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 2010  luglio 12 Lunedì calendario

EREDI IN CRISI D’IDENTIT DAVANTI AL BUROCRATE

Sono erede, senza ombra di dubbio, quando devo restituire soldi al ministero dell’Economia; devo dimostrare di esserlo, a suon di documenti, quando devo incassare un rimborso dal fisco, che particolare non proprio irrilevante - dipende dallo stesso ministero.
Ho perso mia moglie tre anni fa, con le mie due figlie ho presentato la dichiarazione di successione all’agenzia delle Entrate, tutto sembrava a posto (almeno) dal punto di vista burocratico.
Un paio di settimane fa la sorpresa, due lettere in contemporanea dal ministero dell’Economia, contenuto diametralmente opposto.
La prima è un’ingiunzione di pagamento: indirizzata a mia moglie, corretta a mano con il mio nome in quanto «erede di...». Mi dà tempo 30 giorni per versare 1.500 euro virgola qualche centesimo perché risulta che mia moglie, come insegnante, dal ’90 al’95 abbia incassato qualche indennità non dovuta che, unita a interessi e arrotondamenti vari, porta alla cifra totale di 1.500 e virgola euro. Possibilità di controllare uguale a zero.
Chi tiene la documentazione di vent’anni fa, quando ancora c’erano le lirette, l’inflazione galoppava e il governo Amato navigava tra svalutazioni e maximanovre?
Nel mio caso è tutto ancora più oscuro, ignoro le mille micro indennità degli stipendi pubblici, il complesso conteggio di straordinari o scatti di anzianità. E non sono iscritto a sindacati o patronati che possano controllare cavilli e calcoli.
L’ingiunzione, con tanto di minaccia di «adire tramite sequestro giudiziario», fa il suo effetto: pago, sia pure a malincuore, in quanto - non c’è dubbio - sono proprio l’erede.
Faccio un bonifico in banca, copio diligentemente tutta la lunga causale indicata dalla lettera- ingiunzione, ignoro le proteste del bancario che mi giura di non avere sufficiente spazio per l’interminabile tiritera,piena di riferimenti legislativi e numeri di pratiche burocratiche e protocolli a sei cifre. Il ministero dell’Economia ignora la sintesi dei moduli bancari.
L’altra lettera è di tutt’altro tono: risulta che mia moglie abbia diritto a un credito di imposta di 500 euro e qualche spicciolo. indirizzata al sottoscritto in quanto «presunto erede». Dice che devo inviare all’agenzia delle entrate una dichiarazione per dimostrare che sì, sono proprio l’erede e che quindi ho diritto a incassare. Telefono all’ufficio delle entrate, spiego che ho già inviato – a suo tempo – la dichiarazione di successione ora necessaria proprio agli stessi uffici di Monza che mi richiedono gli stessi dati. «Ci spiace, ma non basta», mi sento cordialmente rispondere. E allora? Devo inviare nuovamente una copia della dichiarazione e – già che ci sono – un’integrazione a «detta dichiarazione».
Ricorro allora alla consulenza di una commercialista, per fortuna un’amica che non si fa pagare,altrimenti il credito d’imposta di 500 euro si trasformerebbe in onorario professionale. Lei interpella, si fa spiegare, fotocopia la vecchia dichiarazione, allega copia della carta di identità della figlia appena diventata maggiorenne ( forse chi compie 18 anni perde il diritto a essere coerede?), confermiamo il codice fiscale, anche se in tre anni non è cambiato, ribadiamo l’indirizzo, è sempre quello, ci aggiungiamo le firme, rispediamo il tutto, speriamo bene. Due lettere contrapoposte, anche per la tempistica. L’ingiunzione di pagamento è perentoria: 30 giorni per versare il tutto. Per incassare, ovviamente, nessuna certezza, l’agenzia delle Entrate si tiene sul vago. Dimostra che ne hai diritto, poi vedremo. ovvio, dovranno ponderare se il credito di imposta è di effettiva pertinenza dei supposti eredi, poi una volta acquisita la certezza – sempre che non servano altri documenti – potranno dare il via libera al mandato di pagamento. L’importante è non avere fretta, magari a Natale – anche quello del 2011 o del 2012,naturalmente ”arriverà un regalo inaspettato di 500 euro da parte del fisco, un assegno con i codici fiscali stampigliati sul fiocchetto rosso fuoco. Sarà anche la certezza di continuare a essere erede.