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 2010  luglio 11 Domenica calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "COSSUTTA

ARMANDO"

2010
Grazie alle vecchie regole, il «reinserimento nella vita sociale» di Armando Cossutta è costato 345.600 euro (Gda 2/5/2010).

Nell’ottobre 1998, Armando Cossutta, il leader di Rizzo, era uscito da Rifondazione per costituire il Partito dei comunisti italiani. E stava fra gli alleati di D’Alema. Questo aveva eccitato la verve polemica di Vendola contro l’Armando. Per Nichi, l’ex compagno Cossutta era diventato «un cappellano militare», «un esempio di cinismo incarnato nella liturgia levantina del mentire», «l’ipocrisia eletta a scienza, a metodo, a progetto politico», «una maschera che non fa ridere». Nessuno come l’Armando sapeva «tradire se stesso, la propria storia, i propri compagni, senza neppure inarcare il sopracciglio, senza abbassare il volume della tromba». Cossutta «si dice la verità da solo, si mente da solo, si celebra da solo, si seppellisce da solo». La battuta finale del pacifista Nichi resta indimenticabile per l’assurdità velenosa: «Armando, voce del verbo armare». (Giampaolo Pansa, Libero 26/1/2010)

2009
L’ex ministro delle Comunicazioni Salvatore Cardinale non ha fatto alcuna fatica a inserire (e «blindare») il nome della figlia Daniela nelle liste Pd in Sicilia, così come ha fatto il comunista Armando Cossutta con la figlia Maura. (Felice Manti, Il Giornale 20/7/2009)

2008
Le pensioni delgi onorevoli trombati. Il Senato staccherà un assegno di 9.604 euro per Armando Cossutta (Pdci) (Il Giornale 24/4/2008)

2007
A chiamarsi fuori dalla scandalo case è invece Armando Cossutta (Pdci). Accusato di aver comprato un’abitazione a prezzi agevolati per la figlia, Cossutta ha replicato, con una lettera pubblicata ieri dal «Giornale», precisando che in quella casa ci vive lui e la moglie. (Salvatore Patriarca
Il Sole 24 Ore 06/09/2007)

Marco Rizzo è stato un fedelissimo di Armando Cossutta. Si conobbero lasciando il Pci, diventato Pds, per fondare, con Fausto Bertinotti, Rifondazione comunista nel ”91. Marco, che - come avrete capito - è un duro, faceva per Cossutta il lavoro sporco della politica: trucchi, sgambetti, defenestrazioni. Tra loro si stabilì un affetto filiale, cementato dalla comune ottusità: nostalgia per l’Urss, devozione a Lenin, fiducia nell’eternità del comunismo. All’unisono, ruppero nel ”98 col ”traditore” Bertinotti che aveva tolto l’appoggio al governo Prodi I. Uscirono da Rc e fondarono, con Oliviero Diliberto, il Pdci. Nel terzetto, unito da un fiero odio per Fausto, tutto filò liscio per alcuni anni, nonostante qualche irritazione verso l’ottantenne Cossutta che esagerava in nepotismo. Aveva imposto come deputato la figlia Maura, infilava per ogni dove il figlio Dario, reclamava spazio per altri. Alla vigilia delle ”europee” del 2004, Marco decise di candidarsi nella stessa circoscrizione di Armando. Spiegò subito che non voleva rivaleggiare col babbo elettivo, ma solo fargli da traino. Cossutta invece si insospettì e cominciò a falciare l’erba sotto i piedoni del pupillo. Fece rimpicciolire i manifesti elettorali di Rizzo per diminuirne la visibilità e gli tese dei trappoloni, tipo spedirlo a fare comizi dove non trovava nessuno ad ascoltarlo. Ce lo vedete voi un boxeur con la faccia del Duce, per di più arciere e sciupafemmine, che inghiotte senza reagire? Col piffero. Marco infatti si infuriò di brutto e puntò davvero al seggio. L’Armando fu travolto. Conclusione: il figlio a Strasburgo, il padre trombato. Il parricidio - eseguito da Rizzo e seguito con compiacimento di Diliberto - fu completato nel 2006 col rifiuto del partito di ricandidare Cossutta alle politiche. Sull’abbrivio, fu defenestrata anche Maura. Liberato dalla dinastia, il Pdci ebbe un discreto successo elettorale, attestandosi al 2,2 per cento. (Giancarlo Perna, Il Giornale 29/7/2007)

Armando Cossutta per riassumere la sua vita sulla Navicella ha impiegato 160 righe. (Gian Antonio Stella, Corriere della Sera 6/5/2007)

2004
Appena qualcuno, di sinistra o ulivista che sia, s’azzarda a tentare questa necessaria operazione di onestà storica e politica, ecco che si alza qualche superstite del socialismo reale che lo fulmina. Ossia gli grida: vade retro!, gli impone di stare zitto e lo copre di tutte le maledizioni. In questi giorni è accaduto a Piero Fassino, leader dei Ds, e a Luciano Violante. Colpevoli di aver detto parole chiare sul crimine spaventoso delle foibe e sul dramma dell’esodo dall’Istria di 240 mila italiani (qualcuno sostiene 350 mila) che non volevano vivere sotto il regime comunista di Tito. Bene, su Fassino e Violante sono caduti i fulmini di un loro alleato nel centro-sinistra, Armando Cossutta, l’ultimo staliniano d’Italia. Infuriato perché i due compagni della Quercia avevano osato parlare degli errori del Pci di quel tempo (1945-1947), guidato da Palmiro Togliatti, detto il Migliore. Cossutta ha accusato Fassino di un «inaccettabile revisionismo storico», anzi di «una forma vera e propria di abiura». Due peccati mortali che, dice sempre l’Armandone, «contribuiranno a disorientare il grande popolo comunista, il quale sempre meno vede nei Ds una forza di sinistra». (Giampaolo Pansa L’espresso, 19/02/2004)

2001

Anagrammi
Armando Cossutta = straunto da Mosca (Stefano Bartezzaghi, "Lezioni di enigmistica", Einaudi 2001)

Celebre la sua passione per i colbacchi. (Paola Pollo sul Corriere della Sera del 16/12/01)

2000
Armando Cossutta: pensione Inps, 2.653.780; indennità parlamentare, 34.486.171; indennità varie, 24.896.570. Totale lordo mensile: 62.036.521.
(Il Giornale 25/08/2000)