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 2010  maggio 01 Sabato calendario

DAGOSPIA RACCONTA LE MACERIE DELLA POLITICA" - ROMA

«La verità è che Dagospia racconta le macerie della politica, il potere reale è in mano all´economia, la politica è finita con la dissoluzione dei partiti storici. Prenda Marrazzo, che due mesi dopo l´irruzione nella casa dei trans annuncia addirittura la sua ricandidatura alla Regione. Nella Prima Repubblica il partito avrebbe appreso tutto subito e gli avrebbe imposto di lasciare perdere, i carabinieri sarebbero stati trasferiti in Sardegna, e nessun italiano ne avrebbe saputo nulla». Dagospia, il sito di gossip "alto" di Roberto D´Agostino, compie 10 anni. Molte notizie in anteprima - l´ultimo scoop è stato quello sul contratto alla suocera di Fini, poi rilanciato dal Giornale - retroscena, malignità assortite, fotogallery di vip chini su ricchi buffet, belle dame siliconate.
Finire su Dagospia fa status. "Cafonal", la rubrica del fotoreporter Umberto Pizzi che sorprende i vip nello slancio vitale dell´esibizionismo, coglie lo spirito del tempo. Infatti è da tempo oggetto di studio, anche accademico: D´Agostino l´altro giorno non a caso era ospite alla Sapienza. «La sinistra pensa che Berlusconi sia la causa di tutto ciò, invece è l´effetto. Quei volti ritratti da Pizzi non ci dicono quello che sono, ma quello che vorrebbero essere. Gente felice di poter dimostrare di avere compiuto la sua scalata. Come Berlusconi, il "Cafonal" per eccellenza. Lui è l´irresistibile parvenu brianzolo, l´arcitaliano che ha messo i piedi in tutti i santuari del potere e lo sbandiera al Paese. Sia chiaro: "Cafonal" non è il burino classico, è la cafoneria trasformata nella moderna vita sociale».
A fare materialmente Dagospia sono in tre. Funziona: 600mila pagine aperte al giorno, ogni utente vi sosta in media 12 minuti. D´Agostino riceve 500 mail al giorno. «Sa, è pieno di gente che vuol togliersi i sassolini dalle scarpe». «Non sono diventato ricco, ci campo. Ho capito che le citazioni per danni e le querele sono soprattutto forme d´intimidazione. Se Berlusconi mi abbia mai chiamato? Scherza? L´ho visto una volta, nel ”90, quando uscì il mio film, "Mutande pazze". Eravamo a casa di Cecchi Gori, mi venne incontro sorridendo, unì le mie mani a quelle della mia fidanzata di allora benedicendo il nostro matrimonio. Pensai: "Questo qui che vuole?". Comunque, per me dura, dura fino al 2013».