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 2010  luglio 11 Domenica calendario

ERMOLLI IL VICERE’ NELL’OMBRA DI SILVIO

Grey Power» si chiama il cavallo che ha vinto in una torrida notte estiva il Trofeo delle Province di Lombardia - memorial commendator Guido Ermolli - all’ippodromo Le Bettole di Varese. Ma al calar del sole lo show più interessante è andato in scena nella club house dell’ippodromo. Cena con tartare di salmone e un fresco Gavi Pio Cesare per le abbronzatissime «sciure» e Lor Signori accorsi fin alle Bettole, mercoledì 30 giugno, su invito di due amiconi varesini: Guido Borghi (nipote di mister Ignis e, perciò, parente pure di Fedele Confalonieri) e Bruno Ermolli, figlio del commendatore al quale è intitolato il trofeo, il superconsulente che, con base a Milano, corre per le insegne del Cavaliere di Arcore e, non apparendo mai troppo sotto i riflettori, è diventato un personaggio chiave nel sistema di potere berlusconiano.
«Ermolli sta nel tuorlo dell’uovo», spiega un attento osservatore di piazza degli Affari. Tradotto: è l’uomo da cui passano nomine&affari tanto da essersi meritato sui giornali i titoli di «vicerè» a Milano di Berlusconi e di «più potente lobbysta del Nord Italia». E, anche di «Gianni Letta del Nord», soprannome assai gettonato dai cronisti economici che pare non piaccia non solo al sottosegretario Letta ma neppure al meno noto ma pur ambizioso Ermolli. Da Formigoni a Scaroni. C’era una volta il salotto di Wally Toscanini, casa Rizzoli, casa Crespi: per una certa Milano erano appuntamenti da non mancare. In tempi berlusconiani il clou social è, prima delle vacanze, essere invitati a Varese dagli Ermolli. Un anno apparve lady Veronica, un altro Umberto Bossi; quest’anno meno politici e più imprenditori: dai Fossati della Star a Maurizio Traglio, «sedotto» da Ermolli per far parte della cordata Alitalia, al presidente di Federfarma Sergio Dompè, da Paolo Scaroni amministratore delegato dell’Eni a Gabriele Galateri di Genola. Solo donne per il tavolo di Iris Ermolli, signora molto discreta e assai bièn (è figlia di Guglielmo Miani, proprietario dei negozi d’abbigliamento Larus, uomo ai suoi tempi molto amato a Milano) mentre i vispi ragazzi Ermolli, Alessandro e Massimiliano (balzato alle cronache per l’affaire Aci di Milano) con stile paterno - «Una delle furbizie di Bruno è che dice sempre la cosa che aspetti di sentirti dire», spiega un suo amico - intrattenevano gli ospiti più giovani. Tipo: Geronimo, figlio del ministro Ignazio La Russa. In candido lino (di fisico minuto, fuori dal lavoro, osa spesso look molto sbarazzini: pantaloni e golf arancioni e persino un’indimenticabile giacca rosa) Bruno Ermolli per tutta la sera senza mai sedersi ha distribuito sorrisi, fors’anche promesse o preziose rassicurazioni.
Del resto, se ha iniziato la sua irresistibile ascesa come «tutor» di Marina e Piersilvio B. e «consigliori» di Paolo ormai è l’angelo custode di molti manager. Poltrone, carriere, fitta rete di rapporti ma anche delusioni. Oltre il legame con il premier (ogni lunedì è tra i fedelissimi ricevuti ad Arcore) Ermolli, presidente di Sin&ergetica srl e membro, tra gli altri, dei cda di Fininvest, Mediaset, Mondadori, Mediolanum, Medusa, della Fondazione Cariplo e della Bocconi è riuscito come vicepresidente dalla Fondazione Scala a diventare il vero dominus del teatro (è stato lui a scovare il francese Lissner e a trovare i soldi dei privati per ripianare il bilancio).
Non solo. Come presidente di Promos, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano, è l’ideatore del 2° Forum del Mediterraneo (12-13 luglio) per future sinergie di qua e di là del mare. Intanto, nella tormentata estate della maggioranza, a Varese Ermolli è riuscito a far sedere al tavolo d’onore Formigoni, Ligresti, il presidente di Assolombarda, Meomartini, Pasquale Cannatelli di Mediaset, Giancarlo Giorgetti della Lega, il finanziere Francesco Micheli, il banchiere Massimo Ponzellini e Giuseppe Sala: ovvero l’ennesimo manager indicato per l’Expo ad Arcore dal sinergetico consulente.