caserta violentata dalla camorra. Per conto del cugino e dunque di tutta la famiglia, Nicola Schiavone si occupava degli appalti anche contattando personalmente le imprese provenienti da altri territori che volevano partecipare alla gara. «Siamo la ditta di Casale», diceva e quelli, con le buone o con le cattive, capivano. E quando le ditte "indesiderate" si facevano effettivamente da parte, Nicola Schiavone si vantava al telefono: «Le unghie nere hanno colpito», parafrasando nella interpretazione dei magistrati la «mano nera», l´associazione mafiosa fondata fra gli italiani immigrati in America ai primi del Novecento.