Tony Damascelli, il Giornale 13/7/2010, pagina 30, 13 luglio 2010
QUEL CHE RESTA DEL CAMPIONATO SUDAFRICANO
Un mese dopo, roba da buttar via, roba da tenere sotto vetro. Il mondiale di pallone, come sempre, più di sempre, ripropone il ritornello di fine giochi. A luci spente si vede meglio, non è un paradosso ma rende l’idea. Il problema non è aver scritto in questi trenta giorni quello che accadeva lontano dal campo di football, laddove il Sudafrica non è vuvuzelas, non è gioia. Così si faceva in Corea e in Messico, così gli stranieri facevano, dicevano e scrivevano delle nostre periferie durante Italia ”90. Sarà importante verificare tra sei mesi, un anno, che cosa sarà rimasto di questo mondiale per la gente che per un mese ha avuto qualcosa con cui divertirsi, non pensando ad altro. Stadi bellissimi che qualcuno dovrà far vivere perché garantiscano denari non ai soliti noti. Riassunto, per voce, di un baule pieno di tante cose.
JABULANI Un pallone gonfiato, niente di più. Ha zigzagato per l’aria sudafricana, andando a destra, a sinistra, al centro come certi politicanti nostrani, ha fatto fare figuradi fessiepolliaquasitutti i portieri, ha goduto del primo piano mondiale, va punto con uno spillone, sgonfiato, dato per giocattolo ai cani che lo possano mordere e squarciare definitivamente.
VUVUZELAS Per due settimane non si è parlato e non si è scritto d’altro, prima che il polpo Paul le soppiantasse. Comunque sempre meglio le trombette sudafricane dei tromboni nostrani, su qualunque rete televisiva.
POLPO Ha annunciato il proprio ritiro, non rilascerà più pronostici. Ha già dato il massimo, potrebbe essere impiegato per qualche exit polp. Sembra comunque che nelle vendite al dettaglio, pescherie e affini, il prezzo del polpo sia andato su come un grattacielo.
NKOULU il cognome di un difensore
del Camerun molto ricercato dalle squadre italiane. Qualsiasi riferimento alla pronuncia è puramente voluto ma godo all’idea di sentire l’urlo del pubblico in un qualunque stadio nostrano.
L’ABITO DI MARADONA Risulta che sia introvabile anche sulle bancarelle di Forcella. Non per la taglia ma per il taglio. Difficile anche il taroccamento. Non si ha notizia del sarto e dello stilista che potrebbeaverechiesto asilo politico nelle isole Far Oer.
MICK JAGGER Abituato a «satisfaction » non l’ha mai raggiunta, ogni sua presenza negli stadi provocava sicura sconfitta della squadra da lui prescelta, Inghilterra, Stati Uniti e simili.
SEPP BLATTER Ha sorriso dal primo all’ultimo giorno, peggio della Dandini. Non gli resta che candidarsi all’Onu che conta meno affiliati della Fifa. Purtroppo per lui il Vaticano ha già un capo.
MARIO FERRI L’unico italiano, a parte il polpo Paul, presente nella fase conclusiva del mondiale. Non potevamo offrire altro di buono anche se Jesse James aveva detto il contrario.
JESSE JAMES Bandito americano di tempi andati, tornato di gran moda grazie alla citazione di Marcello Lippi, allenatore italiano dei tempi che furono. Dunque appartengono entrambi al passato.
JONG TAE SE Attaccante della Corea del Nord. In lacrime al suono dell’inno forse per l’emozione patriottica o per la consapevolezza di vivere nella Corea sbagliata.
ROBERT GREEN Portiere della nazionale inglese, protagonista della grande papera sul tiro dello statunitense Dempsey. Capello lo ha sostituito con James, la Bbc pensa di lanciarlo come comico, mister Green. Al posto di mister Bean.
MELO Albero da frutto. Se ne conoscono alcune varietà pregiate. C’è anche il tipo Felipe. Molto costoso, da evitare anche fisicamente.
ANELKA Premio pirla d’oro. riuscito a rendere simpatico addirittura Raymond Domenech.
IL BACIO DI IKER La cosa più bella e romantica del football e del mondiale. Casillas ha stretto a sé e poi baciato sulla bocca Sara Carbonero, giornalista della tivvù e sua fidanzata. Dopo la zona mista i due si sono sicuramente rivisti in zona doppia uso singola. stata la migliore uscita del portiere spagnolo.
PREMIO «PIRLA D’ORO » Ad Anelka: vero fenomeno riuscito a rendere simpatico persino l’ex ct Domenech MARADONA E JAGGER
Lo stilista di Diego ha chiesto asilo politico. E Mick porta-iellap p è ripartito molto «insatisfaction»