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 2010  luglio 11 Domenica calendario

ALLA RICERCA DEL RISPARMIO PERDUTO, IL LOW COST DIVENTA UNO STILE DI VITA


La frutta e la verdura si acquista al mercato rionale nell’orario di chiusura, caccia al 3 per 2 di scatolame e prodotti confezionati nei discount, una spulciatina ai mercatini dell’usato, la benzina alle pompe fai da te. Eccolo il popolo dei low cost, gli italiani che da un po’di tempo si ingegnano in tutti i modi per far fronte alla crisi economica. I posti di lavoro non sono più una certezza, la cassa integrazione è un incubo per molte famiglie e stipendi e pensioni comunque non bastano. Dunque per tutti la regola è: risparmio. Se prima era solo una scelta etica adesso lo è anche per necessità.
Secondo il Codacons nel 2009 il 70% delle famiglie ha trovato riparo nel low-cost, riuscendo a risparmiare fino al 60% e trasformandolo in uno stile di vita. L’impoverimento, e dunque il nuovo modo di impostare il budget, riguarda soprattutto famiglie numerose e anziani. Moltissimi quelli che si mettono in fila ai mercati all’ingrosso per accaparrarsi la merce rimasta invenduta (secondo la Confederazione Italiana Agricoltori più di un milione al giorno) o arrivano al mercato rionale verso le 13,30 per trovare frutta e verdura a prezzi ribassati (tre milioni, sempre per la Cia).
Non è raro ormai neppure trovare il vecchietto scoperto a rubare il parmigiano o il vassoietto di carne al supermercato o a rovistare nel cassonetto alla ricerca di qualche oggetto ”prezioso” abbandonato dalla compulsività del consumismo. E se è vero, come dice l’Istat, che la spesa delle famiglie è calata dell’1,7%, il settore alimentare ha fatto registrare un meno 3%, dunque superiore alla media. Tre famiglie su 10 hanno tagliato gli acquisti di cibo e bevande, dato confermato anche dalla Cia secondo la quale addirittura il 60% ha cambiato menù, il 40 ha optato per prodotti di qualità inferiore e il 30 ha comprato soltanto ”promozioni”.
SPESA - Per riempire il carrello, «offrendo maggiori vantaggi – sostiene Marco Bulfon di Altroconsumo - è ancora il discount dove il prodotto può costare anche il 60% in meno di quello di marca, mentre la caccia all’offerta si mette in atto nel supermercato tradizionale che oggi offre anche tantissimi prodotti a proprio marchio (-38%)». Molti poi si iscrivono ai gruppi di acquisto solidale (Gas) che permettono di portare a casa da aziende agricole sul territorio carne, verdura, formaggi prodotti sul posto. Il rapporto qualità-prezzo è molto buono, grazie alla filiera corta, dal produttore al consumatore.
Detersivi, latte, e perfino grappa si possono invece trovare alla spina. Una nuova formula lanciata un paio di anni fa in Piemonte che oltre a tagliare i costi riduce l’inquinamento. Il cittadino infatti ogni volta ”ricarica” il contenitore di plastica o vetro portato da casa (indirizzi su eco alfabeta.blogsfere.it e www.coldiretti.it). Ormai negli ipermercati esistono intere zone riservate. Come gli Ecopoint della Crai, o di Auchan e Ipercoop dove da dispenser trasparenti scendono caffè, pasta, riso, cereali, legumi (dal 20 al 70 per cento di risparmio).
SALUTE - E’ l’altra grande vittima della ristrettezza economica. Cresce il numero di chi rinuncia a controlli e cure mediche ed esplora le opportunità della medicina low cost. A Torino, per la precisione nel quartiere operaio di Borgo Aurora, la ”Casa per la salute” è un progetto pilota che offre una sanità privata sociale. Ben 14 specialisti di diverse brache si sono messi insieme per garantire cure mediche a prezzi sotto i 60 euro. Il primo a saltare è in genere il dentista. Chi non può spendere non ci va più, oppure vola nei paesi dell’est dove i prezzi sono imbattibili. Per questo in alcune città stanno nascendo centri odontoiatrici a basso costo. www.amicondentista.com utilizza internet per abbattere i costi, oltre a meno appuntamenti, materiali acquistati all’ingrosso o in America giocando sul calo del dollaro. Un ponte dentale costa comunque sui 3.000 euro, una protesi sui 3.600 euro. Come fare invece con le medicine? Generici al posto di farmaci griffati è la soluzione per chi ha poca disponibilità, stesso principio attivo e efficacia della cura meno 20-30% di spesa.
BENZINA - Altra dolente nota è il carburante. Con alti e bassi la verde è tornata sopra 1 euro e 40 al litro. Ecco che entrano in gioco i self service, i benzinai della grande distribuzione organizzata (GDO) e le cosiddette pompe bianche, distributori autonomi dalle compagnie petrolifere che praticano prezzi concorrenziali, si chiamano Ewa, Tuscia Petroli, Fiamma 2000. Secondo il Codacons (sul cui sito c’è l’elenco completo delle circa 2 mila le pompe dislocate sul territorio italiano) queste ultime fanno risparmiare tra i 5 e i 10 centesimi al litro, cioè circa a 100 euro l’anno.
ASSICURAZIONE AUTO - Spesso il salasso arriva dalla Rc per l’auto o il ciclomotore. Anche 1.200 euro per una normale utilitaria. Così, complice la liberalizzazione del mercato, il cittadino cerca la soluzione più a basso costo. Confrontando tariffe e offerte o sottoscrivendo un contratto on-line si riesce a pagare anche il 40% in meno.
VESTIARIO E MOBILI - E l’abbigliamento? I saldi sono la prima e immediata ricetta contro il caro prezzi. Poi ovviamente gli outlet o i mercatini dell’usato. Nei primi si trovano collezioni di marca ridotte anche del 70% i secondi costituiscono un buon compromesso tra voglia di vintage e abbordabilità dei prezzi. ”C’è parecchia gente – dice nella prima giornata di saldi estivi la titolare di una nota casa di moda all’Outlet di Valmontone – il nostro marchio è conosciuto e i clienti vengono a cercarlo sempre”. Il mercato dell’usato riguarda anche mobili per la casa e oggetti di arredamento. Moltissimi usano la formula del conto vendita. Si lascia l’oggetto in esposizione e quando viene venduto si riceve una percentuale concordata col gestore del negozio. Ci si trova di tutto, dal divano, alle lampade, dagli assi da stiro alle porcellane.
BAMBINI E’ una delle più influenti sul bilancio familiare. Prodotti indispensabili che mettono davvero in difficoltà le neomamme. Ecco che l’alleato diventa internet. Manuela acquista soprattutto «pannolini e latte in polvere dalla Svizzera, risparmiando quasi il 60% di quello che avrei speso in Italia». Basta infatti collegarsi al sito www.bambiniinemergenza.org, fondazione che lavora insieme al Movimento Consumatori, per iscriversi ed ordinare prodotti per l’infanzia a basso prezzo ma di buona qualità. Estrema ratio: il baratto. Sul sito http://it.groups.yahoo.com/group/Torino_Freecycle/ si offrono gratuitamente e si scambiano pianoforti, sedie, vecchie porte per evitare che oggetti ancora utili finiscano in discarica.