Massimo Martinelli, Il Messaggero 15/6/2010; Beniamino Pagliaro, La Stampa 15/6/2010, 15 giugno 2010
L’ERGASTOLO AL PADRE MAROCCHINO CHE UCCISE SANAA
(riassunto) – l’ergastolo la sentenza per El Kataoui Dafani, l’uomo che lo scorso 15 settembre ha ucciso sgozzandola con un coltello la figlia diciottenne Sanaa, accusandola di condurre una vita troppo occidentale e di aver deciso di andare a vivere con il pordenonese Massimo De Biasio. Il processo è stato celebrato con rito abbreviato in udienza preliminare e l’uomo poteva sperare anche in 30 anni di carcere. Ma il punto nodale del processo, che era l’aggravante della premeditazione, è rimasto intatto. Il gup Patrizia Botteri, dopo tre ore di camera di consiglio, ha accolto sia l’impostazione del pm Maria Grazia Zaina che la sua richiesta finale. Partita dalla base dell’ergastolo, il pm aveva aggiunto l’isolamento diurno (aggravamento determinato dagli altri due reati di lesioni gravi continuate e porto di coltello). Ed è proprio l’isolamento diurno che è stato cancellato dallo sconto di pena previsto dal rito abbreviato, lasciando intatta la richiesta del carcere a vita. Il fidanzato della ragazza, arrivata a Pordonene con la sua famiglia di origine marocchina nel 2003, ha commentato: «L’ergastolo non è sufficiente».
La sentenza ha stabilito in 50mila euro la provvisione in favore di De Biasio, riconoscendo la simbolica cifra di un euro alla provincia di Pordenone, alla regione Friuli-Venezia Giulia e all’Associazione delle donne marocchine in Italia, che si erano costituite parte in causa al processo. Dovrà invece attendere l’eventuale causa civile il ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna.