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 2010  luglio 12 Lunedì calendario

COME E PERCH LA CASSAZIONE GIUDICA NEL MERITO

Ai tempi dei miei studi di giurisprudenza mi hanno insegnato che la Cassazione sentenzia solo su questioni di legittimità. Ora leggo, per esempio, che Gianni De Gennaro è innocente fino a sentenza di Cassazione. Allora entra nel merito, oppure è soltanto una prassi?
m.felicori@alice.it
Mara Felicori
Cara Felicori, non sono giurista, ma lei solleva una questione di carattere generale su cui abbiamo ricevuto altre lettere. Quando apprendono che la Suprema Corte di Cassazione, per esempio, sembra autorizzare comportamenti puniti da una sentenza precedente, molti lettori si chiedono se non esista di fatto nel sistema giudiziario italiano, già così lento e farraginoso, un terzo giudizio di merito. Credo che questo sospetto sia vero soltanto in parte.
In linea di principio la Corte, quando è chiamata a pronunciarsi sull’appello della parte soccombente di un giudizio precedente, non si occupa del merito della discussione. Si limita ad accertare che la legge sia stata interpretata e applicata correttamente. Il suo compito, quindi, non è quello di fare giustizia nel particolare caso che è stato sottoposto alla sua attenzione, ma di verificare che le leggi siano state bene capite e utilizzate. Secondo Piero Calamandrei, le funzioni istituzionali del giudice di vertice sono quelle di sorvegliare sull’attività dei giudici inferiori al fine di assicurare da un canto l’esatta osservanza della legge e dall’altro l’uniforme interpretazione del diritto. Anche quella della Corte, beninteso, è una interpretazione. Ma è l’interpretazione «suprema» e rappresenta quindi un precedente a cui i magistrati, in futuro, dovrebbero attenersi. Secondo Antonio Nicolì, autore di un articolo sugli organi giudicanti in un libro («Ordinamento giudiziario») pubblicato dalla Cedam a cura di Giuseppe Di Federico, la Corte, grazie alla propria autorevolezza, svolge una funzione che viene abitualmente definita didattica o persuasiva.
I giudizi della Corte si concludono con una sentenza che può confermare la sentenza precedente, rinviarla a un altro giudice di merito o annullarla. In ciascuno di questi casi è sostanzialmente giusto sostenere che la colpevolezza dell’imputato diventa definitiva soltanto dopo l’intervento della Cassazione e l’eventuale giudizio di rinvio. Se la sentenza precedente, infine, viene annullata senza rinvio, la Corte può effettivamente dare la sensazione di essere intervenuta nel merito e di avere avallato in tal modo certi comportamenti che erano stati condannati e puniti. Ma questo accade perché la stampa e la pubblica opinione corrono alla sostanza del provvedimento, ne traggono le conclusioni pratiche e presentano la sentenza della Corte Suprema come un giudizio di merito. Come avrà capito, cara signora, non sono giurista e potrei non avere usato sempre le parole più appropriate. Ma sono questi, credo, i termini della questione.
Sergio Romano