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 2010  aprile 22 Giovedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BRICOLO

FEDERICO"

Stando alle ultime dichiarazione dei redditi, il parlamentare più ricco di Italia è Gianni Agnelli (13.666.171 euro), seguito da Silvio Berlusconi (8.633.739 euro) e Giulio Tremonti (5.057.339 euro). Al quinto posto, Marcello Dell’Utri (1.454.17 euro), all’ultimo il senatore di Rifondazione Comunista Livio Togni, il leghista Federico Bricolo e la diessina Margherita Coluccini, con reddito zero.
Fonte: Monica Guerzoni sul Corriere della Sera del 12/3/2002 a pagina 8.

L’onorevole Francesca Martini, responsabile della Lega per le politiche sociali e la famiglia, in un uomo guarda prima di tutto gli occhi: "Il più bello del Parlamento è il leghista Federico Bricolo: bello ma semplice”.
Fonte: Antonello Capurso, ”Il Foglio” 5/11/2003, pagina 2

I deputati leghisti Angelo Alessandri e Federico Bricolo si scagliano «contro i novelli Papalia» e chiedono al ministro Mastella di inviare gli ispettori: «Se Roma pensa di intimidire i nostri sindaci con avvisi di garanzia e cavilli, si sbaglia di grosso». Per i leghisti, che vorrebbero inquisire il governo al posto del sindaco, per «omissione di funzione pubblica» e «procurata invasione», si tratta di un «vergognoso attacco». (sull’ordinanza anti sbandati del sindaco leghista di Cittadella, Padova).
Fonte: Roberto Bianchin, la Repubblica 23/11/2007

E anche se fanno sorridere le sparate del leghista Federico Bricolo secondo cui «prima», con la legge Bossi-Fini «si poteva entrare nel nostro Paese solo avendo già un lavoro e una casa» (col governo di destra, secondo l’Istat, dal 2001 al 2004 gli immigrati sono in realtà saliti da 1.334.889 a 2.402.157) è impossibile dare torto a quei sindaci che, davanti ad afflussi massicci, si sentono soli.
Fonte: Gian Antonio Stella, Corriere della Sera 26/11/2007

GLI ELETTI DI CAMERA E SENATO NELLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2008 (prima delle opzioni)
VENETO SENATO
LEGA NORD (7): Federico Bricolo
Fonte: La Stampa 16/4/2008

In Veneto si dice che sia lui (MANZATO Franco) la retroguardia della ”banda” veronese-trevigiana formata fra gli altri dal ministro Luca Zaia, Gian Paolo Gobbo, Flavio Tosi (candidato a sostituire Galan), Federico Bricolo, capogruppo al Senato, solo per citarne alcuni, ma lui nega. ”Siamo una comunità”, insiste. [...] Il suo motto? Quello che usa per il turismo: ”Ciò che va bene per il Veneto va bene per l’Italia”».
Fonte: Cristina Giudici, ”Il Foglio” 26/7/2008

Berlusconi L’ultimo guaio di Berlusconi si chiama ”prescrizione breve”. Una legge voluta da lui, studiata da Ghedini, formalmente di iniziativa parlamentare (l’hanno firmata l’ex An Gasparri, l’ex Forza Italia Quagliarello, il leghista Federico Bricolo e da ultimo anche Cossiga), fatta di tre soli articoli in cui si stabilisce che per ogni grado di giudizio bisogna sbrigarsela in due anni e se i due anni passano senza che si sia arrivati a sentenza il processo svanisce e tutti tornano a casa. In sé non sarebbe un provvedimento assurdo. Ma stabilisce delle eccezioni e qui il diavolo ci mette la coda. Prima eccezione: bisogna che le condanne massime previste nel procedimento a prescrizione breve siano inferiori a dieci anni. Seconda eccezione: la prescrizione breve vale solo per gli incensurati, per chi è recidivo le prescrizioni continuano a essere quelle di prima. Terza eccezione: per una lunga lista di reati, meticolosamente stampata nel secondo articolo, la prescrizione resta in ogni caso quella di prima. Per esempio nel delitto per associazione per delinquere, nel delitto di sequestro di persona, in certi tipi di furto, nella circonvenzione d’incapace, e così via. Tra questi reati gravissimi c’è però anche l’immigrazione clandestina, che Ghedini ha dovuto inserire per guadagnarsi la firma e il sostegno della Lega.
Fonte: Anno VI - Duecentonovantasettesima settimana Dal 9 al 16 novembre 2009

La Lega, dopo le regionali, avrà un preciso ruolo di stabilizzazione”. Dice così Federico Bricolo, il capogruppo della Lega in Senato, manifestando la preoccupazione che nel partito di Umberto Bossi provocano sia le convulsioni interne al Pdl sia il rischio latente di un conflitto tra presidenza del Consiglio e presidenza della Repubblica.
Fonte: Il Foglio 19/03/2010