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 2010  maggio 01 Sabato calendario

SOLO LA BOMBA ATOMICA BATTEREBBE L’ABUSIVISMO

Anni fa era via Masseria Grande, un lungo sentiero che tagliava gli agrumeti nel quartiere Pianura, a monte della baia di Pozzuoli: panorama stupefacente, con l’isolotto di Nisida che si stagliava sul mare blu cobalto. Oggi è via Euclide, un budello asfaltato male dove i limoneti e gli aranceti sono stati sacrificati all’altare del cemento abusivo che preclude la vista del mare. Della campagna è rimasto uno scampolo: piccoli segmenti di verde su cui la natura si ostina a spruzzare qui e lì il giallo delle ginestre e il rosso dei papaveri. «Ecco, questa secondo me è la fotografia di Napoli per quanto riguarda l’abusivismo. Qualcosa da salvare c’è ancora. Il resto è perso, solo una bomba atomica riuscirebbe a eliminare lo scempio compiuto». Ricorre al paradosso, Aldo De Chiara, procuratore aggiunto, capo de pool che nel palazzo di giustizia si occupa dei reati ambientali. Una guerra improba la sua, tenuto conto del fatto che, fra la procura della repubblica e la procura generale, pendono circa 12 mila procedimenti per demolizioni, e che in tutta la Campania Legambiente ha fissato nell’iperbolica cifra di 60 mila le case costruite illegalmente negli ultimi dieci anni.
De Chiara ha dedicato buona parte della carriera alla lotta ai pirati del cemento: dal 1981 al ”94 è stato pretore, specializzato in reati ambientali. «Quando ancora c’erano le preture i procedimenti erano molto più spediti: il pretore indagava e giudicava. Poi tutto è cambiato, le pratiche dovevano passare al vaglio di molti uffici, con il risultato che sono trascorsi anni prima della definizione dei processi e i reati sono stati troppo spesso prescritti».
E’ così i costruttori abusivi il più delle volte sono riusciti farla franca. Che non abbiano avuto troppi problemi lo si vede percorrendo via Sant’Ignazio di Loyola, sulla collina dei Camaldoli, la più alta della città, che con i suoi 147 ettari doveva essere un grande parco metropolitano. Il cemento, di ettari, ne ha già divorati una quarantina. E via Loyola è stata trasformata in una strada a scorrimento veloce intrappolata fra piccoli condomini e ville con giardino. «Case dignitose, non orrende, ma assolutamente illegali», commenta De Chiara, che racconta come fino a non molti anni fa l’edificazione selvaggia fose una pratica ordinaria e pressocché garantita dall’impunità. Ricorda, il magistrato, di un edificio in costruzione a cui furono messi i sigilli: il direttore dei lavori era un geometra del Comune. I palazzinari si sentivano al sicuro, e pure le imprese: «Abbiamo scoperto casi in cui a eseguire i lavori abusivi erano le stesse ditte incaricate degli abbattimenti».
E’ proprio vero, dice De Chiara: la lotta all’abusivismo è un’impresa titanica. «Lo Stato è praticamente assente e gli enti locali non collaborano - spiega De Chiara -: la politica ha bisogno di consensi. I voti non si ottengono certo agevolando l’abbattimento delle case ma tollerando e in molti casi incoraggiando l’abuso, e legittimando di fatto le proteste in piazza di chi ha commesso un reato». «E poi - aggiunge il magistrato - c’è il problema serio del piantonamento dei cantieri a cui sono stati posti i sigilli. Le forze che abbiamo a disposizione non bastano, per controllare tutte le costruzioni abusive scoperte non basterebbe l’esercito. Il risultato è che, per una speculazione bloccata, ne vengono ultimate altre dieci».
De Chiara dice che le cose sono addirittura peggiorate rispetto agli Anni Novanta. «Alle speculazioni in grande stile, con i parchi residenziali e i mega-condomini, si è aggiunta la costruzione delle ville. Dietro c’è quasi sempre la camorra che, quando non interviene direttamente per riciclare i capitali sporchi, guadagna attraverso la fornitura del materiale edilizio». E che il magistrato dica il vero è dimostrato in via Loyola, che pullula di cartelli con la scritta «vendesi». Gli avvisi riguardano prevalentemente ville unifamiliari: un andamento del mercato illegale, questo, che dfficilmente si coniuga con «l’abusivismo di necessità» invocato dalla politica e che ha indotto il Governo a varare un decreto che blocca le ruspe in Campania fino al 2011, sia pure tenendo fuori dalla proroga le zone con vincolo paesaggistico come Ischia, Capri e Procida e parte di Napoli.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge, proposto dal ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, che istituisce la «Giornata Nazionale della Biciclett«» che si svolgerà ogni anno la seconda domenica di maggio. Il provvedimento inoltre prevede una serie di iniziative volte a favorire una mobilità ecologica e sostenibile. Il «Bici Day», che quest’anno si svolgerà il 9 maggio, con manifestazioni in oltre 1200 Comuni, rappresenta una festa delle due ruote per appassionati e famiglie ma anche un’occasione di sensibilizzazione verso una mobilità ecologica e sostenibile qual è quella delle due ruote.