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 2010  aprile 23 Venerdì calendario

Intanto Proust aveva cominciato a leggere Le pietre di Venezia […]. La Venezia di Ruskin non era più quella di Turner, radiosa e nebbiosa, e non era nemmeno quella di James: a tratti, era già quella del Baron Corvo

Intanto Proust aveva cominciato a leggere Le pietre di Venezia […]. La Venezia di Ruskin non era più quella di Turner, radiosa e nebbiosa, e non era nemmeno quella di James: a tratti, era già quella del Baron Corvo. Ruskin amava i colori di Venezia […]. In quel libro troppo folto, Proust amò certamente le parti dedicate alla decorazione. Come lui, Ruskin prediligeva le creazioni anonime delle quali gli artigiani gotici […] avevano cosparso gli edifici – tutti i capitelli, queste sculture fantastiche di palme e di gigli, d’uva e di melograni, di uccelli posati in volo tra i rami, avvolti in un intreccio di fiori e di piume. A fine aprile o al principio di maggio del 1900, Proust e la madre partirono per Venezia La Venezia di Proust non aveva nulla in comune con la Venezia spettrale e moribonda di Ruskin. […]. Il luogo di Venezia che forse lo impressionò più profondamente, fu la Piazzetta, dove le due colonne di granito grigio e rosa portavano sui loro capitelli greci, l’una il Leone di San Marco, l’altra San Teodoro che calpesta col piede il coccodrillo. La *colomba pugnalata : Proust e la Recherche / Pietro Citati- Milano : A. Mondadori, 1998- 417 p.