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 2010  aprile 22 Giovedì calendario

ZUCCHI E VIANINI VENDUTE A ZERO EURO

Dai prospetti (internal dealing) di Borsa Spa, parrebbe chequelli di Amber Capital siano dei gran benefattori.
A fine marzo hanno venduto 5,62 milioni di azioni Zucchi , ossia la bellezza del 23% del capitale, al prezzo di 0 (zero) euro. E, sempre nella stessa data, hanno ceduto oltre 2,5 milioni di azioni Vianini
Industria (l’8,3% del capitale) allo stesso prezzo: ossia a zero centesimi, con la casella del controvalore ( si fa per dire) impietosamente segnata dal numero zero. Entrambe le operazioni sono avvenute fuori mercato. Ma si sprecherebbe tempo se si volesse scovare quale fortunatissima controparte sarebbe stata beneficata con quasi 6 milioni di euro, stando alle quotazioni segnate ieri dei due titoli.
Molto probabilmente si tratta di due operazioni fittizie e lo si capisce leggendo le note di una comunicato della Consob: «Comunicazione effettuata dal dichiarante, in qualità di gestore del fondo Amber Master Fund (Cayman), a seguito della conclusione, in data 31 marzo 2010, di un accordo transattivo con il curatore fallimentare della società Lehman Brothers International (Europe) presso la quale erano depositate le azioni ». Al di là del criptico linguaggio burocratico e dopo aver visto quel che è successo in Gran Bretagna, si capisce che le "finte" vendite di Vianini e di Zucchi hanno a che fare con il fallimento Lehman e con le procedure fallimentari curate da Price Waterhouse. Finte vendite, perché i titoli legittimamente di proprietà di Amber non c’erano più: lasciati in custodia a Lehman e da questa dati in pegno, senza il consenso di Amber, a qualche controparte finanziaria prima del settembre 2008, erano probabilmente già stati venduti dopo il fallimento della gloriosa banca d’affari americana, come legittima escussione del pegno. Così alla povera Amber (che in realtà è uno dei maggiori gruppi mondiali nel private equity e nelle gestioni), come alle povere altre società d’investimento sparse nel mondo, che avevano avuto la disavventura di lasciare in custodia i loro attivi alla Lehman, non è restato che contattare la Consob e le autorità di Borsa per regolarizzare la condizione che s’era creata.
Amber, che aveva acquistato i pacchetti di Zucchi nel maggio 2006 e di Vianini nel novembre dello stesso anno, si potrà consolare partecipando in qualità di creditore alla spartizione delle attività rimaste dopo il fallimento Lehman. Non senza grandi sacrifici tuttavia: perché le Zucchi le aveva pagate 5,5 volte più della quotazione di ieri e le Vianini oltre il doppio.
C’è anche un giallo contiguo a queste fittizie operazioni. I titoli Zucchi a partire dalla passata settimana si sono messi a correre, crescendo del 55% (ieri hanno tuttavia perduto l’11,7%) con circa 10 milioni di titoli passati di mano: il 35% del capitale, quasi l’intero flottante esistente. Non siamo a «conoscenza di eventi che possano giustificare l’andamento del titolo», avevano dichiarato lunedì i vertici di Zucchi, sollecitati dalla Consob.