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 2010  aprile 22 Giovedì calendario

LA PRIMA VOLTA E’ CHIMICA

Avevo 15 anni. Era la prima volta con la mia ragazza e con le pillole blu. Le ho buttate giù per non correre il rischio di una brutta figura. Le volte dopo, invece, le prendevo perché non si sa mai...».
Carlo C. oggi ha 16 anni, ed è in cura per «dipendenza da Viagra» in un centro specializzato in «polidipendenze» che sta nella prima cintura di Milano. Carlo parla veloce, si mangia le parole. E sovente precisa: «Comunque è una cosa normale, anche gli amici di scuola le prendono. Sono i miei che la fanno tanto grossa». Pillole buttate giù come caramelle, farmaci presi come inutili afrodisiaci. «La pastiglia dell’amore», pensata in laboratorio per risolvere problemi vascolari e piena di controindicazioni, tra gli adolescenti non è un tabù. Tanto che ha incominciato a circolare in classe, in discoteca e la sera davanti ai pub.
«Quando andiamo nelle scuole - dice Maurizio Tucci, presidente della ”Società italiana di pediatria preventiva e sociale” - gli studenti ci raccontano, con leggerezza, che la prendono così, per curiosità, per vincere l’ansia senza capire che quello è un farmaco non un corno di rinoceronte tritato». Ansia di non farcela, com’è stato per Carlo, per via dell’ insicurezza e dell’età. «La media del primo rapporto è sceso, nell’arco di due anni, dai 16 ai 14 - continua Tucci -. Certo non esite un momento che valga per tutti in materia di sessualità, ma 14 anni sono davvero pochi per sperare di vivere il sesso senza affanni».
Ciò che allarma medici e sociologi che tentano di capire gli adolescenti è quel che si nasconde dietro l’ansia e l’immaturità di oggi: «Stati d’animo vissuti dai ragazzi di ogni generazione - dice Riccardo Gatti, psichiatra e direttore dell’Osservatore dipendenze della Lombardia - ma una volta bastavano gli ormoni a risolvere, ora invece servono gli eccitanti. Agli adolescenti di questa società manca la voglia di impegnarsi, di sviluppare le capacità che hanno, perciò cercano una scorciatoia, per arrivare senza fatica e perché non sanno affrontare la paura di ”sbagliare”».
E così si rifugiano in un farmaco che spesso comprano a prezzi bassissimi su internet. «Sono cresciuti con l’idea - dice ancora Gatti - che per vivere serva doparsi. Sono bombardati da messaggi che reclamizzano pillole: quella per avere più energia, più grinta, più concentrazione, più capacità. I ragazzi di oggi sono nati assuntori».
Una pillola per ogni uso, quindi: le prime perché non credi di essere all’altezza e quelle dopo per sentirti «Superman»: nello sport, a scuola, a letto con la ragazza. Conta poco, quasi niente, che prendere medicine senza prescrizione sia un grave rischio. «Alcune di quelle che girano su internet - dice il colonnello Antonio Amoroso, vicecomandante dei carabinieri del Nas, nucleo antisofisticazioni - sono imitazioni, ma il mercato è fiorente. Da due anni abbiamo allestito una squadra permanente per esplorare il mercato virtuale».
Dice sicuro Carlo: «No, questo a me non è mai successo. Prendevo solo quelle originali che è come se mi avessero stregato. Ancora adesso sono convinto che senza non sarò mai capace di combinare niente...».