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 2010  giugno 15 Martedì calendario

Il sottosuolo afghano vale 810 miliardi di euro. A questo ammontano, secondo i geologi del Pentagono, le enormi riserve di oro, litio, cobalto, gemme, rame e ferro che si nascondono sotto le coltivazioni di oppio

Il sottosuolo afghano vale 810 miliardi di euro. A questo ammontano, secondo i geologi del Pentagono, le enormi riserve di oro, litio, cobalto, gemme, rame e ferro che si nascondono sotto le coltivazioni di oppio. Jalil Jumriany, consigliere del ministero delle Miniere, è convinto che questi giacimenti «diventeranno la spina dorsale dell’economia» dell’Afghanistan (al momento ha un Pil che sfiora a malapena i 12 miliardi di dollari), il New York Times sostiene che sarà «l’Arabia Saudita del litio», i cinesi si sono già aggiudicati lo sfruttamento degli 11,3 milioni di tonnellate di rame della miniera di Aynak, vicino Kabul, nonostante le proteste di americani e canadesi (pare che Pechino, per assicurarsi la gara, oltre ai 3,5 miliardi di dollari previsti dal contratto, abbia sborsato 30 milioni in tangenti ). I giacimenti furono scoperti dai sovietici negli anni Ottanta. Durante il conflitto civile, un gruppo di afghani decise di nascondere le mappe, disegnate dai russi, nelle biblioteca geologia di Kabul, archiviandole come reliquie, per non farle trovare ai talebani. Solo nel 2004 gli americani misero le mani su quelle carte e dopo anni di ricerche e accertamenti hanno potuto confermare la ricchezza mineraria del paese. Ahmad Hujabre, impiegato al ministero dagli anni 70: «Le mappe c’erano, ma nessuno ha mai pensato ha svilupparne le potenzialità a causa degli ultimi trent’anni di guerra». Fausto Biloslavo Vedi anche articolo in sch. n. 213612 di FEDERICO RAMPINI, la Repubblica 15/6/2010