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 2010  luglio 11 Domenica calendario

CARBONI LEGGE SCHOPENHAUER E SCRIVE A PARENTI E POLITICI

Indosso un pigiama a strisce. Sul tavolo un tomo di Schopenhauer: «L’ arte d’ invecchiare». Il settantottenne Flavio Carboni è in cella da solo nella settima sezione di Regina Coeli, carcere di Roma. Ieri pomeriggio ha accolto Francesco Barbato, deputato Idv, con un sorrisetto ironico: «Sto qui dentro e non so nemmeno perché. Sono trent’ anni che sono a capo di un comitato, una specie di P2...» In carcere Carboni ci è finito proprio per il reato di associazione segreta, violazione della legge antiP2. Ma lui rilancia: «Sono il più assolto d’ Italia. Ho avuto 27 processi e 27 assoluzioni», dice dimenticando la condanna per il crac del Banco Ambrosiano. Il suo legale ora ha rinunciato a parlare con il pm: «Aspettiamo direttamente il giudice», ha spiegato il faccendiere di Licio Gelli all’ onorevole Barbato. Poi è partito con una raffica di parole. «I miei guai iniziano dalla Chiesa perché sono un anticlericale ma anche un religioso. E’ dalla Chiesa che ebbi l’ incarico di salvare Moro. Poi sono stato al centro della trattativa fra Wojtyla e Reagan. Sono l’ unico superstite del muro di Berlino». Francesco Barbato ci prova ad interrompere la raffica offrendo qualche cioccolatino. Inutilmente. «Non posso mangiare, non riesco a deglutire», glissa Carboni, prima di ripartire. «Ho ripugnanza per i partiti. Ho votato soltanto radicale. Ma ho finanziato i giornali di sinistra e di centro. A Napoli ultimamente ho dato una mano a Sica, per farlo diventare assessore. Ma poi alla fine ho rapporti con tutti quanti perché in ogni partito ci sono i galantuomini e non...». Insieme a Francesco Barbato l’ ispettore generale di sorveglianza e due assistenti di polizia penitenziaria. Il deputato dell’ Italia dei Valori prova di nuovo ad interrompere il fiume di parole. Una domanda: ma Flavio Carboni c’ entra con tutta questa storia della trattativa del «Lodo Alfano»? Dei rapporti con Denis Verdini? Come risposta un altra smorfia ironica: «La politica è fatta di compromessi e io sono quello che li fa raggiungere». Vicino a Schopenhauer anche un volume di Kierkegaard e un mucchio di fogli per i fax: «Voglio scrivere a tutti. Parenti, persone care, dipendenti delle mie aziende...». Francesco Barbato prende uno di quei fogli e comincia a prendere appunti. Un’ altra domanda: ma che tipo di compromessi fa raggiungere Carboni? La risposta adesso non ha un briciolo d’ ironia: «Io mi occupo soltanto di affari di Stato. Di operazioni che riguardano lo Stato». E quindi? Barbato scrive e chiede ancora: dunque lei è a contatto con le massime autorità dello Stato? Flavio Carboni mette da parte la penna e i fax, guarda negli occhi Barbato e ammicca: «Non le basterebbe un mese se le dovessi raccontare tutta la mia vita. Ma per adesso si accontenti: sono io che ho coperto la testa di Silvio Berlusconi. Io che gli ho dato anche una delle case dove sta».
Alessandra Arachi