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 2010  luglio 12 Lunedì calendario

[Scheda test universitari] I medici in Italia stanno diminuendo. Sono scesi del 5% dal 2005 al 2009 ( da 6

[Scheda test universitari] I medici in Italia stanno diminuendo. Sono scesi del 5% dal 2005 al 2009 ( da 6.160 a 5.927), mentre per gli odontoiatri si registra un meno 40% (da 1.102 a 915), secondo quanto denuncia la Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo). Il presidente Amedeo Bianco sostiene che il fenomeno sia legato a all’introduzione del numero chiuso e dunque dei test: secondo Bianco, bisognerebbe cambiare il sistema di accesso prevedendo interventi psico-attitudinali già al liceo. La percentuale di abbandoni durante i sei anni di corso è alta, attorno al 20%. Della necessità di filtrare i candidati in modo che ai corsi arrivino non solo in migliori ma soprattutto quelli più predisposti si è discusso nell’ultima conferenza dei presidi. Andrea Lenzi, presidente del Cun, il Consiglio universitario nazionale: «Chiediamo al ministero della Pubblica istruzione che la selezione, oltre che sui quiz, sia basata sul curriculum degli ultimi due anni di liceo». Il numero chiuso a medicina è stato introdotto a metà anni ”90. La media dei posti disponibili nelle 38 facoltà pubbliche più le tre private è di 7 mila, i candidati sono dieci volte di più. Dallo scorso anno il numero dei posti si sta progressivamente alzando proprio per recuperare medici da qui al 2020. Secondo il ministro della Salute Ferruccio Fazio c’è anche il problema dello squilibrio tra le discipline: tanti pediatri, pochi anestesisti e radiologi. « più importante che un ragazzo esprima capacità di logica, ragionamento, osservazione visiva e attenzione. Le caratteristiche del bravo professionista. Poi se non ricorda l’anno delle guerre puniche pazienza» (Paolo Magistrelli, preside della facoltà di medicina e chirurgia dell’università Cattolica di Roma, dove oltre ai quiz del ministero sono stati introdotti 60 domande di tipo psicoattitudinale e viene tenuto conto del voto della maturità) (Margherita De Bac, Corriere della Sera 12/7/2010) I test «spesso sono talmente complicati che uno deve essere davvero motivato, per affrontarli», dice Roberto Savini Zangrandi, presidente dell’Associazione italiana per la direzione del personale (Aidp). Il vero problema, a suo avviso, è che «la nostra università è una fabbrica di demotivazione, con docenti distratti o assenti, che organizzano corsi ed esami senza altro criterio che non sia il proprio comodo. Così accade che anche i più bravi si perdano per strada». Giampaolo Galli, direttore generale di Confindustria e docente di economia alla Luiss. «Perché il test sia selettivo bisogna che le domande siano almeno 2 o 3 volte il numero degli ammessi, altrimenti funziona poco. Noi di Confindustria abbiamo tenacemente appoggiato un emendamento nella manovra economica già approvato in commissione Bilancio. Riguarda la possibilità, per chi segue un corso di studi in inglese o in un’altra lingua straniera, di sostenere il test di ammissione direttamente in quella lingua e non in italiano, per non escludere così le nostre facoltà ai talenti stranieri». Paolo Ghiglione, direttore generale della HRWeb Tech, divisione della KeytoPeople, società di selezione del personale: «Questi test non sono congruenti col dopo, servono soltanto a selezionare gli iscritti per le facoltà a numero chiuso». (Giovanna Cavalli, Corriere della Sera 12/7/2010) Guido Enrico Tabellini, 54 anni, economista di fama internazionale e rettore della Bocconi: «l’importante è evitare test come quelli di ingresso a Medicina. Assegnati in contemporanea su tutto il territorio nazionale e senza la possibilità di aggregare i dati in una classifica centralizzata. Per cui succede che gli scartati di qualche università del Nord sono più bravi di alcuni presi nel Mezzogiorno, ma non ci si può far niente. Propongo il sistema americano, uguale per tutti e che sia chiama Sat, mix calibrato tra nozionismo e prova attitudinale. I quiz italiani invece sono scadenti, non riescono davvero a rilevare la qualità degli studenti». Per il triennio uno su tre entra alla Bocconi, ol il 5 o 10% si fermano dopo il primo anno. (G.Ca., Corriere della Sera 12/7/2010) Il professor Giulio Ballio, cattedra di Costruzioni in acciaio, rettore (fino a dicembre 2010) del Politecnico di Milano, non è in grado di dire se i test funzionano o meno poiché per Architettura e Medicina e Odontoiatria «la prova è nazionale ed è preparata dal ministero della Pubblica Istruzione, i risultati confluiscono a Bologna, da dove si compila poi la graduatoria. Quindi noi c’entriamo ben poco ». Per Ingegneria c’è invece un test interno che, secondo Ballio, è efficace e viene superato dal 70% dei candidati. (G.Ca., Corriere della Sera 12/7/2010)