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 2010  giugno 16 Mercoledì calendario

MURDOCH LANCIA L’ASSALTO AI SATELLITI INGLESI BSKYB

Cinquanta pence dividono Rupert Murdoch dal soglio supremo. Tanto, poco più o poco meno, dovrà probabilmente aggiungere alla sua offerta da 700 pence per azione rigettata dal board di BskyB , la pay tv via satellite di cui News Corp controlla il 39 per cento. Il cda del gruppo televisivo ne chiede «almeno» 800 per approvare l’acquisizione della totalità del capitale chiesta dall’editore australiano. La trattativa è già cominciata e l’intesa potrebbe arrivare attorno a quota 750 visto il balzo del 20% del titolo scambiato a metà giornata a quota 713 pence.
«News Corp e BSkyB non hanno raggiunto un accordo sul prezzo- si legge nel comunicato del gruppo - ma le parti si sono accordate per lavorare insieme al fine di vagliare l’aspetto regolamentare per facilitare la transazione. Per questo è stato stilato un accordo di cooperazione ». In attesa di sapere dalle autorità europee e da quelle britanniche se l’operazione sarà possibile e in attesa di definirne con precisione il prezzo, predatore e preda - se così si può dire -, hanno firmato un patto di non belligeranza evitando di ostacolarsi a vicenda. Un proposta amichevole (non è infattiun’offerta formale quella avanzata da News Corp) che sbatte, per ora, solo sulla quantificazione dei valori sul tavolo. Rupert Murdoch e il board della Tv si sono dati tempi lunghi: due mesi di negoziato amichevole, una volta ricevuto l’ok dei regolatori. Fino ad allora News Corp si è impegnata a lanciare un’offerta formale solo se avrà l’approvazione del board e il board stesso ha rinunciato ad appellarsi alle regole rigide del takeover britannico. L’intesa è quindi possibile, anzi probabile, appesa più che altro all’atteggiamento delle autorità per un deal che ha un significativo valore economicofinanziario, ma anche peso politico. Se, alla fine, si farà, l’editore australiano siederà su un gruppo britannico con ricavi da 8 miliardi di sterline, poco meno del doppio della Bbc, capace di spaziare dal popolare quotidiano The Sun al tradizionale The Times alla totalità di una tv via satellite che ha, fra l’altro, i diritti del calcio inglese .
La notizia dell’offerta da 7,8 miliardi di sterline avanzata dall’editore australiano che fissa in 12,8 miliardi il valore della tv implica un premio del 27% sul valore del titolo nella media dell’ultimo anno, con un ebitda pari a 12 volte. Una valutazione che l’analista di mass media Alex DeGroote della società britannica Panmure Gordon ha definito «formidabile». Il successo di Avatar ha inoltre accresciuto l’abbondante cash di un gruppo tanto che la quota desiderata in BskyB è pronto a pagarla quasi tutta in contante.
Numeri e valutazioni che non risolvono l’interrogativo di fondo: perché Rupert Murdoch vuole mettere tanti quattrini in un gruppo che è già, di fatto, associato al suo nome e alla sua influenza? La risposta, o almeno una risposta, l’ha fornita la stessa News Corp. «Crediamo - ha precisato Chase Carey vice presidente del gruppo - che questo sia il momento giusto perché ci consente di allargare la nostra base e sfruttare le economie di scala. un’opportunità unica per consolidare il core business al quale siamo assimilati da due decenni». Da quando cioè Sky e British satellite Broadcasting decisero era il 1990 - a fondersi.
Le altre ragioni sono meno filosofiche. News Corp ha una consistente liquidità che ha l’occasione di investire sfruttando un cambio vantaggioso sterlina/dollaro. Ma sarebbe assolutamente riduttivo e fuorviante valutare l’operazione solo come la chance dettata da una congiuntura favorevole sul mercato delle divise. BskyB ha investito in questi anni in telefonia, banda larga, alta definizione e la maggior parte degli analisti ritiene che il flusso di cassa di 500 milioni di sterline dello scorso anno sia destinato raddoppiare almeno negli anni a venire. Un buon business dunque davanti al quale l’ostacolo rischia di essere dettato dalle regole più che dal prezzo. La parola per dare l’eventuale via libera spetta alle autorità europee sulla concorrenza o al britannico «Office for fair trade»: spetterà ai due enti definire chi dovrà svolgere l’indagine sull’operazione. Solo dopo una parola finale dei regolatori, Rupert Murdoch e il board della «sua» tv via satellite potranno arrivare alla stretta finale.