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 2010  aprile 22 Giovedì calendario

LO STOP AI VOLI COSTA 1,3 MILIARDI DI EURO

«Questa situazione continua a essere un imbarazzo per l’Europa. Perché è in un ritardo decennale». E perché l’incompetenza delle autorità alle aerolinee è già costata «1,7 miliardi di dollari di mancati introiti», 1,34 miliardi in euro. Giovanni Bisignani, il rappresentante delle grandi compagnie aeree internazionali, alza i termini dello scontro tra mondo dell’economia e governi che si è aperto a causa delle ceneri del vulcano islandese. In una conferenza stampa a Berlino, seduto accanto al presidente della Lufthansa Wolfgang Mayrhuber, ieri ha sostenuto che la chiusura dei cieli europei è stata gestita in modo incompetente e ha chiesto una serie di misure urgenti ai Paesi europei. Intanto la situazione va migliorando: l’eruzione del vulcano ha perso l’80 per cento della potenza e ieri 8 voli su 10 in Europa sono stati regolari.
L’attacco condotto dal direttore generale della Iata – l’Associazione che raccoglie le 230 maggiori aerolinee del mondo – è arrivato mentre parti consistenti dell’economia hanno deciso misure di emergenza per far fronte al blocco dei voli. Audi, Bmw, Nissan hanno fermato la produzione in alcuni impianti perché senza forniture. La stessa Lufthansa ha bloccato gli arrivi di carburante perché i serbatoi negli aeroporti erano pieni. Gli esportatori di fiori dal Kenia hanno dovuto mandare al macero quintali di produzione destinata all’Europa. Il tutto – ha detto Bisignani – sulla base delle scelte delle autorità basate solo su un modello matematico». «I ministri europei hanno impiegato 5 giorni a convocare una conference call», ha notato. Negli Usa, in casi simili la Federal Aviation Administration (Faa) nel giro di poche ore mobilita aerei ed esperti, dichiara le aree pericolose No fly zones e lascia poi alle compagnie la decisione su dove e come volare al di fuori di queste. Il ritardo, secondo Bisignani, è dovuto innanzitutto al fatto che da 20 anni si parla di creare uno spazio aereo unico europeo, con una sola autorità come la Faa in America, ma non si è fatto nulla a causa del nazionalismo e del desiderio «di mettere una bandierina sulla coda degli aerei». Il risultato è stato che un intero pezzo dell’economia mondiale è stato messo a terra sulla base di valutazioni incerte. «Da martedì abbiamo la conferma che il modello usato per prendere le decisioni è sbagliato», ha rafforzato il concetto Mayrhuber della Lufthansa. Le compagnie aeree chiedono che nei prossimi giorni si possa volare fuori dai vincoli degli slot e superando le restrizioni che chiudono gli aeroporti di notte. E che i governi coprano le perdite di fatturato causate da «un atto di Dio» (il vulcano) e dalla loro incompetenza.
Danilo Taino