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 2010  aprile 21 Mercoledì calendario

LE PERLE PONTINE, BELLE E DANNATE META DI VIP TRA DIVIETI E POLEMICHE

Belle e dannate. Due perle del Mediterraneo che fanno i conti con il dissesto e gli interventi dell’uomo che non sempre le ha rispettate. Anzi. Ponza e Ventotene, le isole principali dell’arcipelago pontino, meta ogni stagione di vip e alle prese da anni con crolli, spiagge chiuse, zone vietate. I resti romani le accomunano, i segni del passaggio di quella civiltà sono ancora visibili nelle murenarie alle grotte di Pilato a Ponza o alla villa di Giulia a Ventotene, dove l’imperatore Augusto mandò la figlia in esilio per la sua condotta morale. E il porto costruito proprio dai romani è ancora ”rifugio” nella stessa Ventotene, dove funziona come duemila anni fa. Sono accomunate anche dall’essere di origine vulcanica, le due isole, poi sono diverse fra loro per cultura, tradizioni, presenze di turisti. Ma al tempo stesso sono unite dai problemi legati alle falesie che si sciolgono come nulla fosse. Con una impressionante accelerazione negli ultimi anni.
Solo in quell’angolo di Cala Rossano dove ieri mattina si è consumata la tragedia non c’era mai stata alcuna segnalazione, nessun accenno di pericolo. «Ma sono isole friabili - dice Carlo Perotto, geologo dell’Amministrazione provinciale di Latina - ci sono fessurazioni che fanno paura, può darsi che per duemila anni non succeda nulla e poi...» Poi in un momento accade l’irreparabile. Com’era stato a Ponza a settembre del 2001, quando la spiaggia di Chiaia di Luna era già interdetta alla fruizione e una ragazza andò ugualmente a prendere il sole e fare il bagno. Un crollo e la tragedia. E altri crolli sono seguiti sull’isola ”lunata”, al punto che quella spiaggia resta ancora chiusa ma non sono utilizzabili Cala Inferno e le grotte azzurre a Santa Maria, le pareti tufacee sono venute giù anche a Palmarola - l’altra isola che fa parte di Ponza - mentre c’è una segnalazione dalla protezione civile per l’isolotto di Gavi: se va in mare la parete si rischia un’onda anomala in porto. Si salva Zannone, perché è nel Parco Nazionale del Circeo e lì sono rimasti solo gli animali, i visitatori sono ammessi con il contagocce. Servono interventi rapidi, ma non si riesce - tra conferenze dei servizi e conflitti di competenze - a realizzare la famosa ”messa in sicurezza” su una costa di 34 chilometri che in diversi punti è a rischio. E non è servita a smuovere la situazione neanche la clamorosa protesta di un paio d’anni fa, quando un comitato ha chiesto a gran voce - anche con una manifestazione - di riaprire la spiaggia almeno nel tratto dove sono le reti di protezione. Passata l’estate, archiviato il problema. Perché questa è l’altra faccia della medaglia, quella legata ai turisti che arrivano e vogliono comunque fruire degli spazi, poco importa della sicurezza. Sempre a Ponza tanti vip, per esempio, trascorsero la notte di fronte all’ingresso del tunnel romano che porta proprio a Chiaia di Luna. In porto era arrivato il terribile ”levante” e le imbarcazioni erano state portate sull’altro lato dell’isola, al riparo. Loro erano rimasti a terra per la cena, ma non potevano tornare indietro. Apriti cielo. Proteste, indignazione, nessuna remora di fronte al fatto che la chiusura era - ed è - dettata da motivi di sicurezza. Ma Ponza è così: l’isola degli eccessi e delle mode estive, delle risse che si verificano puntualmente, della caccia all’ultimo gossip. L’isola dove il blocco dei pontili, la scorsa stagione, ha messo in ginocchio l’economia e dove - a proposito di rispetto dell’ambiente - non si riesce a far spostare una centrale elettrica che inquina. Un angolo di paradiso dove in molti casi per l’abusivismo edilizio si arriva tardi. Troppo tardi.
Diversa Ventotene, con i vip che arrivano anche lì ma dove la discrezione è maggiore. Una sorta di «Capalbio dei poveri» - come la definisce un isolano - ma anche il luogo dove è nata l’idea di Europa unita con il ”Manifesto” di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni. L’isola che vive di turismo da questo periodo a ottobre sfruttando la presenza della riserva marina, il suo essere «come un unico villaggio reale, il mare, le scogliere, la vegetazione e gli animali sono il grande laboratorio in cui studiare, lavorare, divertirsi» - ricordano all’agenzia ”Mediterraneo” che organizza i campi scuola che si svolgono in primavera. Da ormai trenta anni. A luglio e agosto il pienone - anche se non è un turismo ”caciarone”, si va per stare in un posto tranquillo - quindi a settembre il seminario sul federalismo europeo che porta fino alla tradizionale festa di Santa Candida con il lancio delle mongolfiere. Ottobre, infine, è tutto per i sub. Turismo di nicchia, ”sostenibile”, tante famiglie con bambini, il progetto delle ”emissioni zero” che faticosamente si fa strada fra auto elettriche e pannelli fotovoltaici che dovrebbero rendere autonoma Ventotene. Rischia di andare tutto in fumo di fronte alla tragedia: «Magari le famiglie avranno dei timori a venire sull’isola - dice Daniele Coraggio, consigliere comunale e imprenditore nella ristorazione - siamo sconvolti per le ragazze, ma speriamo che non ci siano ripercussioni per la stagione». Restano gli enormi problemi sugli 11 chilometri di costa, acuiti dal maltempo nell’ottobre del 2008. E’ chiusa da tempo ”Parata grande”, un crollo aveva riguardato ”Cala Postina” anni fa, pareti tufacee e rocce friabili hanno crepe che si notano a vista d’occhio.
L’unico intervento di messa in sicurezza ha riguardato la spiaggia di Cala Nave, la più famosa dell’isola, quella che ”affaccia” su Santo Stefano, carcere di massima sicurezza fino agli anni ”60 e ancora oggi esempio di architettura borbonica abbandonato alle intemperie. Crolli si registrano anche lì, il Comune dopo l’ondata di maltempo aveva stimato in sei milioni di euro i fondi necessari per tamponare l’emergenza. Sono arrivati gli spiccioli. Adesso? I rapporti della Regione e quelli della protezione civile segnalano da tempo difficoltà sulle isole. Alle quali si è aggiunta quella che in un mese - durante l’inverno scorso - è caduta tutta insieme la pioggia che normalmente viene giù in un anno. Apparentemente senza conseguenze, ma non si può mai dire quando si ha a che fare con Ponza e Ventotene. Isole belle e dannate.