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 2010  luglio 11 Domenica calendario

«PEDOFILIA»: MA IL PIANISTA A MOSCA E’ UN UOMO LIBERO

Arrestato, bollato con accuse gravissime che potrebbero portare a una condanna a vent’anni di carcere. Poi rilasciato a fronte di una misera cauzione di qualche migliaio di dollari con il permesso di viaggiare all’estero per continuare la sua attività di musicista. Così si è chiuso il primo atto della vicenda che ha coinvolto in Thailandia il grande musicista Mikhail Pletnev, con immensa soddisfazione dei suoi fan che, oggi, potranno ascoltarlo a Ohrid in Macedonia dove si esibirà con l’orchestra nazionale russa.
Il pianista, compositore e direttore d’orchestra russo, non è il primo «grande» a essere coinvolto in uno scandalo. E ogni volta ci si chiede: ma a loro, agli artisti, ai geni, si devono applicare le stesse regole che valgono per noi comuni mortali? La vicenda di Pletnev è scoppiata pochi giorni fa, dopo una lunga indagine della polizia della località di Pattaya in Thailandia dove il maestro ha una casa, un club e un ristorante. Secondo l’accusa, il musicista avrebbe fatto sesso un paio di volte con un ragazzo di 14 anni che aveva vissuto per un anno nella casa di un noto pedofilo locale, che si occupava di organizzare la prostituzione minorile. Già nel 1989 Pletnev era stato accusato in Russia di aver partecipato a orge con minorenni in un appartamento, per poi essere assolto. Il suo nome è uscito di nuovo nel 2000, in occasione di una inchiesta su un sito pedopornografico («orchidea blu»). Un imputato ha sostenuto che il maestro era uno degli acquirenti regolari dei filmati messi in vendita.
Pletnev è considerato dagli esperti uno dei più grandi musicisti viventi. Nel 1978, a 21 anni, si affermò come vincitore del concorso Tchaikovskij e nel 1990 fondò la prima orchestra indipendente sovietica, grazie forse anche all’appoggio di Mikhail Gorbaciov, suo grande estimatore. Regolarmente si esibisce con le filarmoniche di Londra, di Tokio e di Los Angeles. In Thailandia ha guidato l’orchestra nazionale e ha suonato al compleanno del re, di cui si dice sia amico.
Così a fronte di una cauzione di 9200 dollari (il costo di un volo in prima classe da New York a Bangkok) il maestro è tornato libero. Con un versamento aggiuntivo, ha potuto anche lasciare la Thailandia, dove però deve tornare ogni 12 giorni. Lui ha negato ogni accusa. Dapprima dicendo che si trattava di un «misunderstanding», un equivoco. Poi sostenendo la tesi del complotto, alla quale spesso ricorrono i «famosi» in difficoltà: «una grossa compagnia mi vuole far passare da criminale». Di fronte alle domande dei giornalisti, Pletnev non ha però voluto spiegare a cosa si riferisse.
Un brutto colpo all’immagine del maestro, dunque. O no? Anche i proverbi ci dicono che genio e sregolatezza spesso vanno a braccetto.
Per rimanere nel campo musicale, ricordiamo la chiacchierata passione per i ragazzini di uno dei più celebri compositori del XIX secolo, Pyotr Tchaikovskij. E che dire dell’assai più grave antisemitismo di Richard Wagner autore del libello «il giudaismo e la musica» col quale voleva pure denigrare concorrenti/predecessori, come Mendelssohn? Più recentemente di pedofilia è stato (ri)accusato il regista Roman Polanski che in Europa si credeva al sicuro dalle accuse americane.
Il punto, forse, non è di meravigliarsi che questi fatti possano accadere. O pensare di poter passare sotto silenzio le colpe dei geni. La grandezza nella loro arte è una cosa; la piccolezza o la depravazione della loro vita è un’altra. proprio il non voler accettare il fatto che da un uomo come Mozart potesse uscire musica divina («perché Dio avrebbe scelto un osceno fanciullo quale suo strumento?») che nel dramma di Peter Shaffer (e poi nel film di Milos Forman) il musicista di corte Antonio Salieri si trasforma in omicida.
Fabrizio Dragosei