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 2010  maggio 02 Domenica calendario

QUANTO GUADAGNANO I POLITICI


2008-2010

Il ministro più ricco del governo Prodi è Giuliano Amato, che nella dichiarazione dei redditi per il 2005 ha denunciato oltre 420 mila euro (La Stampa 18/4/2007, pagina 6).

Giuliano Amato, che ha rinunziato al suo stipendio di 150.000 euro all’anno come presidente dell’Enciclopedia italiana (Simonetta Fiori, la Repubblica 28/10/2009).

Quando Singapore, nel 2007, alzò gli stipendi dei funzionari di governo, il primo ministro Lee Hsien Loong annunciò che lui personalmente vi avrebbe rinunciato, anticipando così le perplessità del pubblico.

Unica «proposition» approvata dagli elettori di Schwarzenegger è quella che vieta ogni au¬mento retributivo per parla¬mentari e pubblici ammini¬¬stratori quando il bilancio è in passivo (ieri sono stati ri¬dotti del 18% gli stipendi dei funzionari dello Stato con ca¬riche elettive) (Massimo Gaggi, Corriere della sera 21/5/2009)

Le province prevedono un sostanzioso «gettone» per 104 presidenti di giunta (61.569 euro all’anno), 104 vicepresidenti (45.913 euro), 894 assessori (40.963), 104 presidenti del consiglio (39.691 euro) e un esercito di 3.001 consiglieri a 21.131 euro all’anno ciscuno. Il totale? L’enormità di 4.207 stipendi e 115.317.877 euro di spesa.

gli stipendi dei parlamentari la cui produttività non viene comparata con quella dei colleghi nel mondo (i congressmen guadagnano 36mila euro in meno all´anno. La recente indagine Luiss sulla classe dirigente, guidata da Carlo Carboni, aveva aggiunto un bel mattone all´edificio critico: la politica manda in parlamento sistematicamente figure di scarsa qualità e alta lealtà che tendono a mantenere lo status della leadership che li ha cooptati. Il merito resta fuori perché nel contesto politico italiano appare minaccioso: segreterie deboli, di sinistra, di destra e di centro, grazie a una legge elettorale costruita ad hoc, adottano schiere gregarie per non impensierire leader fragili. E i «leali» in esubero vengono sistemati in aziende regionali, comunali e simili, dovunque possibile, con un progressivo abbassamento della qualità manageriale (Giancarlo Bosetti, la Repubblica 20/11/2008, pagina 30)

Stando a uno studio del professor Antonio Merlo dell’Università della Pennsylvania, che ha monitorato gli stipendi dei politici americani, quelle agendine costano da sole esattamente 28.000 euro (abbondanti) più dello stipendio annuale dei governatori del Colorado, del Tennessee, dell’Arkansas e del Maine messi insieme. vero che quei quattro sono tra i meno pagati dei pari grado, ma per guidare la California che da sola ha il settimo Pil mondia-le, lo stesso Arnold Schwarzenegger prende (e restituisce: «Sono già ricco») 162.598 euro lordi e cioè meno di un consigliere regionale abruzzese. Sono tutti i governatori statunitensi a ricevere relativamente poco: 88.523 euro in media l’anno. Lordi. Meno della metà, stando ai dati ufficiali pubblicati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, degli emolumenti lordi d’un consigliere lombardo. Oppure, se volete, un quarto di quanto guadagna al mese il presidente della Provincia autonoma di Bolzano Luis Durnwalder, che porta a casa 320.496 euro lordi l’anno. Vale a dire quasi 36.000 euro più di quanto guadagna il presidente degli Stati Uniti.(...)
Ma soprattutto dei nuovi vitalizi ai 57 membri non rieletti e dei 7.251.000 euro scuciti per pagare gli «assegni di solidarietà» ai senatori rimasti senza seggio. Come Clemente Mastella. Il cui «assegno di reinserimento nella vita sociale» (manco fosse un carcerato dimesso dalle patrie galere) scandalizzò anche Famiglia Cristiana che gli chiese di rinunciare a quei 307.328 euro e di darli in beneficenza. Sì, ciao: «La somma spetta per legge a tutti gli ex parlamentari». Fine. Grazie alle vecchie regole, il «reinserimento nella vita sociale» di Armando Cossutta è costato 345.600 euro, quello di Alfredo Biondi 278.516, quello di Francesco D’Onofrio 240.100. Un pedaggio pagato, ovviamente, anche dalla Camera. Dove Angelo Sanza, per fare un esempio, ha trovato motivo di consolazione per l’addio a Montecitorio in un accredito bancario di 337.068 euro. Più una pensione mensile di 9.947 euro per dieci legislature. Pari a mezzo secolo di attività parlamentare. Teorici, si capisce: grazie alle continue elezioni anticipate, in realtà, di anni «onorevoli » ne aveva fatti quattordici di meno. Un dono ricevuto anche da larga parte dei neo-pensionati che erano entrati in Parlamento prima della riforma del 1997 e come abbiamo visto si erano tirati dietro il privilegio di versare con modica spesa i contributi pensionistici anche degli anni saltati per l’interruzione della legislatura. Come il verde Alfonso Pecoraro Scanio, andato a riposo a 49 anni appena compiuti con gli 8.836 euro al mese che spettano a chi ha fatto 5 legislature pur essendo stato eletto solo nel 1992: 16 anni invece di 25. Oppure il democratico Rino Piscitello: 7.958 euro per quattro legislature nonostante non sia rimasto alla Camera 20 anni ma solo 14. Esattamente come il forzista Antonio Martusciello. Che però, con i suoi 46 anni, non solo ha messo a segno il record dei baby pensionati di questa tornata ma ha trovato subito una «paghetta» supplementare come presidente del consiglio di amministrazione della Mistral Air: la compagnia aerea delle Poste italiane (Sergio Rizzo Gian Antonio Stella (Brano tratto da «La Casta», nuova edizione aggiornata), Corriere della Sera 12/11/2008)

KOSOVO - In Kosovo, gli statali guadagnano 250 euro al mese, spendendo per bollette e spesa quanto gli italiani. Nel 2009, gli stipendi dei parlamentari kosovari sono aumentati del 50%, raggiungendo i 1.150 euro mensili.

Nonostante la crisi stia imponendo sacrifici duri agli italiani, le spese per il Parlamento continuano a lievitare. Crescono per cominciare le uscite dalla Camera. Secondo una stima del consiglio di presidenza contenuta nel bilancio di previsione, nel 2009 la spesa complessiva dovrebbe attestarsi a 1 miliardo e 82 milioni di euro, l’1,3 per cento in più rispetto al 2008. Fermi indennità e vitalizi dei parlamentari (nel progetto di bilancio 2008 messi in conto 167 e 139 milioni rispettivamente) bloccati per cinque anni, salgono invece di oltre il 3 per cento, a causa degli automatismi contrattuali, i costi per gli stipendi e le pensioni del personale, per il 2008 attestati rispettivamente su 271 e 176 milioni. Stessa musica anche al Senato dove non si fanno previsioni per il 2009 ma si valutano i risultati provvisori del 2008. Cosa dicono queste cifre? Che anche nell’ultimo anno la spesa complessiva è cresciuta di circa il 2 per cento facendo salire a oltre 530 milioni di euro i costi complessuvu. Com’è articolata esattamente la spesa? Secondo gli ultimi dati ufficiali, quelli relativi al 2007, a pesare di più non sono i senatori, per i quali si sono spesi circa 47 milioni per le indennità e 72 per i vitalizi. Molto di più assorbono i dipendenti: 131 milioni per remunerare quelli in carica, 77 milioni per gli ex in pensione (L’Espresso, 12 marzo 2009)

De Michelis, la Zanicchi e gli altri assenti giustificati e non, che tra indennità e spese varie nell’europarlamento incassano più di 35 mila euro al mese, sono in ottima compagnia (Emiliano Fittipaldi, L’Espresso, 12 febbraio 2009)

Lo stipendio di Luis Zapatero è di 91.982 euro lordi annuali in dodici mensilità. Cifra che, sommando l’indennità parlamentare, lo porterebbe ad avere 149.377 euro ma per consuetudine il premier spagnolo (al quale spetta la casa e la totale copertura delle spese di servizio) rinuncia. Carte alla mano, il premier italiano, nonostante la riduzione del 30% disposta da Romano Prodi per gli stipendi dei componenti di governo, arriva a guadagnare, indennità e benefit parlamentari compresi, 324.854 euro lordi l’anno. Né la differenza è meno sensibile per i ministri. Si dirà: sono paragoni da prendere con le molle. E’ vero. Ma, con una ricchezza nazionale pro-capite identica (26.100 euro l’anno) nei due paesi, non può non spiccare la distanza perfino tra gli emolumenti che spettano a chi sta ai vertici di alcune istituzioni parallele ai palazzi delle politica. Solo un paio di esempi: a Madrid i presidenti del Tribunal Supremo (la nostra Cassazione) e del Tribunal Constitucional (paragonabile alla nostra Consulta) hanno uno stipendio lordo annuo di 146.342,58 euro. I loro omologhi italiani ne ricevono rispettivamente, sempre al lordo, 274mila e 444mila. Quanto al Tribunal de Cuentas, la Corte dei conti spagnola, costerà nel 2009 60 milioni di euro: vale a dire un quinto della nostra, che l’anno prossimo peserà sui cittadini per 281 milioni. Consoliamoci: fino a quest’anno ne costava venti di più. Sergio Rizzo Gian Antonio Stella (Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, Corriere della Sera 15/11/2008)

Bersani, Di Pietro e Letta jr? Il magnifico trio appena sceso in campo contro l’abbassamento delle tasse se ne può allegramente infischiare: tutti e tre dovrebbero versare al fisco il 43% del loro reddito, più i contributi per assistenza e previdenza. Ma facendo parte (...) (...)della casta dei mandarini che le leggi le impone agli altri lasciando per sé un trattamento di lusso, i Bersani- Di Pietro e Letta jr all’erario girano il 17,36% di quel che davvero finisce nelle loro tasche, come capita per altro a chi è stato eletto alla Camera (e al Senato il fisco è ancora più leggero: 15,32%). Chi ha un reddito imponibile di 9 mila euro lordi all’anno, pari a 692 euro lordi al mese, paga in proporzione più tasse del segretario del Pd, del suo vicesegretario e dal padre-padrone dell’Italia dei valori: il 23 per cento.

Oggi i deputati si intascano netti ogni mese 5.486,58 euro, dopo avere pagato ritenute previdenziali di 784,14 euro, assistenziali di 526,66 euro, un contributo per l’assegno vitalizio di 1006,51 euro e Irpef per 3.899,75 euro. Così sembrerebbero come tutti gli altri. Ma poi si mettono in tasca ogni mese esentasse 4.003,11 euro di diaria, 4.190 euro netti ”a titolo di rimborso forfetario per le spese inerenti il rapporto fra eletto ed elettore”, circa 1.100 euro al mese di rimborso per taxi che né Bersani né Letta né Di Pietro di solito prendono, e poco meno di 300 euro al mese netti a titolo di rimborso spese telefoniche. I senatori si intascano invece qualcosina in più, perché durante una delle varie auto-riduzioni della indennità sotto il pressing della protesta popolare, hanno girato la testa dall’altra parte lasciando che fossero solo i deputati a tirare un pochino la cinghia: prendono quindi 150 euro al mese più dei colleghi di base e rimborsi assai più generosi. per questo che i mandarini della riforma fiscale non sentono proprio alcun bisogno... (Franco Bechis, Libero 12/1/2010)

Antonio Di Pietro ha dichiarato al fisco secondo Unico 2007 (l’ultimo reso pubblico nella primavera 2009) 218.080 euro. Sono compresi i redditi da parlamentare e quelli da attività diverse, ma non i copiosi rimborsi a forfait che vengono sottratti a tassazione per più di 10 mila euro netti al mese. Citata in dichiarazione dei redditi anche la proprietà di una srl, la Antocri specializzata in investimenti immobiliari. Ma non viene riportata notizia dell’acquisto da una società del gruppo Pirelli di Marco Tronchetti Provera di un immobile in via Casati a Milano grazie a un mutuo Bnl interamente ripagato dall’Italia dei Valori cui l’immobile è stato affittato dal suo fondatore per la sede lombarda. (Franco Bechis, Libero 12/1/2010)

nrico Letta, vicesegretario del Partito democratico, nella dichiarazione resa pubblica nella primavera 2009 e relativa ai redditi 2007, ha svelato di non essere più finalmente il poverello del centro sinistra. Il suo reddito che per anni è stato in coda alla classifica dei notabili dell’Ulivo è ammontato a 164.747 euro, perfino qual cosina in più del suo segretario politico. Quando entrò nei primi esecutivi infatti Letta jr lo fece da ministro o sottosegretario tecnico, e lo stipendio non poteva raggiungere le vette dei parlamentari, né utilizzare i relativi generosissimi benefit. Anche Letta jr oltre a salire in classifica con il reddito dichiarato, può contare su circa 10 mila euro netti al mese di rimborsi vari erogatigli dalla Camera di appartenenza in modo forfetario. (Franco Bechis, Libero 12/1/2010)

Pier Luigi Bersani ha un reddito dichiarato ufficialmente di 163.551 euro all’anno, che non comprende però eventuali emolumenti corrisposti dal Partito democratico di cui è da poco divenuto segretario. Non riportati nemmeno gli oltre 120 mila euro netti all’anno percepiti a titolo di rimborso forfetario dalla Camera dei deputati ed esentasse. In dichiarazione dei redditi invece c’è la prima casa di proprietà a Bettola nel piacentino, ora esentasse grazie all’abolizione dell’Ici varata da Silvio Berlusconi e qualche altra comproprietà terriera e immobiliare in zona frutto di eredità divisa con il fratello Mauro. (Franco Bechis, Libero 12/1/2010)

Renata Polverini, nella classifica delle dichiarazioni dei redditi pubblicate nel 2008 risultava davanti agli altri leader sindacali con 140 mila euro lordi annui (Marco Lillo, il Fatto Quotidiano 23/1/2010)

Nel bollettino dei redditi Irpef dei politici milanesi, il più ricco è Carlo Montalbetti della Lista Ferrante, che nel 2006 ha dichiarato 268 mila euro. Seguono: Paolo Gradnik (lista Moratti) con 196 mila euro, Giancarlo Pagliarini con 157 mila euro, Letizia Moratti con 140.357 euro (43 mila in meno rispetto al 2005; il predecessore Gabriele Albertini dichiarava 242 mila euro). Il più povero è stato Lorenzo Malagola (Forza Italia), che è anche il più giovane (27 anni): 4.682 euro. (Chica, il Giornale 22/1/2009, pagina 14.)

2006-2007

Al momento della norma che voleva tagliare a 275 mila euro gli stipendi dei manager pubblici, [Dini] s’è messo di traverso.
Fonte: Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport
Non tutti i parlamentari di Strasburgo avranno lo stipendio ridotto dopo il voto a dodici stelle previsto nel giugno 2009. Nel nuovo statuto degli eurodeputati appena approvato c’è un buco o, forse, un abile artificio che potrebbe consentire a molti, fra cui gli italiani, di scampare alla falciatura dell’indennità[…]. Il che, in numeri, fa sì che quanti percepiscono ora più di 6500 euro lordi […] potranno continuare a guadagnare di più. Sei i Paesi interessati, ma i nostri sono quelli che giocano la partita più ricca. […]. Il Parlamento aveva deciso di pagare i suoi membri con uno stipendio unico, caricato sulle casse dell’Unione e non più su quelle dei singoli Stati. Circa 80 mila euro lordi annua è stata la somma decisa applicando un criterio, per la verità discusso e discutibile, che vuole che un eletto a Strasburgo percepisca un’indennità pari al 38,5 per cento del trattamento economico di base di un giudice della Corte di Giustizia. Una vera vigna per lettoni e lituani, che incassano poco più di mille euro ogni quattro settimane. Una punizione per gli italiani che navigano, insieme coi colleghi di Montecitorio e Palazzo Madama, oltre i centoventimila l’anno. «Dal 2009 guadagneremo come o meno di un nostro assistente - ha commentato nei giorni scorsi un pezzo grosso dell’assemblea -. Sarà difficile trovare gente disposta a candidarsi». E’ una frase che dà i brividi, ma che rende l’idea di come sia stata presa la rivoluzione delle buste paga in una parte, quella dei professionisti ad alto reddito, del popolo europarlamentare.
Del resto, posti 6500 euro lordi come riferimento mensile, i tedeschi perderanno 500 euro, gli austriaci 1400, gli irlandesi 1200, gli olandesi 800, i britannici novecento.

Gli italiani dovranno rinunciare a 5200 euro ogni trenta giorni. Un vero salasso. C’è però una via di salvezza. Nello stesso testo congedato ieri, il Parlamento «richiama l’attenzione sull’articolo 29 dello statuto dei deputati al Parlamento europeo», il quale sancisce che «gli Stati membri possono definire per i propri eurodeputati una regolamentazione in deroga alle disposizioni del presente statuto in materia di indennità, indennità transitoria, pensioni di anzianità e pensioni di reversibilità per un periodo di transizione che non può superare la durata di due legislature del Parlamento europeo».
Questo implica che, ad esempio, gli eurodeputati italiani potranno chiedere agli omologhi in attività a Roma di consentire loro di garantirsi dieci anni di vecchio regime per stipendi e vitalizi.
[…] L’articolo 25 del medesimo statuto stabilisce che i deputati già in carica e rieletti prima dell’entrata in vigore del testo «potranno optare, per l’intera durata del mandato parlamentare, per il regime nazionale in vigore». Tradotto vuol dire che qualunque europarlamentare italiano oggi seduto negli scranni di Strasburgo, se riconfermato, avrà facoltà di decidere se prendere 6500 euro lordi pagati dalle casse europee o 11.700 versati dalle casse del ministero delle Finanze.
[…].[FIRMA]STEFANO LEPRI ROMA
Fonte: Marco Zatterin, La Stampa 14/12/2007


Il "prezzo della casta" è ormai calcolato in quattro miliardi di euro all´anno. "Una mezza finanziaria" per "far mangiare il ceto politico". "L´equivalente di un Ponte sullo Stretto o di un Mose all´anno". Alla cifra dello scandalo, sbattuta in copertina da Il Mondo e altri giornali, sulla scia di La Casta di Rizzo e Stella e Il costo della democrazia di Salvi e Villone, si arriva sommando gli stipendi di 150 mila eletti dal popolo, dai parlamentari europei all´ultimo consigliere di comunità montane, più i compensi dei quasi trecentomila consulenti, le spese per il funzionamento dei ministeri, le pensioni dei politici, i rimborsi elettorali, i finanziamenti ai giornali di partito, le auto blu e altri privilegi, compresi buvette e barbiere di Montecitorio.
Fonte: Curzio Maltese, la Repubblica 28/9/2007, pagina 31.


1. Esternalizzazione del ristorante interno per deputati e giornalisti con un risparmio di 3.700.000 euro. […] 4. Eliminazione dal primo gennaio 2008 dei rimborsi spese per i viaggi di studio all’estero dei deputati per un risparmio secco di 2.000.000 già sul primo bilancio. 5. Sospensione e congelamento degli aumenti automatici […] per quanto riguarda le indennità dei deputati con un risparmio già per il 2007 di circa 1.500.000 euro […]7. Riforma dei vitalizi dei parlamentari, già deliberata nel luglio scorso, con eliminazione dell’istituto del riscatto (non sarà più possibile percepire il beneficio dopo soli 2 anni e mezzo ma ce ne vorranno almeno cinque e anche in questo caso ci sarà una riduzione al 20% dell’indennità), blocco fino a un massimo del 60% anche per chi farà più legislature, estensione delle non cumulabilità del vitalizio con altre indennità pubbliche nazionali, regionali e locali. Già qualcosa si vedrà sul bilancio 2008, ma molto - circa 40.000.000 di euro - si risparmierà quando il nuovo sistema andrà completamente a regime.
Fonte: Corriere della Sera 24/9/2007

Ho sentito che Fassino s’è raccomandato di abbassare gli stipendi dei parlamentari. No, ha esortato a fermare gli scatti automatici. Bertinotti gli ha risposto che la Camera li ha congelati. Marini ha fatto sapere che ci vuole una legge (ha ragione). Gli stipendi dei parlamentari sono legati a quelli dei magistrati. Sugli stipendi dei parlamentari sono parametrati poi anche quelli dei consiglieri regionali. La questione è che, con tutti i soldi che prendono, sono inefficienti
Fonte: Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport

Romano Prodi è quinto tra i leader politici meglio pagati al mondo […] Con i suoi 18.900 euro mensili il presidente del Consiglio [Romano Prodi] è preceduto dal presidente americano George W. Bush (24.167 euro), dal premier britannico Gordon Brown (23.334 euro), dal capo dell´esecutivo giapponese, Shinzo Abe (21.910 euro), e dalla cancelliera Angela Merkel. Molto meno di lui guadagnano il capo di Stato francese Sarkozy (6.600 euro), il presidente russo Vladimir Putin (4860 euro), il premier cinese Hi Jintao (274 euro). I dati di ”Bild” non includono ”fringe benefits”, copertura delle spese di viaggio e lavoro, costi di protocollo (abiti, pranzi, eccetera). Da una nota di Palazzo Chigi: Prodi riceve "5.102 euro per la carica di presidente del Consiglio e 11.269 come deputato della Camera", e "resta da verificare se le cifre messe a confronto sono tutte al lordo delle tasse". In effetti la classifica pubblicata dalla ”Bild” non tiene conto del fatto che, dopo l’elezione, il presidente francese continua a riscuotere la pensione di tutte la cariche rivestite in passato. Per esempio Chirac, oltre ai 6.600 euro come presidente, guadagnava 5322 euro come ex deputato, 5000 come ex sindaco di Parigi, 2900 come ex consigliere della Corte dei Conti (adesso oltre a queste pensioni riceve 12 mila euro mensili come membro del Consiglio costituzionale, carica che gli spetta quale ex presidente).[…]

Fonte: (Andrea Tarquini, la Repubblica 14/8/2007)

Dimezziamo i 1.600 dipendenti della Camera e abbassiamo gli stipendi. Diciamo che scendiamo da 2,6 miliardi a un miliardo di euro.
Fonte: Vanity Fair 26/07/2007, pag.40 Francesco Briglia



presidente della giunta provinciale sudtirolese, Luis Durnwalder: "Quell’elenco deve essere divulgato: non ha senso nascondere i nomi degli ex consiglieri che vengono pagati con i soldi del contribuente. Anche perché pare che ci sia qualcosa da nascondere. In realtà i vitalizi, così come gli stipendi dei politici, sono regolamentati con legge".

Fonte: Corriere della Sera 25/07/2007, pag.30 Gian Antonio Stella


i deputati dell’Assemblea regionale siciliana che intascano ogni mese 12. 434 euro (più, ben inteso 4 mila e passa euro di diaria).
Fonte La Casta Rizzo-Stella


«Le pare normale che il presidente del Consiglio italiano guadagni 18.533 euro, quasi tre volte lo stipendio del presidente francese Chirac, due volte e mezzo quello del suo omologo spagnolo Zapatero, 3.284 euro in più del premier britannico Blair? «Mi pare normale che un Paese venga amministrato da persone capaci con stipendi adeguati alle loro competenze. Il governatore di Bankitalia guadagna di più» Federico Sassoli de Bianchi.
Fonte: Il Giornale 29/04/2007, Stefano Lorenzetto


«Ogni anno paghiamo 124 milioni di indennità per i deputati, la stessa cifra per i consiglieri regionali e 62 milioni per i senatori. […] Per l’esattezza ci sono 427.829 persone che traggono reddito dalla politica. […] un senatore di Forza Italia becca anche un compenso in quanto presidente del cda Acqua di Latina: 100-150 mila euro l’anno»
Franco Giordano
Fonte: Corriere della Sera 17/05/2007, pag.6 Maria Teresa Meli


Ecco quello che mi viene da pensare scorrendo la lista degli stipendi parlamentari: guadagnate pure quello che vi pare, dichiarate senz’altro, come ognuno di noi, quello che vi conviene. Ma almeno una volta al mese provate anche a fare gli interessi di tutti quanti.
Fonte: Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport (NON USCITA)

Qualche anno fa Fausto Bertinotti propose una disciplina degli stipendi pubblici che stabilisse un tetto in percentuale. Per esempio che non fosse permesso a nessun pubblico dipendente (deputati e giudici compresi) di guadagnare più di 10 volte lo stipendio del pubblico dipendente meno ricco.
Fonte: Piero Sansonetti, Liberazione 17/10/2006, pagina 1

Avete mandato in onda una puntata sugli stipendi dei politici. Proteste? «Hanno detto che facciamo del populismo. Noi. Loro fanno il doppio lavoro, disertano l’aula e godono di una busta paga tra le più alte del mondo. Per non parlare dei doppi e tripli incarichi».Milena Gabanelli Report
Fonte: Corriere della Sera Magazine 12/01/2006, pag.40 Vittorio Zincone


Il nostro Capo dello Stato, ad esempio, percepisce un assegno di 218 mila euro l’anno, contro i 232 mila del presidente francese Sarkozy ed i 199 mila del tedesco Kohler, il presidente del Consiglio Romano Prodi è a quota 212 mila (242 mila il francese Francois Fillon e 207 mila la tedesca Angela Merkel), un ministro da noi arriva a quota 189 mila contro i 161 mila della Francia ed i 173 mila della Germania, ed anche un sottosegretario non si discosta molto da questi valori. […] Il segretario generale della Camera da noi percepisce ben 485 mila euro, più del doppio di Napolitano e Prodi. Contro i 230 mila del collega inglese (165 mila sterline) ed i 119 mila del tedesco. Anche a livello di Comuni la musica non cambia: un segretario generale di un municipio italiano incassa circa 110 mila euro l’anno contro gli 84.300 di un tedesco. Solo i francesi stanno a quota 200 mila, ma negli Usa non si arriva a 62 mila, a 105 mila in Inghilterra.
Fonte: Paolo Baroni, La Stampa 12/12/2007

Questa volta c´è in ballo l´adeguamento automatico degli stipendi dei parlamentari: duecento euro netti, come prevede la legge. I senatori li hanno già incassati ad agosto con gli arretrati. I deputati no, la Camera ha «congelato» l´aumento.

 Prevista riduzione degli stipendi dei parlamentari, da circa 14.000 euro a meno di 5.000
Fonte: VLM, la Repubblica 8/8/2007

Aumenti in vista per gli stipendi dei parlamentari. Motivo: la legge 1261 del 1965 determina in via generale indennità di deputati e senatori "in misura non superiore al trattamento complessivo massimo annuo lordo dei magistrati con funzioni di presidente di Sezione della Corte di Cassazione", e la riforma dell’ordinamento giudiziario appena approvata aumenta lo stipendio dei magistrati dal gennaio 2008 (stando ai calcoli secondo il complesso sistema di adeguamenti economici triennali che interessa i magistrati, l’aumento sarà consistente). A prescindere dal collegamento automatico agli stipendi dei magistrati, l’indennità dei parlamentari, comunque, è in aumento già per il 2007, di 8 mila e 900 euro l’anno a testa per i senatori, di 5 mila e 50 euro l’anno per i deputati (rispettivamente 740 e 420 euro al mese). In tutto, quasi 6 milioni di incremento di spesa sulle indennità 2006. In compenso l`Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati, rispondendo alla richiesta del Ministero dell`Economia e delle Finanze, ha definito il fabbisogno finanziario relativo agli anni 2008-2010, in misura inferiore di 110 milioni di euro rispetto a quanto avrebbe comportato l`automatico ricorso al parametro del PIL nominale previsto nell`ultimo DPEF, relativo agli anni 2008-2011, per un complessivo risparmio di 184 milioni.
Fonte: (La Stampa 1/8/2007)

i parlamentari regionali più pagati non sarebbero affatto i siciliani ma i piemontesi. Che tra indennità, diarie, rimborsi auto e benzina eccetera, possono arrivare a 16.630 euro. Seguono i pugliesi (13.830), gli abruzzesi (13.359), i lombardi (12.555) e giù giù tutti gli altri (i siciliani stanno a 10.946) fino ad arrivare ai valdostani (6.607), ai trentini (6.614) e, in coda, agli umbri: 6.597. Non meno clamorose sono le differenze «dentro» lo stipendio. Dove puoi scoprire, sbarrando gli occhi per la sorpresa, che l’indennità dei deputati abruzzesi (7.274 euro: la più alta) è più che doppia rispetto a quella dei confinanti colleghi marchigiani, che non arrivano a 3.128 euro. E che il pacchetto di voci non tassabili (diarie, rimborsi...) è di soli 518 euro per i valdostani ma può schizzare da 2.482 fino a 10.176 per i vicini piemontesi. Un rapporto sbalorditivo […].
Seguono i colleghi della Sardegna (14.644), della Sicilia (14.329), dell’Abruzzo (13,844), della Calabria (13.353) e via via, a scendere, fino a quelli della Toscana (7.498) e dell’Umbria, che chiude a 7.102. […]
portato il presidente del consiglio dell’Abruzzo (reddito pro capite 19.442 euro) a prendere quasi quattromila euro più di quello dell’Emilia (reddito pro capite 28.870) e quello della Calabria (reddito pro capite 14.336) più di quello della Lombardia (reddito pro capite 30.028)?
Fonte: Gian Antonio Stella, Corriere della Sera 2/8/2007

E così ogni singolo consigliere può diventare capogruppo di se stesso. Ottenendo nuovi poteri (nelle commissioni e in consiglio) e molti privilegi: 800 euro di indennità aggiuntiva (che si sommano ai 16 mila euro lordi di stipendio mensile), uno staff riservato (che può arrivare anche a 7 persone)
Fonte: Paolo Baroni, La Stampa 27/4/2007

Veltroni, quando si seppe che, a 52 anni d’età e con contributi versati per 23 anni in tutto, prendeva un vitalizio di 9.000 euro lordi al mese oltre allo stipendio di cinquemila euro netti come sindaco, si affrettò a far sapere che aveva tentato di congelare il vitalizio e che non c’era riuscito.
Fonte: Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport

Walter è anche uno dei più giovani pensionati del nostro Parlamento: con 23 anni di contributi versati, dal 2005 riscuote dalla Camera un vitalizio mensile di 9 mila euro lordi (che si aggiunge allo stipendio del Campidoglio, di circa 5.500 euro netti). […] Veltroni fa sapere di avere provato a rifiutare il vitalizio cercando di farlo congelare a Montecitorio; non essendoci riuscito (l’eventualità non è prevista dai regolamenti) alla fine ha deciso di distribuirlo in beneficenza alle popolazioni africane. […] Toni Negri, leader di Potere operaio, nel 1983 era detenuto per associazione sovversiva e insurrezione armata contro i poteri dello Stato. Per restituirgli la libertà, Marco Pannella lo inserì nelle liste radicali facendolo eleggere in Parlamento. Conquistato lo scranno, Negri mise piede alla Camera solo per sbrigare le pratiche connesse al suo insediamento. Dopo poche settimane, temendo di finire di nuovo in gattabuia, si diede alla latitanza in Francia senza mai più farsi vedere a Montecitorio. Ciononostante, oggi riscuote 3 mila 108 euro di pensione parlamentare senza avere prodotto nemmeno una legge. […]
Ecco due delle sorprese che spuntano dalla lista delle pensioni elargite da Camera (in totale, 2.005 per una spesa di 127 milioni di euro l’anno) e Senato (1.297 per 59 milioni 887 mila euro) a favore degli ex parlamentari (nelle cifre sono comprese anche le 1.041 pensioni di reversibilità incassate dagli eredi di eletti defunti) e che per la prima volta ’L’espresso’ pubblica in esclusiva. […] vitalizio per deputati e senatori non conosce infatti ostacoli e si cumula con tutti i redditi: si somma all’indennità (198 mila euro l’anno) di chi si è dimesso da parlamentare per entrare nel secondo governo Prodi (tra i tanti, il viceministro all’Economia Roberto Pinza), allo stipendio da lavoro dipendente di chi è tornato a insegnare (Marida Bolognesi, ulivista), alla retribuzione di commissario Enac (Vito Riggio, ex Dc, 150 mila euro lordi l’anno per questo incarico), alle nomine alle varie Authority (Mauro Paissan, Privacy, 144 mila euro lordi). […] usanna Agnelli, dinastia Fiat, ha più volte conquistato lo scranno con il partito repubblicano. stata anche ministro degli Esteri e oggi, non che ne abbia bisogno, con 20 anni di contribuzione riscuote un vitalizio di 8 mila 455 euro al mese. Luciano Benetton, anche lui eletto al Senato nel 1992 per i repubblicani, per 2 anni spesi a Palazzo Madama incassa una pensione di 3 mila 108 euro lordi: briciole per un capitano d’industria della sua levatura. O per altre due ex star di Montecitorio, avvocati di professione, titolari di avviatissimi studi professionali, nel 2006 secondo e terzo, dopo Silvio Berlusconi, nella classifica parlamentare dei redditi dichiarati. Si tratta di Publio Fiori e Lorenzo Acquarone. Il primo, ex An, a fronte del milione e 400 mila euro di reddito annuo incassa quasi 10 mila euro al mese di vitalizio; mentre l’altro, Acquarone, Udeur, al milione 300 mila euro di Irpef aggiunge anche 9 mila 400 euro mensili di vitalizio parlamentare.
Fonte: L’Espresso 08/02/2007, Primo Di Nicola



i commissari, gli eurodeputati e gli euroburocrati per loro stessi si sono assegnati «stipendi d’oro», privilegi fiscali, ricchi incentivi a fare figli, posti fissi a vita e pensioni allettanti.[…] proviamo a costruire il salario di un dipendente romano in servizio a Bruxelles con a carico coniuge e due figli iscritti alla Scuola europea. Se è assunto al grado 1, il più basso, e guadagna «solo» 2.658,24 euro lordi, aggiunge sempre al netto, 560,15 euro di indennità «espatrio», 210,45 euro della «familiare», 632,22 euro per i figli, 466,40 del rimborso scuola, più 186.44 euro (1/12 del viaggio annuale Bruxelles-Roma). In pratica – dopo la «pseudo tassa» di appena 56,50 euro e contributi vari – guadagna ben 4.337,08 euro netti al mese. Aggiungendo 1/12 del costo della Scuola europea per due alunni (1.600 euro) si arriva a quasi 6 mila euro netti mensili. Naturalmente, più si sale, più l’indennità «espatrio» del 16% e la parte percentuale di quella «familiare» (2%) rendono redditizi questi moltiplicatori dello stipendio. Vanno poi sempre sommate le altre indennità in cifra fissa. Pertanto il solito usciere o impiegato romano, se guadagna 5.135,94 euro scatta a 6.728.46 euro netti mensili e ha una retribuzione stimabile in 8.328,46 euro netti (con la Scuola europea gratis). Il funzionario da 9.552,89 euro (grado 11) passa a 12.030,92, il dirigente da 14.956,53 euro (grado 15) va a 16.251,71. Nella fascia alta, chi ha un ruolo direttivo, prende anche l’indennità «management», che nello stipendio da 15 mila euro è pari a 630 euro netti mensili: cioè a poco meno dell’intero salario medio di tanti giovani italiani resi sempre più precari dagli interventi dei superpagati e supergarantiti euroburocrati di Bruxelles.

Fonte: Ivo Caizzi, Corriere della Sera 4/2/2007


In Parlamento, tra ricercatori, associati e ordinari (solo Prodi e Gerardo Bianco si dichiarano "in pensione", altri se la cavano con formule più o meno ambigue) ce ne sono 93: un decimo di deputati e senatori. Dal 31 marzo 1993 non possono più incassare il doppio stipendio.
Fonte: Gian Antonio-Stella Sergio Rizzo, Corriere della Sera 9/1/2007

dipendenti di Palazzo Madama adesso sono 1.096, di cui 358 prendono uno stipendio medio di 115.419 euro. […]
Lo stipendio dei commessi, che adesso si chiamano «assistenti parlamentari», è salito del 10 per cento.

Fonte: Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, Corriere della Sera 19/10/2006, pagina 10.


Spesa complessiva per lo stipendio dei 322 senatori, comprensiva di indennità parlamentari, diarie e compensi vari, nel 2006: 80 milioni 360 mila euro; nel 2007: 83 milioni 760 mila; nel 2008: 86 milioni 760 mila. Il prossimo anno un senatore costerà 260.124 euro, un deputato 272.120 euro (in entrambi i casi imponibili solo in parte). Dato che sono agganciate alle indennità dei senatori in carica, aumenteranno anche le pensioni degli ex senatori. Dotazione finanziaria del Senato: i 471 milioni di euro del 2005 sono saliti a 487 nel 2006, diventeranno 503 nel 2007 e 519 milioni nel 2008. Totale dei capitoli di spesa corrente e in conto capitale nel 2005: 500 milioni 26 mila e 400 euro. Preventivati nel 2006: 566 milioni 510 mila euro; nel 2007: 582 milioni 339 mila; nel 2008: 601 milioni 180 mila euro.
Fonte: Gianni Pennacchi, il Giornale 4/10/2006, pagina 7.

Redditi I 740 dei parlamentari relativi all’anno 2005 mostrano che il più ricco di tutti è sempre Berlusconi con un patrimonio di 28 milioni, mentre Prodi non incassa che 89.514 euro all’anno frutto delle sue due pensioni, quella da parlamentare e quella da professore universitario (nel 2005 non era ancora premier e non era più presidente della Commissione europea). Bertinotti è più ricco sia di D’Alema che di Rutelli: 187.650 euro contro - rispettivamente - 174.078 e 132.500. I nullatenenti sono otto (sette deputati e un senatore).
Singolare il caso di Paola Pelino, Forza Italia: benché padrona con i suoi fratelli del primo produttore al mondo di confetti (i famosi Pelino di Sulmona) ha denunciato un reddito annuo di poco superiore ai seimila euro. 
Fonte: Fonti varie

Dalle dichiarazioni dei redditi dei politici italiani risulta che il senatore a vita più ricco è Sergio Pininfarina con 1.007.004 euro l’anno, seguito da Carlo Azeglio Ciampi con 752.389 euro. Terzo Giulio Andreotti con 505.792 euro, quarta Rita Levi Montalcini con 238.231 euro, seguita da Oscar Luigi Scalfaro (232.655) ed Emilio Colombo (172.962). Il più povero risulta Francesco Cossiga con 155.000 euro. Fra le donne la più ricca è il ministro Lanzillotta con 312.638 euro di reddito, seguono Daniela Santanchè, con 269.559 euro, e Gabriella Carlucci con 254.116. Il caso dell’imprenditore Renato G. Turano, eletto all’estero: in Italia ha dichiarato un imponibile di appena 4.175 euro, ma l’allegata dichiarazione americana fa emergere un patrimonio (tra quote societarie e proprietà immobiliari) di circa 28 milioni e mezzo di dollari. Marcello Dell’Utri, che nel 2004 si era classificato al secondo posto con 1 milione 440 mila euro, nel 2005 ha dichiaratoto un reddito di 401 mila (un milione di euro in meno). I ministri Il ministro più ricco del governo Prodi è Giuliano Amato, che nella dichiarazione dei redditi per il 2005 ha denunciato oltre 420 mila euro. Il più povero invece è Paolo Ferrero (Prc), che ha dichiarato appena 20.245 euro. . La media nello staff del governo Prodi è intorno ai 150 mila euro Ma a far compagnia a Ferrero, per reddito più basso, è Cesare Damiano (Ds) che ha denunciato al fisco poco più di 64 mila euro. La Stampa 18/4/2007, pagina 6 A dispetto del nome, quelli di Forza Italia scelgono spesso le auto tedesche: Silvio Berlusconi ha una "600", Cesare Previti una "280", Enrico La Loggia una "E 250". Chi non ha la Mercedes, come Mauro Paniz, è perché ha la Porsche. Claudio Scajola (foto) vanta invece una collezione di auto d’epoca fra cui una Lancia Aurelia del 1958. Nel centro-sinistra prevale invece la Fiat. Prodi possiede una Multipla e una Croma, Giovanna Melandri dichiara la proprietà di una Panda 4x4, Massimo D’Alema è ecumenico: una Lancia Y e un’Audi A3. Più radicali, Fini e Fassino, che non hanno alcuna automobile intestata a proprio nome. Il suo nome è legato ad una famosa fabbrica di confetti abruzzesi. Ma con 6.818 euro dichiarati nel 2006, l’azzurra Paola Pelino (foto) risulta la deputata più povera. Dichiara persino un credito d’imposta per duemila euro. A Montecitorio ci sono poi ben sette deputati che per il 2005 dichiarano di non aver percepito nemmeno una lira, altri dieci fino a diecimila euro. Ecco la lista dei nullatententi: Francesco Caruso e Ali Rashid di Rifondazione Comunista, Alberto Filippi della Lega, il Verde Massimo Fundarò, Maria Ida Germontani di An, Francesco Laratta dell’Ulivo e Donatella Poretti della Rosa nel Pugno. A Palazzo Madama ha dichiarato zero Olimpia Vano, casalinga eletta nelle fila di Rifondazione. La Stampa 18/4/2007, pagina 7

Dopo il taglio del 10 per cento sugli stipendi dei politici voluto dal governo Berlusconi, anche Prodi ha deciso di diminuire i redditi dei politici. Ciascuno dei 76 sottosegretari e viceministri dovrà rinunciare a 22.179 euro all’anno sullo stipendio di 73.930 euro (si calcola un risparmio di circa 1,7 milioni). I ministri lasceranno 24.601 euro su 82.002 (risparmio totale: 615 mila euro). Prodi, che guadagna 123.901 euro l’anno, ci rimetterà 36.901 euro. Per chi è senatore o deputato lo stipendio si somma all’indennità parlamentare: circa 5.419 euro netti al mese da sommare alla busta paga da ministro o sottosegretario, escluse le voci accessorie. I 5.419 euro netti spettano anche a chi non è parlamentare: alla fine del 199, per colmare la disparità fra ministri tecnici e politici, il governo D’Alema approvò una legge che riconosceva anche ai non eletti una cifra identica all’indennità parlamentare. La decisione costò allora 4 miliardi 494 milioni di lire.

Fonte: Sergio Rizzo, Corriere della Sera 4/10/2006, pagina 11.


2005-2006

Finanziaria. Tremonti ha presentato la nuova finanziaria che muove 20 miliardi di euro. Sarà bene descriverla nel dettaglio quando sarà approvata: da oggi fino alla fine dell’anno verrà infatti modificata parecchio. Le proposte più clamorose riguardano tuttavia i tagli dei soldi destinati agli enti locali (Veltroni ha sùbito gridato che sarà costretto a tenere Roma al buio), la riduzione del 10 per cento degli stipendi dei politici (parlamentari, sindaci, consiglieri regionali, provinciali, comunali, insomma tutti) e il fatto che vi saranno estrazioni del Lotto ogni giorno.
(Vanity Fair, Anno II, Ottantanovesima settimana. Dal 26 settembre al 3 ottobre 2005).


La Francia ha più senatori ma spende la metà
 del Senato italiano il primato della spesa delle Camere alte europee. I costi di gestione di Palazzo Madama sono quasi il doppio che in Francia, il quadruplo del Regno Unito, dieci volte più grandi della Spagna, ventisette volte più alte che in Germania. Ma va ricordato come sulle differenze di costo molto incidano le diversità dei sistemi parlamentari.
Francia. Parigi ha un numero di senatori maggiore dell’Italia, eppure riesce a spendere poco più della metà. Il bilancio 2005 prevede uscite per 281,5 milioni di euro. Cui vanno aggiunti 11,3 milioni per il Jardin du Luxembourg e 1,5 milioni per il Musée du Luxemburg, entrambi di proprietà del Senato, più 7,9 milioni per la società televisiva Public Sénat. Le indennità dei 331 senatori costano 27,8 milioni: un terzo rispetto ai senatori italiani. Quanto alla previdenza, la Francia spende 8,5 milioni l’anno, otto volte meno dell’Italia. Più vicino ai nostri livelli il monte stipendi del personale: 96,6 milioni di euro. Senza dimenticare gli 87 milioni a disposizione dei senatori per pagare i collaboratori. A chiudere il conto 35,5 milioni di cerimoniale.
Spagna. Lo stanziamento per il Senato ammonta a 47,3 milioni di euro. Le indennità dei 259 membri assorbono quasi un quinto della spesa, vale a dire 10,2 milioni. Una somma che include l’indennità mensile costituzionale di 2819,97 euro lordi, più gli assegni complementari da 1643,68 euro per gli eletti nelle province e i nominati dalle Comunità autonome, e da 783,87 euro per gli eletti nella circoscrizione di Madrid. A ogni senatore spettano 14 mensilità. In media, agli eletti a Madrid vanno 3534 euro lordi al mese, agli eletti nelle province 4338. Costa invece 20,5 milioni di euro il personale. Quanto al resto, si segnalano i 9,7 milioni spesi per beni e servizi, di cui tremila euro in caramelle e 88mila euro per le divise del personale.
Regno Unito. Del tutto particolare il caso della Camera dei Lord inglese. Nata nel XIV secolo come assemblea dei nobili, la Camera ha potere di iniziativa legislativa (ma non sulle leggi finanziarie) e svolge la funzione di ultimo grado di appello in giudizio. I 731 membri (i "pari") non rappresentano collegi elettorali e si dividono in laici, vescovi e togati. Il budget 2005-2006 destinato ai Lord è di 73,2 milioni di sterline (105,9 milioni di euro). Fatta eccezione per i togati e per chi riveste cariche istituzionali, i "pari" non ricevono indennità e hanno diritto al solo rimborso spese (un massimo giornaliero di 128 sterline per l’alloggio, di 64 di diaria e di 53,50 per i servizi di segreteria). La ripartizione dei costi dell’esercizio in corso non è ancora nota. A giudicare dal precedente è possibile ricavare la seguente suddivisione: 23,3 milioni di euro per i rimborsi spese dei "pari" 19 di salari del personale più altri 2,1 di pensioni; 33,9 per manutenzione e lavori del palazzo di Westminster; 12,7 per beni e servizi.
Germania. Altro caso difficilmente raffrontabile al nostro. Nell’ordinamento federale, il Bundesrat rappresenta infatti gli intereressi dei governi dei 16 Länder che nominano e revocano i suoi 69 membri. La snella gestione del Bundesrat costerà nel 2005 19,1 milioni di euro, a fronte di entrate prorie per 120mila euro. Le spese per il personale e i membri ammontano a 11,1 milioni, di cui 12.276 euro di indennità annuale per il presidente. Altri 7,8 milioni vanno alla spesa per beni e servizi. A queste somme va aggiunta la voce "spese eventuali", per le quali sono stati stanziati 16,8 milioni di euro.
D.LU.
Le spese degli altri
Gran Bretagna
- Ammonta a 105,9 milioni di euro il budget 2004 della Camera dei Lord inglese.
- I 731 "pari" non ricevono indennità ma solo rimborsi pari al 22% del bilancio.
- I salari dei dipendenti incidono sul 18% del budget.
- Sono 33,9 i milioni spesi per la manutenzione degli immobili.
Germania
- Nel 2005 la snella gestione del Bundesrat costerà 19,1 milioni di euro a fronte di entrate proprie per 120mila *.
- Gli stipendi ammontano a 11,1 mln.
- 12.276 euro l’indennità annuale del presidente.
- 16,8 i milioni stanziati per "spese eventuali".
Spagna
- La previsione di spesa 2005 del Senado è di 47,3 milioni di euro.
- Le indennità dei 259 senatori spagnoli costeranno 10,2 milioni.
- Sono 20,5 i milioni spesi per gli stipendi del personale.
- La spesa in beni e servizi ammonta a 9,7 milioni di euro.
Francia
- Nel 2005 la Francia spenderà 281,5 milioni di euro.
- Tra indennità e previdenza,
i 331 senatori costeranno
36,3 milioni di euro.
- Per pagare
i collaboratori i senatori dispongono di un fondo di 87 milioni di euro.
- Il monte stipendi del personale è di 96,6 milioni di euro.

(Domenico Lusi, Il Sole 24 ore, 31/07/2005)

I 1.897 dipendenti della Camera costano 242 milioni, 190 dei quali per gli stipendi. Con una crescita del 4,66% rispetto al 2004, almeno in parte dovuta alle 56 nuove assunzioni (40 collaboratori parlamentari e 16 documentaristi) in programma. A questi bisogna sommare i 20,7 milioni di euro destinati alla remunerazione dei lavoratori atipici (circa il 3% della forza lavoro) e ai servizi gestiti da privati. [...]
Stipendio netto di un deputato 4mila euro mensili.
Diaria di soggiorno 4.190 euro mensili.
Gestione dei rapporti con gli elettori 3.098 euro annui.
Tetto per la spesa telefonica 1,46 miliardi *.
Costo della Camera Pil della Mongolia 1,27 miliardi * 0,73 miliardi * Pil di San Marino.
(Eugenio Bruno, Il Sole 24 ore 24/07/2005)


Secondo le dichiarazioni dei redditi dei parlamentari relative al 2003, il più ricco è Berlusconi con un reddito di 12.762.234 euro. Guadagna più di tutti in Parlamento, ma non è il primo in assoluto in Italia: nel 2003 è stato superato da Davide Croff, ex amministratore delegato Bnl, che ha dichiarato 16,322 milioni. Il secondo nella lista dei politici è il senatore Giuseppe Consolo di Alleanza Nazionale (3.235.000 euro). Segue Eugenio Viale di Forza Italia, proprietario dell’azienda dolciaria Bistefani, che dichiara 2.158.908 euro. Gianfranco Fini guadagna 176 mila euro, Follini 110 mila. Nell’opposizione il più ricco è Clemente Mastella dell’Udeur con 174 mila euro. Fausto Bertinotti (155 mila) supera Piero Fassino (147 mila euro) che Francesco Rutelli (123 mila euro). I presidenti delle due camere guadagnano quasi la stessa cifra: 215 mila euro Marcello Pera, 203 mila Pier Ferdinando Casini. Il reddito più basso è di Marilde Provera, deputata di Rifondazione Comunista: 37.284 euro. Fra i senatori a vita il più ricco è Andreotti (398.978 euro), il più povero dopo la scomparsa di Luzi (66.263 euro) è Francesco Cossiga (197.894 euro).
("Il Sole - 24 Ore" 13/4/2005; M.S., "Corriere della Sera" 13/4/2005; g.c., "la Repubblica" 13/4/2005; Giacomo Galeazzi, "La Stampa" 13/4/2005).


Dopo la bocciatura di Germania, Austria, Francia e Svezia, l’Europarlamento ha rinunciato a tagliare gli stipendi ai parlamentari (che vanno dagli 11 mila euro mensili degli italiani ai 3 mila degli spagnoli). La proposta prevedeva 9 mila euro al mese per tutti, ma per ora la questione è «accantonata». Nelle tasche dei futuri 78 eletti italiani resteranno anche i rimborsi per spese di segreteria (fino a 12 mila euro al mese), di cancelleria (3.600 euro) e la diaria di 200 euro per ogni giorno di trasferta.
(Panorama" 26/2/2004)


2003-2004

Nel 2002, Camera e Senato hanno speso 1.187.587.157 euro e si calcola che per il 2003 anno ce ne vorranno ancora di più: 1.234.805.361. Di questi, 89.131.000 euro serviranno per gli stipendi dei deputati; 78.042.763 euro per i loro rimborsi spese; 110.760.000 euro se ne andranno nelle pensioni per gli ex parlamentari; 179.400.000 euro sono destinati alle retribuzioni del personale. Solo di lavanderia si spenderanno 71 mila euro; 4 milioni e mezzo per le bollette di gas, acqua e luce; 618 mila euro per i cellulari e 4.225.000 per i telefoni fissi. Per cibo e bevande si calcola una spesa di un milione di euro. Dieci milioni di euro destinati al trasporto: 75 mila per l’autonoleggio, poco più di 6 milioni per gli aerei, 2 milioni per i treni, 18 mila per i trasporti via mare, un milione e 290 mila per i pedaggi autostradali.
Barbara Jerkov, "la Repubblica" 9/6/2003, pagina 19.

1998-2002

1997
• Parlamentari. Aumenti in vista per deputati, senatori e personale dipendente dei due rami del Parlamento. Essendo stato riconosciuto ai magistrati un aumento di stipendio del 12,9% come indennizzo per l’inflazione dell’ultimo triennio, gli stipendi dei parlamentari, ad essi agganciati, aumenteranno di 800 mila lorde (il consenso dei questori di Camera e Senato è una formalità). Aumenti anche per i dipendenti di palazzo Madama, che chiedono un adeguamento del 5,9% (la Repubblica, 06/06/1997).
• Nel triennio ’95-’97 gli stipendi dei dipendenti dello Stato (+15 per cento) sono aumentati più dei prezzi (+11 per cento). In diminuzione la spesa per magistrati, forze armate e forze di polizia; stabile quella per gli insegnanti; in aumento (15,75 per cento) quella per ministri e sottosegretari (nel ’97 una legge ha equiparato le buste paga di ministri e sottosegretari parlamentari e non). Largamente influenzata dai maggiori versamenti contributivi all’Inpdap, la spesa per il personale è cresciuta nel complesso del 9,33 per cento (r.e.s., La Stampa 04/08/1998; l.gr., la Repubblica 05/08/1998).
2001
• Quota di indennità dei parlamentari Ds da versare al partito per pagare gli stipendi dei dipendenti: 4 milioni al mese per i parlamentari non residenti a Roma, 800 mila lire in più per gli altri (Maria Teresa Meli, La Stampa del 06/07/01).
• I parlamentari italiani, con 17 milioni netti al mese, sono i più pagati d’Europa. In Germania un deputato guadagna 12 milioni al mese e non ha nessun benefit gratuito. In Francia lo stipendio di un eletto è di 9 milioni e mezzo, in Danimarca 8 milioni. In Gran Bretagna scende a 8 milioni, in Portogallo a 6, in Spagna a 4 e mezzo. Anche tra gli europarlamentari i più ricchi sono gli italiani. Guadagnano quasi 19 milioni al mese più altri 18 milioni per le spese per gli assistenti, 6 milioni per le spese gestione uffici, e 7 milioni all’anno per corsi di lingue. Hanno un rimborso di 30 milioni annui per le spese mediche e 85 milioni come liquidazione alla fine di un mandato. A pagare non è il Parlamento europeo, ma i singoli stati dell’Unione. Sono le Camere italiane a fissare gli stipendi degli eurodeputati (Paolo E. Russo, Libero 25/11/01).