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 2010  aprile 22 Giovedì calendario

LETTERE – MAGISTRATIVI E GOVERNO

Caro Romano, il 14 novembre 1901 la nomina dei magistrati di rango più elevato e la loro eventuale destituzione (che in precedenza spettavano al sovrano in base all’articolo 68 dello Statuto albertino) erano state riservate, per decreto, al Consiglio dei ministri. Malgrado il ministro dell’Interno Giovanni Giolitti avesse affermato in più occasioni l’importanza dell’autonomia della magistratura, agli inizi del XX secolo il potere giudiziario soggiacque all’esecutivo, grazie alla presa di posizione del governo Zanardelli. Trova qualche analogia con il «modus operandi» del governo odierno?
Claudio Villa
Vanzago (Mi)
L’episodio da lei ricordato può sembrare oggi una indebita interferenza del potere esecutivo nell’autonomia della magistratura. Ma nel 1901 aveva un altro significato. Il governo, legittimato dal voto del Parlamento e, indirettamente, da quello della nazione, avocava a sé poteri che erano stati esercitati dal sovrano. Fu così che il governo britannico, durante l’Ottocento, spogliò progressivamente il trono delle sue prerogative.
Sergio Romano