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 2010  aprile 22 Giovedì calendario

«CONTRO CHI E TROPPO FRAGILE LE PUNIZIONI NON SERVONO»

Dino Zoff, come si recupera Balotelli? Ma, soprattutto, è recuperabile? «All’Inter le hanno provate tutte: il bastone, la carota, il bastone e la carota insieme. Poi, è chiaro che in teoria nessuno è irrecuperabile, figurarsi a vent’anni».

Non sarà mica un problema di metodo pedagogico? «Visto quello che ha combinato il ragazzo l’altra sera, mi pare evidente che qualche malessere esista. In lui, non nel metodo».

Adesso Mourinho dice che Balotelli giocherà contro l’Atalanta: è giusto? «Secondo me, sì. Le punizioni drastiche non servono a capire, incattiviscono e basta. Sia chiaro, però, che non esagerare con la condanna non significa perdonare: qui il perdono non c’entra proprio. Mario Balotelli ha commesso un errore inaccettabile, ma dev’essere aiutato». Vogliamo concedere al ragazzo l’attenuante dei fischi? Piovuti subito, dopo il primo pallone sbagliato. «Il suo è stato una specie di fallo di reazione, tuttavia i tifosi erano già esasperati dall’atteggiamento del giocatore. Per questo lo fischiavano. Il pubblico vede dieci interisti dannarsi in campo, e uno solo passeggiare svogliato e irritante: è chiaro che non fa piacere». Altri "falli di reazione", Balotelli li ha commessi dopo essere stato maltrattato dagli spettatori di mezza Italia. Questo non giustifica, ma forse spiega.

«Si è spostato il problema, si è parlato di razzismo a sproposito.

A volte Balotelli non piace per gli atteggiamenti che mostra, per certe reazioni, per il suo modo indisponente di stare in campo, non certo per il colore della pelle.

La scusa del razzismo ha prodotto giustificazioni di cui il ragazzo non aveva bisogno,e questo gli ha nuociuto». Forse è anche un problema di crescita: dipenderà dalla storia personale, non facile.

«Io penso piuttosto che lui non fosse pronto ad un successo del genere, che non fosse preparato a reggerne il peso. Mario Balotelli è diventato prestissimo un personaggio, sembra una persona solida e invece è fragile. Come calciatore ha grandi qualità, però questo non basta».

Si guarda il filmato dello sfogo e si pensa a Cassano: un accostamento legittimo? «Beh, Cassano ha avuto bisogno di un anno e mezzo di purgatorio per capire che, forse, continuando in quel modo non avrebbe più giocato a calcio. A Madrid è cresciuto, restando quasi sempre fuori squadra».

Allora un po’ di bastone, in mezzo alle carote, non guasta.

«Purché si parli col ragazzo,e lo si aiutia capire il senso dei suoi errori.A vent’anni bisogna essere in grado di comprendere la realtà.

Non si è più bambini».

Com’è possibile che Balotelli sia entrato in campo a un quarto d’ora dalla fine e avesse già il muso lungo? «Era deluso, arrabbiato per non essere un protagonista della vittoria. Si sarà sentito sacrificato.

Neppure questo giustifica lo sfogo. Quando si fa parte di una grande squadra, è ovvio che lo spazio bisogna conquistarlo».

C’è anche chi pensa che Balotelli l’abbia fatto apposta perché mal consigliato: per arrivare alla rottura definitiva e cambiare aria. «Non penso. stato solo un cedimento nervoso, neppure il primo». Dunque non era giusto stabilire chi avesse ragione, tra Balotelli e Mourinho.

«Un allenatore non è mai autolesionista:è chiaro che Mourinho non avrebbe rinunciato a una risorsa come Balotelli, se non ci fosse stato un grave motivo per farlo». Un motivo che, adesso, pare rovesciato. «Io la penso come Mourinho. A Balotelli direi: gioca che ti passa.

Esistono situazioni simili alle malattie. Devono fare il loro corso».

Potrebbe servire l’aiuto dello psicologo? «Non credo, certi esperimenti nel calcio sono quasi sempre falliti. E poi, un bravo allenatore è anche un po’ psicologo».