Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  giugno 15 Martedì calendario

INCHIESTA GRANDI EVENTI - IL FILONE DI FIRENZE

(aggiornamento) -

La Cassazione ha deciso che deve essere spostato a Roma il filone fiorentino dell’inchiesta sulla cricca, quello che riguarda l’appalto per la costruzione della Scuola Marescialli dei Carabinieri di Firenze. La decisione è stata presa giovedì 10/6 accogliendo la richiesta dei legali di tre dei quattro indagati: l’ex procuratore alle Opere pubbliche toscane Fabio De Santis, l’avvocato Guido Cerruti e l’imprenditore Francesco De Vito Piscicelli. Il quarto indagato è l’ex provveditore ai Lavori pubblici Angelo Balducci.

Il processo sarebbe dovuto cominciare il 15 giugno, ora la Procura di Roma ripartirà da zero.
Lo scorso 25 marzo il Riesame aveva stabilito la «piena fondatezza» della competenza della procura toscana, in quanto era «ampiamente sussistente» la prova che la corruzione fosse avvenuta a Firenze, durante un incontro tra l’imprenditore Riccardo Fusi e Piscicelli, considerato dai magistrati un emissario dei romani Balducci e De Santis. I difensori di quest’ultimo hanno invece sostenuto davanti alla Suprema Corte l’impossibilità della corruzione «per conto terzi». (Marco Imarisio, Corriere della Sera 11/6; Antonio Massari, Il Fatto Quotidiano 11/6).

Piero Luigi Vigna, per tanti anni a capo della procura di Firenze, commenta così lo spostamento dell’inchiesta sui Grandi Eventi alla procura di Roma: «Certo che per un magistrato che ha lavorato per così tanto tempo su un’inchiesta vedersi spostare la competenza è senza dubbio un colpo al cuore. [...] Sono sicuro che dopo questo spostamento l’inchiesta subirà un grande ritardo. I colleghi di Roma impiegheranno molto tempo ad entrare nel problema, a leggersi migliaia e migliaia di carte» (Alessandra Arachi, Corriere della Sera 12/6).

Lunedì 14/6 hanno suscitato clamore le immagini dell’ex provveditore alle Opere pubbliche della Toscana, Fabio De Santis, che entra ammanettato nel cortile del tribunale del Riesame di Firenze, scortato dagli agenti della polizia penitenziaria insieme ad altri quattro detenuti. grande e massiccio, molto dimagrito e provato in viso. Passa a testa bassa per una ventina di metri fra due ali di cronisti e di fotografi. De Santis sta andando a spiegare ai guidici di Firenze che non è più necessario tenerlo in carcere dal momento che non ricopre più nessuna carica pubblica.

Martedì 15/6 il tribunale di Firenze ha negato la richiesta di scarcerazione avanzata da Fabio De Santis e Angelo Balducci. Dovrebbe arrivare a giorni la decisione del tribunale del riesame di Firenze, che ieri si è riunito per discutere i ricorsi di Balducci e De Santis contro il no pronunciato dal gip di Firenze il 5 marzo scorso alle richieste di scarcerazioni.

 dal 10 febbraio che De Santis e Angelo Balducci si trovano in carcere per corruzione nell’inchiesta sui Grandi Eventi. Mentre Balducci ha scelto di restare in cella e di far parlare i suoi avvocati, De Santis ha affrontato l’umiliazione delle telecamere per veder di persona i giudici. I suoi avvocati, Alfredo Gaito e Remo Pannain, si sono appellati ai media, pregandoli di non mandare in onda e di non pubblicare le immagini. Anche il garante della privacy è intervenuto: «I media si astengano dal diffondere riprese e fotografie di persone in manette». L’invito è stato accolto da tutti i tg, unica eccezione il Tg2. Il direttore Mario Orfeo ha deciso di mandare in onda le immagini «come atto di denuncia».

In realtà il codice di procedura penale è chiaro: una norma del 1999 (comma 6 bis dell’articolo 114) vieta la pubblicazione di immagini di persone ammanettate.

Per quanto riguarda il problema se i detenuti debbano o meno essere tradotti in manette, la legge 492 del 1992 stabilisce che nelle traduzioni di un singolo detenuto l’uso delle manette è obbligatorio «quando lo richiedono la pericolosità del soggetto o il pericolo di fuga o circostanze di ambiente che rendono difficile la traduzione». Altrimenti l’uso delle manette è vietato.
La legge stabilisce poi che nelle traduzioni collettive «è sempre obbligatorio l’uso di manette modulari multiple».
Nel caso di De Santis la via in cui si trovava il tribunale del Riesame era stretta e ha costretto il blindato a fermarsi sulla carreggiata per far scendere i detenuti. Inoltre i detenuti trasportati erano cinque (Franca Selvatici, la Repubblica 15/6; Marco Imarisio Corriere della Sera 15/6).

Il precedente:
Il 4 marzo 1993 Enzo Carra, ex portavoce di Arnaldo Forlani, venne portato nella gabbia degli imputati con i ceppi ai polsi, mentre i fotografi gli scattavano flash in faccia. Fu l’allora pubblico ministero Antonio Di Pietro a intervenire, ottenendo che i ferri gli venissero subito tolti. Da allora quelle immagini sono il termine di paragone (Marco Imarisio, Corriere della Sera 15/6).