Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  luglio 11 Domenica calendario

IL BOOM DEI GRANDI CHEF, ORA IL SUCCESSO IL LIBRERIA

A conferma che cucinare bene forse è un’arte e di certo è un duro cimento, con la figu­raccia sempre in agguato, le li­brerie sono eternamente pie­ne di testi di cucina al punto che un lustro fa la fondazione del Premio Bancarella ha isti­tuito anche il premio Banca­rella della Cucina, dopo quel­­lo assoluto, quello dedicato al­l­’editoria per i bambini e quel­lo per i libri che raccontano lo sport.
Le cose nel Bancarella fun­zionano così: intanto non so­no ammessi i ricettari classici, quelli che in pratica si limita­no a elencare antipasti, primi e secondi più dessert e contor­ni; poi devono essere pubbli­cati l’anno precedente per­ché la selezione vincente al­lunghi loro la vita. Quindici giurati, tra loro gli chef Davide Scabin (ristorante Combal.ze­ro a Rivoli vicino Torino) e Emanuele Scarello (Agli Ami­ci a Udine) e i produttori di vi­no Andrea Muccioli ( Comuni­tà di San Patrignano) e Car­men Moretti (Bellavista in Franciacorta), una trentina di volumi letti, cinque quelli pre­miati che tra luglio e agosto sa­ranno letti da una giuria di ot­tanta persone (librai, gastro­nomi, cuochi e giornalisti) per individuare il migliore, spoglio dei voti prevista per domenica 26 settembre a Pon­tremoli in Lunigiana.
Il pokerissimo del Bancarel­la dell’estate 2010 vede in pri­mo piano le fatiche di due chef-patron che si stanno rive­lando prolifici anche quando spengono fuochi, forni e for­nelli e accendono il computer per scrivere. Ecco infatti nelle vesti di autori sia Davide Olda­ni, poliedrico titolare del D’O a Cornaredo poco lontano da Milano, sua l’«alta cucina po­vera » (che nel libro diventa La Mia Cucina Pop ), sia Fabio Picchi, barba bianchi da guru alla Terzani, vulcanico pa­tron del firmamento Cibreo a Firenze, così convinto delle sue tesi da titolare la sua fatica I 10 comandamenti per non fa­re peccato in cucina . Oldani scrive per Rizzoli e Picchi per Mondadori, OLdani sottotito­la «L’arte di caramellare i so­gni » e Picchi esorta a non stra­fare: «Prenditi sul serio nel non prenderti troppo sul se­rio ». Seguono, in entrambi i casi, pensieri e ricette.
Marino Marini, tra i fondato­ri dello Slow Food, oggi è bi­bliotecario nella reggia di Co­lorno (Parma) dove custodi­sce 6000 titoli. Il suo La Gola è un «viaggio tra sapori, storie e ricette d’Italia» per Food Edi­tore. Costruito per capitoli che sembrano raccontare ri­cette, pian piano si capisce che sono tessere di un mosai­co, pennellate di un grande af­­fresco, dal Carpaccio all’am­mazzacaffè. Laurel Evans è in­vece l’ennesima americana, texana a essere precisi, che ha trovato la sua America da noi: cresciuta in un ranch, girati gli States in autostop, fatto i mestieri più disparati, da sei anni vive a Milano. Un bel giorno si è messa in testa di spiegarci che al cucina ameri­cana può non essere «Usa e ri­getta ». Il suo Buon appetito America! , per Guido Tomma­si Editore, è di sorprendente
piacevolezza. Completa la cin­quina
Le ricette del designer , i piatti sognati e sognanti di tan­ti disegnatori onorati dalla prefazione di Ferran Adrià, starchef catalano.
E, ancora, la menzione spe­ciale per Niko. La semplicità del reale , di Gigi e Clara Pado­vani per Giunti, il mondo di Niko Romito nel cuore del­l’Abruzzo, realtà che l’hanno portato a cucinare per il G8 al­l’Aquila. Meritano pure due ti­toli originali: Dario Bressani­ni firma per ChiareLettere Pa­ne e bugie , «La verità su ciò che mangiamo: pregiudizi, in­teressi, miti e paure, sorta di vaccino contro i pericoli della cattiva informazione».L’auto­re è ricercatore presso il dipar­timento di Scienze chimiche e ambientali dell’Università dell’Insubria; il suo blog, Scienza in cucina, è un punto di riferimento per chi non si beve ogni «verità» in maniera acritica. Da leggere.