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 2010  giugno 16 Mercoledì calendario

PER MADRID AVANZA L’IPOTESI DI LINEE DI CREDITO PRIVILEGIATE

La Spagna si starebbe preparando al peggio, nel caso la situazione dei mercati dovesse precipitare. Lo lasciano intendere fonti creditizie aggiungendo che alcune grandi banche starebbero studiando le conseguenze del materializzarsi di scenari difficili, per non dire catastrofici e quindi la reazione dei mercati e dell’economia. Insomma, che cosa succederebbe alla Spagna se si applicasse un modello sul tipo di quello verificatosi in Grecia?
Va subito chiarito che Madrid non è Atene ma anche che se il pacchetto di aiuti a favore della Grecia è stato pari a 110 miliardi di euro, quello preventivato per la Spagna potrebbe arrivare nella peggiore delle ipotesi, secondo fonti raccolte dal quotidiano «elEconomista » a 250 miliardi di euro. Ed è su queste cifre, che starebbero lavorando gli addetti ai lavori della Ue, spagnoli e dell’Fmi. Tutto questo mentre due rappresentanti del Tesoro americani sarebbero in questi giorni a Bruxelles per monitorare da vicino la situazione e in attesa che dopodomani il presidente José Luis Zapatero incontri il numero uno del Fmi, Dominique Strauss- Kahn.
In realtà, quello che si starebbe studiando e che sarebbe ancora a uno stadio embrionale, non sarebbe un vero e proprio fondo di salvataggio per evitare il default del paese (non ce ne sarebbe infatti bisogno), bensì la creazione di una sorta di linea di credito "privilegiata" da poter utilizzare a seconda delle necessità. Insomma, una "disponibilità" a medio termine da cui drenare risorse nei casi d’urgenza, ma che potrebbe anche non servire e restare quindi "immacolata". Il flusso sarebbe dunque determinato dalla situazione dell’economia spagnola nei prossimi mesi e dalla fiducia che il paese saprà infondere ai mercati europei e internazionali.
In Spagna, in questi giorni, si sta comunque vivendo in un clima di tranquillità apparente. Nel senso che non c’è stato finora alcun cambiamento rilevante della situazione rispetto al varo delle misure d’austerity del recente passato (65 miliardi di euro in 4 anni), ma che nell’aria si coglie l’imminenza di decisioni importanti. Già oggi, a esempio, Zapatero darà il via alla riforma del mercato del lavoro, che dovrebbe rendere più agili, flessibili e meno onerosi i rapporti tra le aziende e i lavoratori. Mentre all’orizzonte si profila quella delle pensioni in modo da garantire alle generazioni future un sistema sostenibile con l’aspettativa di vita.
La sensazione è che Zapatero, persa la battaglia sul fronte della popolarità e probabilmente le elezioni generali del 2012, voglia passare alla storia come il presidente che ha modernizzato la Spagna: sia sul fronte sociale (si pensi alla legge varata sull’uguaglianza dei diritti uomo-donna), sia su quello economico. Dato che il paese non si può più reggere sostanzialmente solo sui due pilastri dell’immobiliare e del turismo. in questa ottica, dunque, che il presidente punta a "forgiare" una nuova Spagna fondata sull’innovazione, la ricerca e la conoscenza. Un modello lontano, che diffícilmente si potrà concretizzare senza il consenso politico e sociale, ma anche senza crescita economica e risorse finanziarie.
In quest’ultimo caso,il segretario dell’associazione bancaria, Pedro Pablo Villasante ha dichiarato ieri che nel primo trimestre di quest’anno l’andamento del settore creditizio è stato soddisfacente, sia in termini di redditività, sia di depositi e di margini di solvibilità. Aggiungendo che per tornare a un clima di fiducia e dimostrare che il comparto bancario spagnolo è sano, sarebbe necessaria maggiore trasparenza e pubblicare i test di "stress" effettuati negli ultimi mesi. Villasante ha inoltre giudicato positivo il movimento di consolidamento delle casse di risparmio in atto in queste ultime settimane, prevedendo che possa spingere a fusioni anche nel settore bancario, così come accaduto qualche giorno fa tra Sabadell e Guipuzcoano, due istituti di medie dimensioni. Resta comunque da sciogliere il nodo delle difficoltà nel reperire la liquidità necessaria a finanziare il sistema economico produttivo, fatto questo che sta creando non pochi problemi. Come a dire che le prossime settimane dovrebbero essere decisive per sbloccare la situazione.