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 2010  maggio 02 Domenica calendario

APPUNTI SU PAOLO FRESU


La banda del paese e i maggiori premi internazionali, la campagna sarda e i dischi, la scoperta del jazz e le mille collaborazioni, l’amore per le piccole cose e Parigi.
Esiste davvero poca gente capace di mettere insieme un tale abbecedario di elementi e trasformarlo in un’incredibile e veloce crescita stilistica.
Paolo Fresu c’è riuscito proprio in un paese come l’Italia dove - per troppo tempo - la cultura jazz era conosciuta quanto Shakespeare o le tele di Matisse, dove Louis Armstrong è stato poco più che fenomeno da baraccone di insane vetrine sanremesi e Miles Davis scoperto "nero" e bravo ben dopo gli anni di massima creatività.
La "magia" sta nell’immensa naturalezza di un uomo che, come pochi altri, è riuscito a trasportare il più profondo significato della sua appunto magica terra nella più preziosa e libera delle arti.
A questo punto della sua fortunata e lunga carriera, non serve più enumerare incisioni, premi ed esperienze varie che lo hanno imposto a livello internazionale e che fanno sistematicamente ed ecumenicamente amare la sua musica: dentro al suono della sua tromba c’è la linfa che ha dato lustro alla nouvelle vague del jazz europeo, la profondità di un pensiero non solo musicale, la generosità che lo vuole "naturalmente" nel posto giusto al momento giusto ma, soprattutto, l’enorme ed inesauribile passione che lo sorregge da sempre.
Il presente di Paolo è – come al solito – turbinoso, degno dell’artista onnivoro e creativo che tutti riconoscono in lui.
Oggi è fatto del suo storico quintetto che sta per girare la boa dei 25 anni di piena collaborazione e stima reciproca, ma è anche quello del quartetto ”Devil”, pronto a riscattare – con un nuovissimo cd - i successi del celebrato ”Angel” che impose Paolo all’attenzione europea più o meno una decina di anni fa.
Crescono poi le importanti realtà contemporanee: il duo con Uri Caine (gli ultimi appuntamenti concertistici sono stati un vero e proprio trionfo con altrettanti esauriti in tutto il paese) e la collaborazione con Carla Bley e Steve Swallow (la grande signora del jazz moderno si è letteralmente innamorata del suono di Paolo e nel lavoro discografico dei suoi ”Lost Chords” ci sono anche diverse composizioni scritte appositamente da Carla per Paolo) sono soltanto alcune di queste.
Il suo presente più attuale lo vede attivo, in ottica più esterofila, in trio con Richard Galliano e il pianista svedese Jan Lundgren (’Mare Nostrum”) e in diverse nuove avventure con nuovi importanti nomi dell’entourage jazzistico contemporaneo quali Omar Sosa, Gianluca Petrella, il coro polifonico corso ”A Filetta”, e – ancora – con Dhafer Youssef e Eivind Aarset.
Interessanti sono poi i progetti con alcuni grandi nomi del mondo letterario e teatrale italiano (Ascanio Celestini, Lella Costa, Stefano Benni, Milena Vukotic) oltre, infine, a una nuova serie di piccole ma importanti collaborazioni con la musica ”intelligente” delle frange popolari italiane. Musica per il Cinema e ”progetti speciali” come il suo straordinario ”a solo” teatrale che ha paralizzato 3.000 spettatori all’Auditorium di Roma o un incantato teatro Metastasio a Prato chiudono il cerchio.

Anche se sarebbe un errore dimenticare le strizzatine d’occhio verso il mondo ”classico” che potrebbero presto riservare sorprese con lavori ad hoc in cui possono venire coinvolti quartetti d’archi che guardano avanti e grandi eroi dell’avantgarde music.
Vittorio Albani

(dal sito)


Una sorta di vera e propria gara di velocità, nella migliore tradizione statunitense del termine con protagonisti alcuni fra i migliori trombettisti della storia del jazz moderno italiano. Alla fine del primo concerto, nato quasi per caso al festival di Berchidda, si ricorda un curioso andirivieni di centinaia e centinaia di persone sotto il palco che chiedevano insistentemente di poter acqusitare immediatamente un disco che ancora non esisteva.

Paolo Fresu, Marco Tamburini, Fabrizio Bosso, Flavio Boltro, Franco Ambrosetti - tromba;
Dado Moroni - pianoforte;
Pietro Leveratto - contrabbasso;
Stefano Bagnoli - batteria.

Disco di riferimento: Italian Trumpet Summit ’A Night in Berchidda’ [2cd] - Time in Jazz 2002 (Italia)




Il 9 Febbraio, al Teatro Delle Celebrazioni di Bologna, Paolo Fresu si esibira’ con Ludovico Einaudi per raccogliere i fondi che finanzino il viaggio per la Sardegna degli studenti e lavoratori emigrati e chiamati alle urne e che si riconoscono nella coalizione di Renato Soru. Info: megliosuonare@gmail.com oppure 3407875055. Tutte le info nella sottosezione SPOT delle NEWS.

Luca Devito



nizia lo studio dello strumento all’età di undici anni nella banda musicale Bernardo De Muro di Berchidda, suo paese natale. Dopo varie esperienze di musica leggera, scopre il jazz nel 1980 ed inizia l’attività professionale nel 1982 frequentando dapprima i seminari senesi e registrando quindi per la RAI sotto la direzione di Bruno Tommaso.

Nel 1984 si diploma in Tromba presso il Conservatorio di Cagliari con il M° Enzo Morandini e frequenta successivamente la facoltà universitaria del DAMS (sezione Musica) presso l’Università di Bologna.

Ha collaborato con la cantante Alice nei dischi Charade e Viaggio in Italia.

Jazzista di fama internazionale, vive tra Bologna, Parigi e la Sardegna.





Oltre al proprio quintetto (con Tino Tracanna, Roberto Cipelli, Attilio Zanchi, Ettore Fioravanti, in passato a volte ampliato a sestetto con la presenza di Gianluigi Trovesi o del belga Erwin Vann) Paolo Fresu dirige o co-dirige svariate formazioni, tra le quali:

* Il duo con Furio Di Castri.
* Il Trio P.A.F. (Paolo Fresu – Antonello Salis – Furio Di Castri).
* Il quartetto Devil (con Bebo Ferra, Paolino Dalla Porta e Morten Lund).
* Heartland assieme a David Linx e Diederik Wissels.
* Il duo con Dhafer Youssef (spesso trio con il norvegese Eivind Aarset).
* Il duo con Uri Caine ed alcuni altre formazioni in duo con pianisti vari come Nico Morelli, Alain Jean-Marie, Roberto Cipelli, Danilo Rea e Bojan Zulfikarpacic.
* Il progetto Fresu & Quartetto Alborada, Kind of Porgy and Bess (con Nguyên Lê, Antonello Salis, Dhafer Youssef, Morten Lund e Furio Di Castri).
* Porgy and Bess assieme all’Orchestra Jazz della Sardegna (Blue Note Orchestra).
* La Italian Trumpet Summit con i trombettisti Franco Ambrosetti, Flavio Boltro, Marco Tamburini e Fabrizio Bosso.

Inoltre svariati progetti legati alla musica tradizionale della Sardegna:

* Sonos ’e memoria (con Elena Ledda, Luigi Lai, il coro Su Cuncordu ’e su Rosariu di Santu Lussurgiu, Antonello Salis, Federico Sanesi ed altri).
* Ethnografie (con Dhafer Youssef, Elena Ledda, David Linx, Diederik Wissels, Eivind Aarset, Joëll Allouche, l’Orchestra da camera Gli Arconauti ed altri) del 2003.
* Il Rito e la Memoria con le tre Confraternite sarde di Castelsardo, Orosei e Santu Lussurgiu oltre al Quartetto Alborada nel 2004 su commissione del festival Musica dei Cieli.




Dalla metà degli anni Ottanta è sempre stato presente ai vertici delle classifiche del Top Jazz della rivista Musica Jazz sia come miglior musicista che come leader di gruppi o con proprie produzioni discografiche.

• 1984 Miglior nuovo talento del jazz italiano (Musica Jazz).





Paolo Fresu è una delle personalità più importanti, più note ed amate in Italia e nel mondo del jazz nostrano, ma serviva questa biografia ”anomala” come la definisce l’autore Luigi Onori per rendere piena visibilità all’attività ormai più che ventennale del trombettista sardo. una "biografia a due voci" in cui Fresu viene raccontato e si racconta, narrando per vie tematiche più che cronologiche, il suo essere sardo e il suo cosmopolitismo, i suoi viaggi nel mondo e nella coscienza, la sua filosofia di musicista; rivive e fa rivivere le mille iniziative intraprese negli anni: dalla vasta produzione concertistica e discografica in varie formazioni, alla musica per film, all’incredibile festa-festival Jazz in Time, che ormai da quindici anni movimenta l’agosto della natìa Berchidda. In Talkabout le sue innumerevoli collaborazioni, i suoi interessi voraci di vita, emozioni e soprattutto musica sono ripercorsi con dovizia di particolari, spesso narrati direttamente dalla "voce" di Fresu, tanto peculiare come musicista quanto come narratore di sé. Ne esce il ritratto di un uomo e di un artista completi, protagonisti di un quadro pieno di fascino e minuziosamente dettagliato, come una tela fiamminga. Luigi Onori ci regala questo accurato dipinto, permettendoci di guardare in fondo all’anima di un artista, Fresu, la cui umanità va di pari passo con la sua ispirazione musicale.

Luigi Onori (Roma, 1956), critico musicale e saggista, collabora con ”Il Manifesto” dal 1981 e ha scritto a lungo per la rivista ”Musica Jazz”. Ha pubblicato vari volumi di studi tra cui Il jazz e l’Africa (Stampa Alternativa, 2004). Collabora con la Casa del Jazz di Roma.

aolo Fresu (nato il 10 febbraio 1961 a Berchidda, in Sardegna(SRD) è un trombettista jazz sardo.

Inizia lo studio dello strumento all’età di undici anni nella banda musicale Bernardo De Muro di Berchidda, suo paese natale. Dopo varie esperienze di musica leggera scopre il jazz nel 1980 ed inizia l’attività professionale nel 1982 frequentando dapprima i seminari senesi e registrando quindi per la RAI sotto la direzione di Bruno Tommaso.

Nel 1984 si diploma in Tromba presso il Conservatorio di Cagliari con il M° Enzo Morandini e frequenta successivamente la facoltà universitaria del DAMS (sezione Musica) presso l’Università di Bologna.