Paolo Marchi, il Giornale 11/7/2010, pagina 14, 11 luglio 2010
IL BOOM DEI GRANDI CHEF, ORA IL SUCCESSO IL LIBRERIA
A conferma che cucinare bene forse è un’arte e di certo è un duro cimento, con la figuraccia sempre in agguato, le librerie sono eternamente piene di testi di cucina al punto che un lustro fa la fondazione del Premio Bancarella ha istituito anche il premio Bancarella della Cucina, dopo quello assoluto, quello dedicato all’editoria per i bambini e quello per i libri che raccontano lo sport.
Le cose nel Bancarella funzionano così: intanto non sono ammessi i ricettari classici, quelli che in pratica si limitano a elencare antipasti, primi e secondi più dessert e contorni; poi devono essere pubblicati l’anno precedente perché la selezione vincente allunghi loro la vita. Quindici giurati, tra loro gli chef Davide Scabin (ristorante Combal.zero a Rivoli vicino Torino) e Emanuele Scarello (Agli Amici a Udine) e i produttori di vino Andrea Muccioli ( Comunità di San Patrignano) e Carmen Moretti (Bellavista in Franciacorta), una trentina di volumi letti, cinque quelli premiati che tra luglio e agosto saranno letti da una giuria di ottanta persone (librai, gastronomi, cuochi e giornalisti) per individuare il migliore, spoglio dei voti prevista per domenica 26 settembre a Pontremoli in Lunigiana.
Il pokerissimo del Bancarella dell’estate 2010 vede in primo piano le fatiche di due chef-patron che si stanno rivelando prolifici anche quando spengono fuochi, forni e fornelli e accendono il computer per scrivere. Ecco infatti nelle vesti di autori sia Davide Oldani, poliedrico titolare del D’O a Cornaredo poco lontano da Milano, sua l’«alta cucina povera » (che nel libro diventa La Mia Cucina Pop ), sia Fabio Picchi, barba bianchi da guru alla Terzani, vulcanico patron del firmamento Cibreo a Firenze, così convinto delle sue tesi da titolare la sua fatica I 10 comandamenti per non fare peccato in cucina . Oldani scrive per Rizzoli e Picchi per Mondadori, OLdani sottotitola «L’arte di caramellare i sogni » e Picchi esorta a non strafare: «Prenditi sul serio nel non prenderti troppo sul serio ». Seguono, in entrambi i casi, pensieri e ricette.
Marino Marini, tra i fondatori dello Slow Food, oggi è bibliotecario nella reggia di Colorno (Parma) dove custodisce 6000 titoli. Il suo La Gola è un «viaggio tra sapori, storie e ricette d’Italia» per Food Editore. Costruito per capitoli che sembrano raccontare ricette, pian piano si capisce che sono tessere di un mosaico, pennellate di un grande affresco, dal Carpaccio all’ammazzacaffè. Laurel Evans è invece l’ennesima americana, texana a essere precisi, che ha trovato la sua America da noi: cresciuta in un ranch, girati gli States in autostop, fatto i mestieri più disparati, da sei anni vive a Milano. Un bel giorno si è messa in testa di spiegarci che al cucina americana può non essere «Usa e rigetta ». Il suo Buon appetito America! , per Guido Tommasi Editore, è di sorprendente
piacevolezza. Completa la cinquina
Le ricette del designer , i piatti sognati e sognanti di tanti disegnatori onorati dalla prefazione di Ferran Adrià, starchef catalano.
E, ancora, la menzione speciale per Niko. La semplicità del reale , di Gigi e Clara Padovani per Giunti, il mondo di Niko Romito nel cuore dell’Abruzzo, realtà che l’hanno portato a cucinare per il G8 all’Aquila. Meritano pure due titoli originali: Dario Bressanini firma per ChiareLettere Pane e bugie , «La verità su ciò che mangiamo: pregiudizi, interessi, miti e paure, sorta di vaccino contro i pericoli della cattiva informazione».L’autore è ricercatore presso il dipartimento di Scienze chimiche e ambientali dell’Università dell’Insubria; il suo blog, Scienza in cucina, è un punto di riferimento per chi non si beve ogni «verità» in maniera acritica. Da leggere.