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 2010  luglio 11 Domenica calendario

BILANCIO VATICANO IN ROSSO MA I CONTI 2009 MIGLIORANO

Il bilancio consolidato è ancora in rosso, ma i conti del Vaticano stanno lentamente migliorando. Merito, a quanto pare, di una gestione più oculata degli asset finanziari e di un generale contenimento delle spese, in buona parte assorbite dalla macchina burocratica. Ieri – dopo tre giorni di summit del consiglio dei cardinali dedicato ai problemi economici presieduto dal segretario di Stato, Tarcisio Bertone, e gestito dalla prefettura per gli affari economici, guidata da Velasio De Paolis – sono stati approvati i conti.
La Santa Sede ”cioè il governo centrale della chiesa universale, che raggruppa tutti i vari dicasteri – ha registrato un deficit di poco più di quattro milioni (entrate 250 milioni, spese 254), in crescita rispetto al milione di rosso del 2008 (nel 2007 il deficit era di oltre 9 milioni, nei tre anni precedenti c’era stato un utile). «In relazione ai risultati conseguiti nel 2009 - precisa una nota - è stato possibile assorbire le fluttuazioni negative che erano state sospese nel 2008 mediante la ricezione di criteri contabili adottati internazionalmente ». Dietro queste parole c’è una manovra contabile realizzata lo scorso anno che permise di sospendere gli effetti negativi (pare per circa 20 milioni) di investimenti finanziari che avevano evidenziato in anni precedenti consistenti perdite, soprattutto per la vendita di oro (poi in parte riacquistato, beneficiando dei rialzi) a favore di azioni, specie Usa, incappate nel crollo di Wall Street del 2007-2008.
Vanno meglio anche i conti del governatorato della Città del Vaticano (cioè delle attività comprese nel territorio dello Stato), che ha chiuso con un disavanzo di 7,8 milioni, perdita dimezzata sul 2008: merito di una gestione più accorta, soprattutto del segretario generale, l’arcivescovo Carlo Maria Viganò. Vanno un po’ meglio anche le offerte: nel 2009 l’Obolo di San Pietro, le offerte che arrivano al Papa dai fedeli e dalle chiese nazionali, è ammontato a 82,5 milioni di dollari (era 75,8, ma nel 2006 erano state di oltre 100 milioni). I maggiori contributi per il Fondo di carità del papa sono arrivati dai cattolici degli Stati Uniti, dell’Italia e della Francia, in aumento il contributo di Corea e Giappone. Oltre 31 milioni di dollari sono arrivati dalle Conferenze episcopali nazionali:l’apporto più rilevante da Usa e Germania, come sempre ( questi contributi sono da distinguersi da quelli stabiliti negli accordi bilaterali,come ad esem-pio l’otto per mille in Italia). Sempre per l’attività del papa lo Ior (la banca vaticana) ha donato nel 2009 ben 50 milioni di euro.
Nel periodo in esame, il Governatorato, di concerto con la Santa Sede, ha inoltre avviato lo studio di una infrastruttura di comunicazione integrata che comprende i servizi di telefonia, internet dati e video. Ed in continuità con l’impegno degli scorsi anni, ha provveduto alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio artistico, con particolare riguardo ai Musei Vaticani, ampliando anche le aree espositive e gli orari di visita.