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 2010  giugno 15 Martedì calendario

PEC, UNA RIVOLUZIONE MANCATA

Altro che posta elettronica certificata (Pec), le pubbliche amministrazioni dialogano ancora con il fax. E a pagarne le conseguenze sono i professionisti che, dopo la corsa a garantire agli iscritti una casella di posta certificata, devono invece fare i conti con gli uffici periferici di Agenzia delle entrate, Inps e Inail che, nella maggior parte dei casi non possiedono neppure una tradizionale casella di posta elettronica, altro che certificata. E poiché il dialogo certificato è solo quello in cui entrambe le parti hanno delle caselle Pec, allora tutta la rivoluzione è praticamente incompiuta. Basta solo citare, a corredo delle difficoltà lamentare dagli ordini provinciali ascoltati da ItaliaOggi, che il ministero delle infrastrutture ha attiva una sola casella Pec.
Gli inadempienti. A fare le maggiori resistenze secondo quanto risulta a ItaliaOggi sono proprio gli uffici periferici. «L’Inps provinciale di Reggio Emilia», dice Antonella Ricci, presidente dell’ordine dei consulenti del lavoro di Bologna, «fa resistenza a utilizzare questo strumento. C’è un’unica Pec che arriva in via esclusiva a un unico soggetto che deve smistare una mole infinita di documentazione. E non può farlo». Sulla stessa scia «anche la direzione provinciale del lavoro di Bologna con la quale era necessario uno cambio reciproco di posta certificata per dar seguito ad un protocollo sottoscritto con il ministero del lavoro, ma gli uffici in questione non avevano attivato la Pec».