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 2010  giugno 15 Martedì calendario

STORIE DI SACCHEGGI E RECUPERI. IN AUMENTO I PREDATORI DELL’ARTE E IL TRAFFICO INTERNAZIONALE

Un anello in oro con pasta vitrea incastonata, un bracciale in ossidiana, un orecchino di smeraldo, quindici vaghi d’oro per collana decorati con smeraldi emadreperla: il tesoretto è esposto nella prima teca della mostra «Dal sepolcro al museo. Storie di saccheggi e recuperi», aperta da oggi al 12 settembre nella Sala Gipsoteca del Vittoriano (ingresso gratuito da piazza Ara Coeli). Vi si possono ammirare le opere provenienti da scavi clandestini e recuperate dal gruppo della Guardia di Finanza a tutela dell’archeologia. Sono oltre un centinaio tra sculture, anfore in ceramica attica a figure nere, stele funerarie, vasi in argilla, sarcofagi lavorati con scene della vita del defunto, statue, architravi con fregi, candelabri monumentali. Quasi tutti provenienti da necropoli, ma tutti «fuori contesto»: ovvero non si conosce con precisione da quale tomba provengano, chi fossero i committenti e quali i defunti che ebbero l’onore di così importanti sepolture. Sono oggetti in un certo senso muti, che non possono più raccontare la loro storia. Questo succede perché «il tombarolo», che scava di notte e in fretta per eludere i controlli, oltre a rovinare spesso i reperti frantumandoli e mutilandoli, cancella tutte le tracce che servono agli studiosi per ricostruire le informazioni sulla vita delle persone alle quali gli oggetti sono appartenuti. La mostra è importante soprattutto per far capire come questo patrimonio, considerato il «tesoro degli Italiani», sia esposto sempre di più all’avidità dei predatori e del mercato clandestino internazionale. «Solo negli ultimi due anni - riferisce il comandante Massimo Rossi - l’impegno quotidiano dei finanzieri ha consentito il recupero e la restituzione alla comunità di 11.258 manufatti di interesse archeologico e di 416 dipinti, il sequestro di 136.873 opere contraffatte e la denuncia di 294 responsabili per violazione di natura penale, che rappresentano un incremento di circa il 50 per cento rispetto al biennio precedente».
Lauretta Colonnelli