Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  maggio 01 Sabato calendario

LE SCOMMESSE DEI MERCATI COME SI VENDE ALLO SCOPERTO

Lei scrive che «la massa vagante degli speculatori, dopo avere messo la Grecia nel carniere, partirebbe alla ricerca di nuove vittime». Ma che si può fare per fermarli? Il fatto che una nazione si salvi da questi personaggi dipende solo dalla serietà e onestà della sua classe politica ed economica (ossia grandi industriali e banchieri)?
Luca Cremaschi
lucacremaschi@inwind.it
Caro Cremaschi, prima di rispondere alla sua domanda’ se e che cosa occorra fare per fermare la speculazione – cercherò di descrivere il metodo preferito dagli speculatori. Si chiama in italiano «vendita allo scoperto » e in inglese «short selling». Il venditore prende a prestito, generalmente da un gestore di fondi, un certo numero di titoli pubblici (bond) o azioni industriali, li vende, incassa il frutto della vendita e promette di restituirli al prestatore nella data fissata dal contratto. La sua speranza, naturalmente, è di ricomprare gli stessi bond e le stesse azioni a un prezzo più basso di quello praticato dal mercato nel momento in cui li aveva venduti. Proviamo a riassumere: lo speculatore vende ciò che non ha, incassa il prezzo della vendita e scommette il suo denaro sulla possibilità che l’azienda o lo Stato di cui ha comperato i titoli abbiano, nell’intervallo fra la vendita e la restituzione, un fase difficile se non addirittura catastrofica.
 illegale? In linea di principio no. immorale? Non mi sembra immorale che una persona scommetta, in positivo o in negativo, sul valore futuro di un bene. Lo fanno i collezionisti quando comprano a buon prezzo le opere di un artista sconosciuto. Lo facciamo noi tutti quando corriamo nei negozi a comperare un bene di cui prevediamo il rincaro. Lo fanno i grossisti quando riempiono imagazzeni per fare fronte alla possibile penuria di un prodotto e non esitano ad alzarne i prezzi quando è giunto il momento di rivenderlo. Dopo tutto anche il collezionista, l’uomo della strada e il grossista corrono un rischio. Il primo potrebbe comprare le «croste» di un pittore che resterà sconosciuto. Il secondo e il terzo potrebbero riempire la casa e il magazzeno di beni inutili di cui dovranno prima o dopo sbarazzarsi. A quanti speculatori è accaduto di dovere pagare, per onorare il contratto, un prezzo più alto di quello che avevano incassato al momento della vendita?
Il problema, se mai, è di etica professionale. Se il proprietario di un portafoglio gestito da una banca le chiede di fare con il suo denaro un’operazione «allo scoperto», questa ha l’obbligo di assisterlo. Ma è giusto che una banca si serva del denaro dei suoi clienti per operazioni spericolate che procurano, se vanno in porto, dividendi agli azionisti e gratifiche (bonus) ai dirigenti, ma danneggiano, se vanno male, soprattutto i risparmiatori? quanto è accaduto negli scorsi anni, soprattutto negli Stati Uniti, ed è questa la ragione della grande riforma che il presidente americano ha messo in cantiere.
Ancora più grave è la possibilità che lo speculatore, anziché limitarsi a sperare nella caduta del valore dei titoli presi a prestito, si adoperi in modi segreti e inconfessabili perché accada. Questo, incidentalmente, è il sospetto che ha indotto la Security Exchange Commission (l’agenzia americana che vigila sulle operazioni di Borsa) ad aprire una indagine sul comportamento di una grande banca d’affari americana, Goldman Sachs, nella crisi dei mutui. Ma se escludiamo questi casi controversi, caro Cremaschi, credo che la speculazione appartenga alla cultura del mercato e sia per molti aspetti l’olio che assicura il buon funzionamento dei suoi ingranaggi.
Sergio Romano