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 2010  aprile 23 Venerdì calendario

FEDERALISMO FISCALE - ATTUAZIONE


Ok Commissione Senato a emendamento a Dl salva-infrazioni
(Da Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 28 ottobre 2009 -

Slitta al 30 giugno 2010 il termine entro cui il Governo dovra’ trasmettere alle Camere il primo schema di decreto legislativo di attuazione del federalismo fiscale. Lo prevede un emendamento del relatore al decreto legge salva-infrazioni, Lucio Malan, approvato oggi dalla commissione Affari costituzionali del Senato. "Non si tratta di un ritardo - ha spiegato Malan - ma di un emendamento volto a poter procedere con il federalismo fiscale con i tempi dovuti. Si tratta di una norma finalizzata a consentire che tutte le Regioni si uniformino al sistema unitario di bilancio, in modo da poter fare un calcolo uniforme dei costi". Amm-Y- (RADIOCOR) 28-10-09 20:52:39

Aboliremo solo province ’metropolitane’. Non ne faremo piu’ -
(da Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 22 aprile 2010 -

"Hai suggerito una commissione del Pdl che si occupi dei decreti attuativi del federalismo fiscale: mi sembra una proposta ottima, la prendiamo nella maniera piu’ assoluta e la passiamo ai coordinatori". Cosi’ Silvio Berlusconi, passando in rassegna i nodi politici evidenziati da Gianfranco Fini nel suo intervento alla direzione nazionale del Pdl. Fini aveva proposto la creazione di una commissione di specialisti interna al Pdl per non lasciare il tema alla Lega. Il presidente della Camera ha infatti paventato il rischio che i decreti attuativi siano "pericolosi per la coesione nazionale. Vanno fatti compatibilmente con le disponibilita’ finanziarie". Sull’abolizione delle province, argomento che secondo l’accusa di Fini sarebbe uscito dall’agenda governativa per accontentare la Lega, Berlusconi ha replicato: "Nel programma elettorale avevamo parlato di abolizione delle provincie inutili, come quelle delle grandi aree metropolitane e su questo stiamo lavorando. Sul resto delle province abbiamo realizzato uno studio dal quale emerge che si risparmiano poco piu’ di 200 milioni. Perche’ si abolisce la provincia ma passano alle regioni il personale e i relativi costi, la manutenzione delle strade e quella delle scuole. Che cosa si risparmia? Le competenze dei consiglieri provinciali. Ci sembra troppo poco a ragion veduta per varare una manovra che scontenterebbe i cittadini delle varie province. Anzi ci sono cittadini - ha aggiunto - che chiedono insistentemente che la propria citta’ sia innalzata a provincia. Questo non deve accadere: non concederemo piu’ alcuna nuova provincia". Fini ha anche criticato l’atteggiamento del Governo nella preparazione dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unita’ d’Italia: il presidente della Camera ha rilevato lo scarso attivismo del Governo forse perche’ "la Lega non e’ particolarmente interessata". A riguardo il capo della Camera ha chiesto al premier: "Perche’ su altre questioni le risorse, quando Bossi te le chiede, prima o poi le trovi?". Anche in questo caso Fini ha sostenuto che il Governo, soprattutto al Nord, tenda ad appiattirsi sulle posizioni del Carroccio. E Berlusconi ha ribattuto: "Se c’e’ un tema sul quale non accettiamo ci siano critiche quello e’ proprio le celebrazioni dei 150 anni dell’unita’ nazionale". Fil-Bof (RADIOCOR 22/04/10)

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Da Affari Italiani, Sabato 06/02/2010:

IL FEDERALISMO FISCALE DECOLLA A GIUGNO. ECCO IL PATTO SEGRETO BERLUSCONI-BOSSI.

Secondo quanto Affaritaliani.it ha appreso da fonti interne alla maggioranza - massimi livelli - la prossima tornata di decreti attuativi sul federalismo fiscale, dopo quello demaniale approvato prima di Natale, è attesa per il mese di giugno. Comunque prima della pausa estiva. Un’accelerazione imposta e ottenuta da Umberto Bossi e da tutta la Lega Nord, in cambio - spiegano nel Palazzo - del via libera ai provvedimenti sulla Giustizia tanto cari al Popolo della Libertà.
La vera svolta sarà la definizione dei famosi "costi standard". Per garantire l’autonomia di entrate e spese a Regioni ed Enti Locali e decidere i livelli di perequazione si passerà in maniera progressiva dal criterio della spesa storica a quello del costo standard per garantire che i servizi fondamentali costino e siano erogati in maniera uniforme sul territorio nazionale. Il costo standard consentirà di determinare, per ciascun livello di governo, il fabbisogno di cui necessita un’amministrazione e quindi l’eventuale trasferimento perequativo cui avrà diritto in caso di entrate fiscali insufficienti a garantire i servizi. Ma non finisce qui.
Si punta a un calo complessivo della pressione fiscale. Con i decreti attuativi dovrà essere "garantita la determinazione periodica del limite massimo della pressione fiscale, nonché del suo riparto tra i vari livelli di governo". Il governo si è impegnato a fare in modo che con i decreti attuativi non si superi il livello massimo di pressione fiscale fissato nel Dpef e che entro i due anni successivi alla data in vigore dei Dlgs questa non superi il 42% e il 40% nei tre anni che seguono il primo periodo. Insomma, il federalismo fiscale sta per entrare nel vivo. Una manna anche per la campagna elettorale del Carroccio in vista delle Regionali.
Esso è sempre riferito ad una specifica realtà aziendale, con determinate caratteristiche funzionali, per un periodo di tempo stabilito. Il costo standard, in sede previsionale (en:Forecast), è frutto di una stima verificabile solo a posteriori e/o è determinato sulla base di congetture assunte a priori. In sede consuntiva invece c’è il costo effettivo, che è il costo analitico esatto e che puo’ cambiare per molteplici motivi durante la produzione. Dal confronto (differenza) fra costo standard e costo effettivo possono emergere scostamenti più o meno significativi, che vanno sottoposti ad analisi (c.d. analisi degli scostamenti).

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IL PIANO DEL FEDERALISMO FISCALE -
Dal Corriere della sera del 04/04/2010

[...] Luca Antonini, presidente della Commissione paritetica tra Stato, Regioni ed enti locali: «Oggi in Italia, con il decentramento delle funzioni che c’è già stato, c’è un tasso di federalismo superiore a quello del Canada. Regioni ed enti locali gestiscono già la metà della spesa corrente complessiva, quei 200 miliardi, ma sono responsabili, e per modo di dire, solo dell’11% delle tasse». [...]
I decreti attuativi arriveranno in autunno, ma già a giungo la commissione dovrà dare al governo e al parlamento il quadro del nuovo assetto federale, con la definizione delle risorse che spetteranno a ciascun livello di governo. La banca dati è stata appena messa a punto e sono cominciate le simulazioni. La spesa già in mano alle autonomie locali è pari a 215 miliardi, 130 per le regioni, 85 per comuni e province, ed è in gran parte finanziata dallo stato a piè di lista con i trasferimenti o «compartecipazioni fasulle – dice Antonini – ai tributi nazionali».
(da Mario Sensini, Corriere della Sera 04/04/2010, numero scheda 204323)

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DAL SITO DEL GOVERNO (http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/federalismo_fiscale/)

Il Federalismo fiscale è legge. La legge n.42 del 5 maggio 2009, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 6 maggio 2009, entrerà in vigore il 21 maggio prossimo.

Il disegno di legge n. 1117-B, collegato alla manovra finanziaria, recante delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione era stato approvato in via definitiva dal Senato con 154 voti favorevoli, 6 contrari e 87 astenuti nella seduta del 29 aprile 2009. Le dichiarazioni di voto finali hanno confermato l’ampio consenso delle forze politiche intorno ad una riforma ampiamente modificata rispetto alla stesura originaria.

Principi fondamentali del federalismo fiscale sono - da una parte - il coordinamento dei centri di spesa con i centri di prelievo, che comporterà automaticamente maggiore responsabilità da parte degli enti nel gestire le risorse. Dall’altra parte, la sostituzione della spesa storica, basata sulla continuità dei livelli di spesa raggiunti l’anno precedente, con la spesa standard.

Il federalismo fiscale per diventare operativo necessita di una serie di provvedimenti che si snodano nell’arco di 7 anni: 2 anni per l’attuazione e 5 di regime transitorio. La legge prevede innanzitutto l’istituzione di una commissione paritetica (DPCM 3 luglio 2009) propedeutica per definire i contenuti dei decreti attuativi che dovranno essere predisposti entro 2 anni dall’entrata in vigore della legge.

E’ prevista anche una commissione per il coordinamento della finanza pubblica da istituire con uno di questi decreti. La commissione avrà carattere permanente e opererà in seno alla conferenza unificata.

Il finanziamento delle funzioni trasferite alle regioni, attraverso l’attuazione del federalismo fiscale, comporterà ovviamente la cancellazione dei relativi stanziamenti di spesa, comprensivi dei costi del personale e di funzionamento, nel bilancio dello Stato.

A favore delle regioni con minore capacità fiscale - così come prevede l’art.119 della Costituzione - interverrà un fondo perequativo, assegnato senza vincolo di destinazione.

Il federalismo fiscale introduce un sistema premiante nei confronti degli enti che assicurano elevata qualità dei servizi e livello di pressione fiscale inferiore alla media degli altri enti del proprio livello di governo a parità di servizi offerti. Viceversa, nei confronti degli enti meno virtuosi è previsto un sistema sanzionatorio che consiste nel divieto di fare assunzioni e di procedere a spese per attività discrezionali. Contestualmente, questi enti devono risanare il proprio bilancio anche attraverso l’alienazione di parte del patrimonio mobiliare ed immobiliare nonché l’attivazione nella misura massima dell’autonomia impositiva. Sono previsti anche meccanismi automatici sanzionatori degli organi di governo e amministrativi nel caso di mancato rispetto degli equilibri e degli obiettivi economico-finanziari assegnati alla regione e agli enti locali, con individuazione dei casi di ineleggibilità nei confronti degli amministratori responsabili degli enti locali per i quali sia stato dichiarato lo stato di dissesto finanziario.

Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria diventeranno città metropolitane, contestualmente la provincia di riferimento cessa di esistere e sono soppressi tutti i relativi organi a decorrere dall’insediamento della città metropolitana.

Roma Capitale è un ente territoriale, i cui attuali confini sono quelli del comune di Roma, e dispone di speciale autonomia, statutaria, amministrativa e finanziaria, nei limiti stabiliti dalla Costituzione.

L’attuazione del federalismo fiscale deve essere compatibile con gli impegni finanziari assunti con il patto di stabilità e crescita.