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 2010  maggio 01 Sabato calendario

La filosofia di Giovanni Bazoli sta tutta in una frase scandita ieri nell’assemblea dei soci di Intesa Sanpaolo che lo ha rieletto presidente

La filosofia di Giovanni Bazoli sta tutta in una frase scandita ieri nell’assemblea dei soci di Intesa Sanpaolo che lo ha rieletto presidente. A un azionista che chiedeva come la politica potesse restare fuori dalla banca, Bazoli ha indicato nelle fondazioni bancarie un antidoto alle mire della politica: "Le fondazioni hanno rappresentato al meglio il necessario diaframma tra la sfera pubblica e le aziende bancarie, intese appunto come imprese". bossi, tremonti Molti soci presenti hanno letto la frase come un’indiretta e sottile risposta a chi, a Torino, mirava a condizionare le prossime nomine per il consiglio di gestione di Intesa, con indicazioni interpretate come imposizioni. E’ il caso di Domenico Siniscalco, al posto di Enrico Salza, voluto dal presidente della Compagnia di San Paolo, Angelo Benessia, e soprattutto dal sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, con un beneplacito - in verità mai ufficializzato - del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Enrico Salza Giovanni Bazoli e Corrado Passera Ma il "diaframma" bazoliano ha funzionato: la Fondazione Cariplo di Giuseppe Guzzetti ha respinto, vincendo, il tentativo dell’asse Chiamparino-Benessia di spodestare Salza, reo di eccessiva accondiscendenza verso il potere milanese negli equilibri del primo gruppo creditizio. E ieri, in assemblea, sono stati notati apprezzamenti non formali verso il banchiere torinese che ha cofondato l’istituto frutto della fusione nel 2006 tra San Paolo e Intesa. sca07 domenico siniscalco moglieIl sindaco Sergio Chiamparino ed Enrico Salza Non a caso lo stesso Salza ha rivendicato i risultati di gestione: "Il ritorno al dividendo per il 2009 e i risultati dei due esercizi precedenti dimostrano che il primo triennio del gruppo, nonostante la crisi economica e finanziaria, ha segnato una fase di crescita". Ma è stato un altro passaggio a segnare la rivendicazione salziana della fusione anche in chiave torinese: "Il progetto ha rivelato tutta la sua validità industriale dal punto di vista della governance, del presidio del business e dell’articolazione territoriale". Un’articolazione territoriale, quindi, che non ha nuociuto al capoluogo piemontese, ha lasciato intendere il presidente di gestione uscente. A rivendicare assetto e risultati della banca è stato anche il consigliere delegato, Corrado Passera, che non ha mancato di sottolineare come il gruppo abbia superato il periodo di crisi economica "grazie alla solidità di questa banca che deriva in gran parte dalla decisione saggia di mettere assieme due banche forti per creare Intesa Sanpaolo". Musica per le orecchie di Salza. Con la rielezione ieri del consiglio di sorveglianza - i due vice di Bazoli saranno Elsa Fornero (Compagnia di San Paolo) e Mario Bertolissi (Cassa di risparmio di Padova e Rovigo) - nei prossimi giorni sarà il comitato nomine del gruppo a proporre i nomi per il consiglio di gestione, vero nodo da sciogliere. Anche in questo caso le parole di ieri di Bazoli sono inequivocabili: piena autonomia del consiglio di sorveglianza sui nomi del consiglio di gestione. tremonti bossi calderoli LaStampa Come dire: le interferenze politiche non hanno sortito effetti anche perché erano irrituali. In realtà, al di là delle disquisizioni procedurali, la controffensiva di Guzzetti, spalleggiato da Bazoli, ha sventato quello che ambienti milanesi definiscono un tentativo di occupazione politica con la scusa di una maggiore torinesità dell’istituto. GIULIO TREMONTI E GIUSEPPE GUZZETTI L’eventuale arrivo di Siniscalco nel consiglio di gestione guidato da Passera era visto nella galassia bazolian-guzzettiana come un ulteriore smottamento di posizioni dopo l’ascesa di Cesare Geronzi alle Generali. Così, secondo la ricostruzione del Foglio, una volta percepita da parte guzzettiana una scarsa intransigenza di Tremonti sul nome di Siniscalco - il ministro dell’Economia si è voluto tirare fuori dalle baruffe torinesi - la scelta dell’ex ministro di ritirare la candidatura era inevitabile. ELSA FORNERO In questo modo i rapporti di sistema intrecciati da Guzzetti con Tremonti su diverse partite (Cassa depositi e prestiti, fondo per le pmi, housing sociale) sono salvaguardati- secondo fonti milanesi - anche perché su Siniscalco non c’è mai stato un reale entusiasmo della Lega. In verità, secondo quanto risulta al Foglio da fonti romane, i rapporti saranno sottoposti a una verifica. Infatti, a criticare in particolare la strategia di Benessia è adesso il Pd che, dal deputato Giorgio Merlo fino al responsabile regionale del Pd, Gianfranco Morgando, chiede le dimissioni del presidente della Compagnia San Paolo, anche in chiave antitremontiana.