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 2010  luglio 11 Domenica calendario

SCAMOZZI, RE DELL’OLANDA

Nel 1830 Puskin pubblica la piccola tragedia Mozart e Salieri dove protagonista è la sfida, cara ai Romantici, fra genio e mediocrità, con Salieri assetato di gloria e roso dall’invidia sino all’omicidio del rivale. Ventisette anni più tardi lo stesso tema si ritrova in un opera teatrale intitolata Andrea Palladio. Dramma storico in tre atti ,
pubblicata a Vicenza da Carlo Benvenuti. In essa il magnanimo Palladio è vittima dell’invidia di un perfido allievo, Vincenzo Scamozzi, che nel giorno delle nozze della figlia si introduce nello studio del maestro per rubargli i disegni della facciata della chiesa di San Giorgio a Venezia. Da allora, lo schema Mozart-Palladio vs. Salieri-Scamozzi ha pesato per oltre un secolo come un macigno sulla sfortuna critica di un grande intellettuale architetto costretto, come Tasso rispetto ad Ariosto, a trovare un proprio spazio all’ombra di un grandioso collega. Ma come la Gerusalemme Liberata, così l’architettura di Scamozzi ci parla della nostra condizione di uomini, lontani dagli aulici scenari del Furioso. Alla astrazione della Rotonda palladiana ”secondo Goethe la casa degli dei, perfetta ma inabitabile – Scamozzi risponde con la Rocca Pisana, una delle più belle ville del Veneto. Anch’essa a pianta centrale con cupola, la villa scamozziana traduce le armonie platoniche del cubo e sfera della Rotonda in una funzionale "macchina" per abitare. In questa riduzione in prosa della poesia palladiana è inscritta la traiettoria del percorso artistico di Scamozzi, e essa sarà uno dei motori della rivoluzione architettonica che fra Seicento e Settecento cambia il volto dell’Europa del Nord e a cui da tempo abbiamo capito stare stretta la definizione di Palladianesimo.
Lo "Scamozzianesimo" esce ora, per la prima volta, dai convegni di specialisti a incontrare il grande pubblico in una mostra allestita nel Palazzo Reale di Amsterdam in collaborazione con il Centro palladiano di Vicenza:
Perfection in Proportion. The Legacies of Palladio and Scamozzi in the Golden Age . La mostra mette in luce l’influenza decisivadi Vincenzo Scamozzi sull’architettura dell’Olanda del Seicento: il secolo di Rembrandt e Vermeer, della grande stagione scientifica e del crescente predominio economico-commerciale sul mondo.
Anche se Scamozzi scrive sulle dighe olandesi e progetta un castello ”mai realizzato ”lungo la Mosa, la "conquista" scamozziana dei Paesi Bassi avviene dopo la sua morte, e attraverso un libro, il poderoso trattato L’Idea dell’Architettura Universale pubblicato a Venezia nel 1615. Un mercante fiammingo ne acquista un grande numero di copie per venderle nel Nord Europa. Lo stesso Rubens se ne procura una ad Anversa nel 1617. A differenza dei Quattro Libri dell’Architettura, che Palladio pubblica a Venezia nel 1570,l’Idea di Scamozzi è un trattato in cui la parola domina sull’immagine, e che ambisce a essere ben più che un manuale di architettura.All’Idea Scamozzi affida la propria poderosa riflessione teorica sull’arte di costruire, a partire dalla convinzione che "architettura è scienza" e deve basarsi su solide premesse teoriche e un processo razionale di progettazione. La nuova classe dirigente olandese si riconosce nel rigore scientista della visione scamozziana. Al tempo stesso l’austerità dei modelli architettonici proposti costituiscono una alternativa allo sfarzo dei palazzi romani, particolarmente grata ai committenti protestanti. Così l’Idea di Scamozzi viene tradotta in olandese ed edita una dozzina di volte a partire dal 1640 (nessuna traduzione invece per i Quattro Libri) e diviene il riferimento normativo per gli architetti del secolo, da Jacob Van Campen a Pieter Post, a Philips Vingboons. una guida anche per i dettagli eruditi: sulle facciate dei palazzi di Amsterdam o de l’Aia le semicolonne ioniche sono sormontate da quelle composite, e non da quelle corinzie, con una modifica della canonica sequenza dorico-ionico- corinzio-composito che avrebbe fatto sobbalzare Palladio o Vignola, ma che trae origine negli eccentrici ragionamenti pubblicati nell ’Idea. Come sottolinea nel catalogo il curatore della mostra Konrad Ottenheym, il grande specialista di architettura olandese del Seicento: «Palladio offre agli olandesi degli esempi, ma Scamozzi insegna le regole».
Una vittoria postuma e fuori casa sul proprio ma-estro, che certo sarebbe stata gradita a Scamozzi, stando almeno a quanto scrive da Venezia un emissario dei Gonzaga ai propri signori nel 1589: «Ho trovato il Schamozzo, il quale non si degna d’esser chiamato allievo del Paladio, ma dice che ha cose molto migliori di esso Paladio».
1 «Perfection in Proportion. The Legacies of Palladio and Scamozzi in the Golden Age», Amsterdam, Palazzo Reale fino al 12 settembre. In collaborazione con Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio.