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 2010  giugno 16 Mercoledì calendario

IL CAVALIERE E CARAVAGGIO. IL GIALLO DELL’ACQUISTO

«Vendere il nostro Caravaggio? Non ci ho mai pensato né ci penso adesso. Finché sarò viva io non accadrà mai. E penso che lo stesso accadrà per i miei figli...». Nicoletta Odescalchi, vedova del principe Guido e madre di Vittoria e Michele, è furiosa. Vorrebbe sapere da quale chiacchiera tipicamente romana sia partita la voce che dava in partenza la meravigliosa tavola (non tela) caravaggesca di proprietà Odescalchi («La conversione di Saulo», foto sopra, prima versione di quella ora esposta nella Cappella Cerasi a Santa Maria del Popolo a Roma, datata 1600) per la residenza romana di Silvio Berlusconi. Qualcuno aveva anche ipotizzato cifre: 70 milioni di euro (il prezzo assicurativo con cui l’opera è stata esposta alle Scuderie del Quirinale, il più alto di tutti) o addirittura 100 milioni. Ma la principessa ha smentito arrabbiatissima. Seccata anche la nota ufficiale di Palazzo Chigi: «Il presidente Berlusconi non ha mai pensato di acquistare alcun dipinto di Caravaggio, nonostante le voci infondate apparse su alcuni quotidiani. Pertanto, non risponde affatto al vero l’indiscrezione che sia in corso una trattativa con la principessa Odescalchi, verso la quale il presidente nutre stima e simpatia». In effetti i due si conoscono, un anno fa Berlusconi è anche andato a cena nel meraviglioso palazzo di piazza dei santi Apostoli. Ma nessuno ha mai aperto né chiuso trattative. Le indiscrezioni citavano anche un interessamento del soprintendente del Polo museale romano, Rossella Vodret, ottima amica della principessa («non so niente di niente»). Addirittura la mano di un mediatore, l’antiquario Cesare Lampronti («smentisco»). Aggiunge la principessa: «Questo signor Lampronti... mai sentito o visto in vita mia. Il Caravaggio resta nella nostra casa. Lo abbiamo fatto restaurare con amore, lo esponiamo quando è giusto. Ma lo ripeto: non lo venderemo mai...».
P. Co.