Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  giugno 15 Martedì calendario

Torrisi Salvatore

• Catania 1 novembre 1957. Avvocato. Politico. Nel 2008 eletto alla Camera col Pdl. Nel 2010 presentò una proposta di legge costituzionale (un solo articolo), ddl 3.317 sulla «Modifica dell’art. 21 della Costituzione in materia di divieto di pubblicazioni lesive della dignità della persona e del diritto alla riservatezza» • «Un solo articolo per delimitare, circoscrivere, condizionare la libertà di espressione. E opporle il paletto del ”diritto alla riservatezza” [...] Obiettivo: intervenire su uno degli articoli più delicati della Carta, quello che riconosce a ”tutti” il ”diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero” e alla stampa la libertà da qualsiasi forma di ”autorizzazione o censura”. Un articolo che vieta al contempo la pubblicazione di tutto ciò che, tra l’altro, è ”contrario al buon costume”. Ebbene, il parlamentare pidiellino fa leva proprio sul concetto di ”buon costume” che, sottolinea nell’introduzione al ddl, ”è piuttosto indefinito”. Quindi, denuncia ”l’imbarbarimento della vita politica in quest’ultimo anno: la causa prima risiede nella perdita da parte degli organi di informazione di ogni rispetto per la dignità della persona, come testimoniano le tante recenti vicende di cronaca”. E il riferimento è agli scandali che hanno toccato la vita pubblica e privata del premier Berlusconi. Così, l’articolo unico di Torrisi propone ora di estendere il divieto dettato dalla Costituzione per gli atti contrari al buon costume, anche agli atti ”lesivi della dignità della persona o del diritto alla riservatezza”. Modifica costituzionale, allora, per difendere meglio la persona ”nella privacy, dalla diffusione di particolari della propria esistenza”. Torrisi era balzato agli onori della cronaca [...] quando aveva querelato il governatore siciliano Raffaele Lombardo. Il presidente della Regione lo aveva additato, insieme con altri politici siciliani, per i presunti rapporti con un ex consigliere locale arrestato per mafia» (c.l., ”la Repubblica” 15/6/2010).