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 2010  giugno 15 Martedì calendario

L’EREDITA’ DEL PASTORE ANTI CAVALIERE. MESINA MEDIATORE

Aveva giurato 30 anni fa: «Berlusconi? Chiunque sia, non mi farò mettere la testa sotto i piedi. Sono da una vita in questi terreni, andrò via solo da morto». L’uomo che ha sfidato il Cavaliere è stato di parola: Paolo Murgia, pastore tosto, furbo, abile a far transumare le pecore quanto a fronteggiare (dotato di sola licenza elementare) schiere di avvocati, ha costretto Edilizia Alta Italia, gruppo Fininvest, a staccare un assegno di 700 e più mila euro per lasciare liberi i 500 ettari «contestati». Poche settimane fa ha chiamato il figlio: «Non voglio lasciar grane, vai in banca, i soldi sono lì». Murgia è morto sabato nella sua casa di Capo Ceraso, proprio dove il 40enne semisconosciuto Silvio Berlusconi voleva fare il bis di Milano 2: porto per 2500 imbarcazioni, ville e alberghi per 4 milioni e mezzo di metri cubi, via via ridotti fino a 250 mila e il nome Olbia 2 trasformato nel più accattivante Costa Turchese. Berlusconi non aveva messo in conto l’ostinato Murgia: «Ci pascolo dal 1964, i terreni sono miei per usucapione». Ricorda Mario, il figlio: «Arrivammo qui dopo un giorno di marcia, alle 4 del mattino, con 100 pecore. Avevo 13 anni. Quando ho saputo, mi sono messo a ridere. Vai contro Berlusconi? una cosa più grande di te, perderai». Capo Ceraso era allora un Far West: chi prima arrivava diventava padrone. Paolo Murgia era come in terra di nessuno, proprietà di un convento di frati di Bergamo: «Mai pagato una lira di affitto’ ha sempre sostenuto’ nessuno mi ha detto che dovevo andar via. Berlusconi? Mai visto né conosciuto, venivano altri a suo nome». Decenni di battaglie giudiziarie. Sentenze a favore, bozze di accordo. Prima richiesta: «Voglio 1 miliardo» (di lire). Più tardi Murgia ha vantato diritti di usucapione su altre centinaia di ettari e ha alzato il tiro: «Per andar via, dovrete darmi 3 milioni» (di euro). Negli ultimi tempi è stato ricoverato all’ospedale, ha avuto come un presentimento e ha deciso di chiudere la partita. E chi spunta fuori? Graziano Mesina. Sì, proprio l’ex numero 1 del banditismo sardo, uomo libero dopo più di 40 anni di carcere e per grazia ricevuta. Murgia conosceva Antonio, fratello di Grazianeddu. Raccontano di un incontro fra Murgia e Mesina: «Questa storia te la risolvo io». Vero o no? Nell’accordo fra i Berlusconi e il pastore’ riferisce ancora Mario Murgia – c’è una clausola. Una persona di reciproca fiducia vigilerà su quei terreni in modo che nessuno possa più entrarci. Quell’uomo è Mesina.
Alberto Pinna