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 2010  aprile 22 Giovedì calendario

Nancy Brilli: «Punturine antirughe, non me ne vergogno. Le ho fatte» «Alla pelle sto attenta. Per esempio, ho abolito l’abbronzatura

Nancy Brilli: «Punturine antirughe, non me ne vergogno. Le ho fatte» «Alla pelle sto attenta. Per esempio, ho abolito l’abbronzatura. Scelgo con cura anche le creme» MILANO - Signore e signori, sono molto sana! Ho voglia di iniziare così il mio racconto. E non lo dico per atteggiarmi da una che problemi non ne ha o che fa la riservata a tutti i costi. Dei miei affari di salute se n’è parlato, e tanto. Forse troppo. Ma, facendo tutti gli scongiuri del caso, si tratta di una scatola chiusa e non ho voglia di riaprirla. Perché oggi mi va di esclamare, a chi me lo chiede: «Sto bene assai, grazie!». Negli anni ho subito diverse operazioni. Cosa ho capito alla fine di tutto? Che la verità sta in uno dei detti preferiti della nonna, morta a 92 anni, non perché fosse malata, ma perché il ciclo della vita volgeva naturalmente al termine: «Bastano la salute e un paio di scarpe buone per girare il mondo!». «MI PIACE CHIAMARLO RESTAURO CONSERVATIVO» - A questo punto il mio karma lo riassumo così: «Chissenefrega del tempo che passa. Puoi farci qualcosa Nancy? No. E allora goditela». Questo non vuol dire che mi lasci andare. Tutt’altro. Vorrò essere una cinquantenne, poi una sessantenne e ancora una settantenne, in forma smagliante. Rughe? Inutile combattere contro i mulini a vento. Spuntano, si infittiscono, segnano il viso. Allora, visto che la medicina ci viene incontro e non mancano le tecniche: correggiamole. Ho detto correggere, non cancellare. Sì, sono favorevole agli interventi estetici, purché soft e purché puntino a ripristinare la bellezza autentica di un viso rispetto alla sua età anagrafica. Più che chirurgia, mi piace chiamarlo restauro conservativo. Pazienza se l’effetto dura qualche mese e poi bisogna ripetere tutto: così mi sento più libera di decidere se rifarlo o no. L’ho già provato. L’anno scorso ho interpretato un personaggio che pesava 140 chili o giù di lì. Ho recitato per quattro mesi con addosso, in viso, una maschera di silicone pesantissima. Tutti i giorni otto ore di set. La pelle soffocava e si disidratava sotto quella cappa. Quando abbiamo terminato le riprese, nonostante i quintali di crema che mi spalmavo mattino e sera, sembravo un tacchino. Non ci ho pensato due volte. Mi sono sottoposta a quelle che la gente chiama punturine e che i medici definiscono biostimolazione: microiniezioni su viso e collo a base di un precursore dell’acido ialuronico, la glucosamina, e di vitamine. Già dalla prima seduta la pelle è tornata a respirare, i tratti si sono distesi, lisciati e riempiti. Il trattamento è stato come una medicina. E di effetto bozzo sulle guance o di zigomi a pandoro manco l’ombra. Ho solo stimolato la mia produzione di acido ialuronico della mia pelle, senza introdurre alcun impianto estraneo. «BOTULINO? VADE RETRO» - Per le rughe d’espressione intorno agli occhi e sulla fronte non intendo fare niente. Le ho da quando ero adolescente. Botox? Vade retro, please. Il mio non è ostracismo assoluto. Il botulino, tanto demonizzato, se iniettato da un professionista e con tutte le cautele del caso, può andare bene per chi non fa il mio mestiere. Io però con la faccia ci lavoro, devo avere il controllo di ogni singolo muscolo: non posso sembrare un cerbiatto impagliato, con l’espressione fissa. Per questo non lo sceglierei mai. Con la chirurgia estetica ho un rapporto sano. Tanto che il mio compagno, Roy De Vita, primario della divisione di chirurgia plastica e ricostruttiva dell’Istituto dei tumori Regina Elena a Roma, l’ho conosciuto da paziente, nel 2003. « IL MIO COMPAGNO A CURARE LA MIA PELLE» - A causa degli interventi subiti, avevo una grossa cicatrice scura sulla pancia. Roy me l’ha presentato un’amica. Gli ho chiesto di togliermi quel segno che mi ricordava momenti faticosi della mia vita. Non avevo alcuna intenzione di conviverci. Con l’intervento la cicatrice si è trasformata in un filo sottile, roseo, e io sono tornata a guardarmi allo specchio con serenità. A questo dovrebbe servire un chirurgo plastico: non a farti le tette come una ventenne se di anni ne hai 70. Certo, alla pelle sto attenta. Per esempio, ho abolito l’abbronzatura. Che ci sto a fare sotto il sole se poi divento un gambero rosolato e si moltiplicano le rughette? Scelgo con cura anche le creme. Roy mi ha fatto un esame accurato della pelle del viso e mi ha consigliato un mix di principi attivi specifici che il farmacista ha confezionato. Si chiama cosmesi personalizzata. Come curo il fisico? Mi sfogo con l’aerobica coreografata, in pratica zampetto come una pazza. Relax col bagno turco e un energico scrub con il bicarbonato, come suggeriva la nonna. Non avete idea di quanto fosse luminosa la sua pelle. Nancy Brilli