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 2010  luglio 12 Lunedì calendario

I NUOVI VIDEOGIOCHI, PER VOCE ARANCIO


Quasi quaranta anni ci separano da quello che viene considerato il primo videogioco commerciale di successo della storia: il mitico Pong, creato nel 1972 da Nolan Bushnell e Ted Dabney, fondatori della Atari. Due racchette, una pallina quadrata, un campo di gioco nero, una monetina per giocare nel bar.

Salto in avanti a pochi giorni fa. Per la precisione al convegno E3 (Electronic Entertainment Expo), la più importante manifestazione mondiale dedicata ai videogiochi che si è tenuta a Los Angeles. Tra fuochi d’artificio e trucchi da palcoscenico, la tre giorni americana è lo scenario che le principali industrie del videogioco (un settore capace di fatturati dell’ordine di oltre 60 miliardi di dollari l’anno) hanno scelto da qualche anno per presentare prodotti finiti, ma anche nuove idee e tendenze.

L’edizione 2010 dell’E3 ha disegnato i campi sui quali nei prossimi mesi si scatenerà la lotta tra i protagonisti dell’industria del videogioco, con poche parole d’ordine che ogni azienda interpreta a modo suo. A cominciare dal 3D. Per molti sono proprio i videogame, più del cinema, lo strumento ideale per sfruttare l’esperienza tridimensionale. La maggiore immersione nel gioco, di cui si è protagonisti anziché spettatori, rappresenta un richiamo fortissimo. E ci scommettono pesantemente soprattutto Sony e Nintendo. Con due interpretazioni molto diverse.

La Sony punta a sfruttare subito quel popolo di 35 milioni di possessori di una Playstation 3. La multinazionale giapponese offre gratuitamente un aggiornamento della PS3 (attraverso un’operazione sul firmware che permette di scaricare altro software successivamente) che la rende immediatamente capace di gestire giochi tridimensionali. E la console ha già anche un altro punto di forza: con l’aggiornamento, e grazie al blu-ray incorporato, i film in 3D saranno subito a disposizione. Ma l’operazione non può riuscire se non ci sono schermi televisivi adatti. Ecco perché Sony sta coinvolgendo tutti quelli che cominciano ad acquistare televisori 3D ready, come la serie Bravia, con un’offerta di tre giochi tridimensionali per PS3 in regalo. Vista la situazione del mercato, ancora carente di film 3D, sono proprio i videogiochi che potrebbero trascinare la tridimensionalità nei salotti. Indispensabili gli occhialini.

Proprio sul fare a meno degli occhiali punta invece il nuovo gioiello della Nintendo, il 3DS. La console portatile, una delle principali attrazioni all’E3, introduce infatti per la prima volta in un apparecchio commerciale il concetto di tridimensionalità senza la necessità di usare accessori. La tecnologia autostereoscopica impiegata ha una unica penalizzazione, la stessa che al momento impedisce di creare televisori di questo tipo: bisogna trovarsi perfettamente davanti allo schermo. Se ci si sposta anche di poco dalla posizione centrale, l’effetto 3D si perde, e l’intera immagine diventa letteralmente inguardabile. Ma per una console con schermo da 3 pollici e mezzo, destinata a un unico giocatore che la tiene tra le mani, questa limitazione è praticamente inesistente. L’effetto tridimensionale è anche regolabile con un apposito cursore, fino a farlo sparire del tutto se necessario. Ma la 3DS ha anche un altro punto di forza: due fotocamere incorporate che permettono di scattare foto 3D.

Ancora incerta la data di uscita della 3DS: si parla del periodo natalizio, o dell’inizio 2011. Si sa ancora poco anche su quanto costerà. Satoru Iwata ha dichiarato che il costo di produzione è superiore a quello dell’attuale DS, e che questo si rifletterà sul cartellino del prezzo. La DSi XL, il modello di punta della console portatile non tridimensionale, è attualmente attorno ai 190 euro. Questo fa pensare che la 3DS andrà sicuramente a superare i 200.
Ma cosa farà la Nintendo per la console casalinga? Niente 3D per ora. Lo stesso Iwata ha dichiarato che, vista la ancora scarsa diffusione dei televisori tridimensionali, l’azienda non pensa di impegnarsi immediatamente in questo settore. Almeno, non per un aggiornamento della attuale Wii.

Se Nintendo non fa guerra a Sony sul fronte del 3D da salotto, un duplice attacco le arriva proprio sul suo terreno preferito: la modalità di gioco. La Wii ha infatti costruito la sua fortuna degli ultimi anni puntando praticamente tutto sull’interazione del giocatore più che sulla grafica. Sony e Microsoft sembrano aver imparato la lezione, e tirano fuori due soluzioni concorrenti, molto diverse tra loro.

La prima segue la stessa strada Nintendo: una bacchetta (’wand”) senza fili che libera il giocatore dal vecchio joystick o dal pad. La proposta Sony è il ”move”, un sistema composto da una telecamera da sistemare sul televisore e un controller da stringere in mano. Molto caratteristica, tra l’altro, è la sfera colorata sul controller. I creatori promettono di dare nuova vita alla Playstation 3 con questa accoppiata telecamera-bacchetta magica grazie a caratteristiche superiori alla Wii, sia per precisione che per l’aggiunta della profondità del movimento. Non solo, ad esempio, colpire la pallina con la racchetta virtuale, ma dosare anche la forza. In Italia vedremo il ”Move pack” verso la fine di settembre, a un prezzo che si aggirerà sui 60 euro, probabilmente con almeno un gioco compatibile in omaggio.

Microsoft tenta il salto ancora più lungo: l’abbandono completo di joystick, pad, controller di qualsiasi tipo. Rimane solo il corpo, senza niente da tenere in mano o da legarsi addosso. Grazie a una combinazione di telecamera e sensori di movimento, con l’aggiunta di un microfono, il sistema Kinect (fino ad oggi conosciuto come progetto Natal) registra i movimenti del giocatore e li trasporta nell’azione, e anche la voce fa la sua parte. Ottimo per tutti quei giochi ”sociali”, magari quelli di danza o di fitness. Probabilmente non molto adatto per un gioco di combattimento, dove comunque si ha bisogno di un grilletto da premere per sparare. Ma sarà il mercato a decidere. L’arrivo sugli scaffali, negli Stati Uniti, è previsto per novembre. Molto incerto ancora il prezzo. Gli esperti del settore, oltre che le voci di corridoio, lo piazzano tra i 150 e i 250 euro. Sarà compatibile con la Xbox 360 ”aggiornata” vista proprio all’E3, ma anche con i modelli precedenti.

Ci sono poi due settori nel mondo dei videogiochi ancora non molto sviluppati, ma con grandi potenzialità. Uno è quello dei giochi in rete: non nel senso di interagire con altri giocatori (già ampiamente diffuso), ma con il gioco stesso che non si trova più sul computer o sulla console ma viene prelevato dalla rete. Molto simile al ”cloud computing”: niente software da installare o aggiornare. Si accende la macchina, ci si collega e si scarica il gioco in quell’istante. Anche le partite verranno salvate in qualche punto della rete. E’ la Steam la protagonista, con la sua offerta di giochi cloud che sta per arrivare anche sulla PS3.

L’altro fronte è la cosiddetta ”realtà aumentata”. Un concetto derivato da tecnologie aeronautiche e militari: prendere la realtà circostante e aggiungervi elementi. Molti aerei da combattimento hanno già sistemi del genere, che permettono di vedere il paesaggio circostante con inserite tutte le informazioni su elementi utili alla battaglia. Lo stesso per un soldato che, attraverso il suo visore, vede ciò che lo circonda, solo con l’aggiunta di altri elementi. Ad esempio un nemico, visto da un ricognitore, comparirà nel campo visivo anche se si trova dietro una parete. Nei giochi si è ancora ai primi vagiti. La PS3 offre ad esempio ”Eye pet”, che permette di piazzare un animale virtuale nell’immagine (reale) della nostra stanza. Campo tutto da esplorare.

Ma la battaglia per la conquista dei mercati comincia sul terreno hardware, delle console, per finire sempre in modo decisivo sul software. Quali giochi saranno disponibili per queste nuove tecnologie? Saranno coinvolgenti?

I primi giochi visti per Kinetic, ad esempio, ricordano molto i ”party games” della Wii. Però bisogna ricordare che la maggioranza dei giocatori è costituita dagli ”hard gamers”. Gente a cui sicuramente non basta una partita a ping pong o una gara di ballo. Ci vogliono azione, nemici da uccidere, auto in corsa da schiantare. Il 3D si integrerà perfettamente con queste necessità. Ma per i sistemi di controllo più innovativi le cose sono ancora incerte. E’ possibile combattere seriamente senza avere un grilletto da premere? Lo scenario probabile è una distinzione tra due pubblici diversi: da un lato quello soft, che preferirà avere animali da accudire, tappeti su cui danzare a ritmo di musica, al massimo un combattimento di boxe. Per loro i nuovi accessori saranno una manna. Dall’altro ci sono i duri e puri, che potrebbero continuare a preferire il classico pad per riempire di pallottole il cattivo di turno.

Le case produttrici di software stanno comunque affilando le armi in vista del periodo d’oro, da sempre costituito dalla stagione natalizia. Lo scorso anno l’ultima versione di Call of Duty, il gioco di combattimento più celebrato, ha incassato un miliardo di dollari. Non più roba per ragazzini. Anche se i critici non mancano sulla strada intrapresa dai videogame: sono rimasti giochi con trame scadenti e personaggi stereotipati. Mentre l’hardware galoppa, la grafica diventa indistinguibile dalla realtà, mancano le storie. E qualcuno rimpiange la Cinemaware, società di videogiochi degli anni ”80, ormai scomparsa, che tentò la strada innovativa del gioco come film dinamico. Grafica scadente, ma chi ha giocato a ”It came from the desert” lo rimpiange ancora per l’originalità.

Una nota va riservata al grande assente del dibattito sui videogiochi: il pc. Per molti resta ancora il vero strumento di gioco. Un computer ben ottimizzato, pompato di schede grafiche di ultima generazione, può far vedere la polvere a tutte le console esistenti. Peccato per i prezzi: una macchina adatta al ”serious gamer” può arrivare facilmente a 1.500-2.000 euro.

La conclusione è ovvia: con i nuovi accessori e i nuovi giochi (molti saranno sequel di quelli famosi, come ad esempio i battaglieri ”Call of Duty” e ”Medal of Honor”) ad essere colpito sarà il portafogli dei giocatori. Ma esistono strategie da mettere in atto. Prima fra tutte i giochi usati. Blockbuster Italia e GameStop offrono un mercato aggressivo in questo campo. Si possono trovare titoli a prezzi inferiori alla metà rispetto al nuovo. Naturalmente se non si corre dietro all’ultima novità. Ma il futuro sembra risiedere nella ”nuvola”, il cloud gaming. Non importa quale macchina abbiamo: se siamo abbonati ad un servizio on line potremo scaricare il gioco in ogni momento. Basterà un browser internet. La società OnLive ha annunciato all’E3 che metterà a disposizione on line ben 23 giochi, tra cui ”Assassin’s Creed II” ”Batman: Arkham Asylum” e ”Mass Effect 2”. Al prezzo di meno di 15 dollari al mese.

Non solo risparmio. I videogiochi possono essere anche fonte di guadagno. Lavorare nel mondo dei software è sicuramente una scommessa vincente, visto il crescente interesse della società a sviluppare nuove tecnologie. E anche le università si stanno attrezzando. Ecco quattro corsi dedicati proprio a chi non vuole solo giocare: l’Università di Verona organizza un master in Computer game development. Il corso è sostenuto da 10 aziende del settori e si rivolge a laureati in Informatica o Ingegneria; la Luiss di Roma inaugura a novembre la prima edizione del master in Video and computer games; a Milano, lo Iulm ha pensato a un master in Digital and media entertainment and design indirizzato a neodiplomati, laureati, ma anche professionisti della comunicazione e degli uffici marketing che vogliano specializzarsi in questo settore; lo Ied ha tra i suoi corsi quelli di animazione multimediale. E poi c’è l’Accademia italiana videogiochi di Roma, che ha corsi biennali nel settore della grafica e della programmazione.