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 2010  giugno 15 Martedì calendario

DA ZUMA ALLA FRANCIA SESSO E BUGIE, NON VIDEOTAPE

 vero, qui un uomo non si giudica più dal colore della pelle, si giudica dal numero delle donne, delle amanti, degli scandali e il voyeurismo mondiale aumenta l’ossessione.
Sex and the World Cup non è il solito elenco delle squadre dove il sesso è consentito e quelle dove è bandito, è curiosità strisciante, è metro di valore. Gli eroi che faranno dell’ascetismo l’arma segreta per la gloria e i frivoli che con la leggerezza minacciano il successo. Scontro mitologico o quasi e pazienza se il puntuale studio tedesco rivela che non c’è nessuna differenza di rendimento tra chi va in bianco nelle 48 ore che precedono la partita e chi si dà da fare. Pare che un rapporto medio smuova solo il 25 per cento di sforzo aerobico, il che non intacca la riserva di energia di un soggetto allenato. Archiviata la scienza, resta il fruscio di lenzuola. Neanche le infernali vuvuzela riescono a coprirlo.
Il primo a dover rendere conto della condotta morale è stato il Presidente della Repubblica, Jacob Zuma. Conferenza inaugurale, tutto il mondo a guardare e la seconda frase, giusto dopo «Benvenuti in Sudafrica», è stata: «Io e la mia famiglia non abbiamo perso il sonno per i gossip che circolano». Più che circolare invadono le conversazioni in ogni locale pubblico del Paese. Prima Zuma con le sue avventure extraconiugali e le confessioni di varie amanti che si aggiungono alle tante mogli ufficiali, poi una delle consorti costretta a interrompere un briefing sulla sicurezza per il messaggio: «La mia relazione con l’attore Joe Mafela risale a molto tempo prima che incontrassi Jacob». Alle confessioni seguono i sospetti: Benny McCarthy, idolo di Città del Capo, leggenda dei Bafana con 32 gol in Nazionale, sarebbe stato escluso per un festino. A spifferare i dettagli sul party, alcune invitate fiere di aver concupito un ragazzo in giallo. Vero o no i sudafricani fanno smorfie anche solo a sentirlo nominare, «non sa stare al suo posto».
Altro giro, altra lussuria. Sull’autostrada che collega Johannesburg a Pretoria, i cartelloni pubblicitari annunciano una «serie hot» sul canale Sabc2. in arrivo l’ultima fiction e promette: «Sesso scandalo e cinismo». L’onda rossa non risparmia neanche Mandela, è in uscita la biografia non autorizzata «Young Mandela», un racconto degli anni in cui - secondo lo scrittore David James Smith - il padre della patria era un donnaiolo. I telegiornali hanno riferito la notizia indignati, ma il «Sunday Independent» che domenica ha pubblicato una parte del primo capitolo è andato esaurito in poche ore. Eppure non ci sono rivelazioni scottanti, solo ipotesi di infedeltà durante il primo matrimonio ed echi su presunte (e smentite) violenze domestiche. Nulla che possa intaccare l’immagine di Madiba. ronzio di fondo e le notizie dai ritiri aggiungono pepe.
Dunga che predica rigore e ironizza sull’Argentina che lascia circolare in ritiro mogli e fidanzate. La Spagna che ordina il black out: vietati il sesso, l’alcol e twitter. L’Inghilterra concede avventure solo il giorno dopo la partita e il Sudafrica promette al popolo rinunce di ogni tipo. E deve ancora arrivare il pacco inviato al Peninzula Hotel, base della Francia. Visto che i Bleus sono lontani da Zahia, la squillo che ha inguaiato Ribery e compagni, un sex shop ha spedito oli per i massaggi, lubrificanti e manette pelose. Avvertite Domenech.