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 2010  giugno 16 Mercoledì calendario

BSKYB HA FATTO BENE A DIRE NO ALL’OFFERTA DI MURDOCH MA ORA LA VARIABILE IL TEMPO

La sovvenzione dei contribuenti delle pensioni del settore pubblico sta aumentando del 20 percento all’anno. Questo insostenibile tasso di incremento fornisce un’opportunità d’oro per cambiare un sistema molto iniquo. La riforma deve riflettere il vero valore delle promesse pensionistiche, finire la discriminazione tra i settori pubblici e privati e bloccare il sistema che favorisce l’elusione fiscale dei benestanti.
Le società del settore privato, costrette a riconoscere il costo reale dei loro programmi, li stanno chiudendo. Per contro, l’ultima amministrazione dei Laburisti ha aumentato la manodopera pubblica e ha evitato la riforma. Molti dipendenti del settore pubblico contribuiscono ai programmi pensionistici ma oltre due milioni non contribuisce e il resto paga soltanto una piccola frazione del 25 percento dello stipendio che corrisponde al costo di un tipico programma pensionistico basato sull’ultimo stipendio, protetto dall’inflazione.
Questo deve cambiare. I dipendenti pubblici si troveranno probabilmente a pagare contributi molto più elevati, a essere spostati in programmi meno convenienti e costretti a lavorare più a lungo oppure subire tutte queste tre ipotesi. Il loro stipendio lordo è già bloccato e le retribuzioni nette scenderanno in modo drastico se manterranno i loro diritti pensionistici.
Il pubblico britannico è stato chiaramente preparato ad alcune spiacevoli sorprese nel bilancio del governo del 22 giugno ma accetterà soltanto se ci sarà uguaglianza nella sofferenza, come il Ministro delle Finanze del Regno Unito sembra aver compreso. Mentre le pensioni del settore pubblico sono evidentemente un assegno postdatato a carico dei contribuenti, la riforma è ugualmente urgente nel settore privato.
I contributi pensionistici usufruiscono di sgravi fiscali e l’anno scorso un quarto di questi sgravi fiscali è andato a favore dell’1,5 percento dei contribuenti più ricchi.
I direttori indipendenti di BSkyB si stanno preparando per la maratona. Il consiglio di amministrazione della tv a pagamento ha giustamente respinto l’offerta di Rupert Murdoch di 700 centesimi per azione per l’acquisto del 61 percento della società che non possiede. La domanda del cda per un’offerta di almeno 800 centesimi potrebbe sembrare ambiziosa. Ma non c’è bisogno di accettare un prezzo fino a quando l’autorità di regolamentazione non avrà approvato l’accordo.
La proposta di News Corp valuta le azioni di BSkyB con un premio del 22 percento rispetto al loro prezzo normale e rappresenta un multiplo di quasi 12 volte l’Ebitda stimato nel 2010. Si tratta di un valore superiore rispetto alla media di 7,1 volte del gruppo di riferimento europeo di BSkyB nel settore delle tv a pagamento.
Eppure, il gestore a prova di recessione viene costantemente scambiato con un forte premio rispetto ai concorrenti. Inoltre, gli analisti prevedono che il flusso di cassa disponibile di BSkyB di 500 milioni di sterline dell’anno scorso raddoppierà in cinque anni, quando i forti investimenti nella banda larga e nella TV ad alta definizione cominceranno a essere redditizi. Ecco perché Murdoch vuole ora ottenere la piena proprietà di una società che, di fatto, ha sempre controllato.
L’offerta iniziale di News Corp è troppo bassa ma anche la controproposta del consiglio di amministrazione di BSkyB è eccessiva.
La variabile più importante in gioco è il tempo. Se le Autorità europee garanti della concorrenza non sollevano obiezioni, BSkyB potrebbe essere autorizzata a sottoporre un’offerta formale entro sei mesi. Ma se le autorità del Regno Unito decidessero di avviare un’accurata indagine sulla concorrenza, il processo potrebbe protrarsi anche per 18 mesi. Un eventuale ritardo ridurrebbe il valore reale di una offerta in contanti.