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 2010  aprile 21 Mercoledì calendario

SCHEDONE SU YOUTUBE CHE COMPIE 5 ANNI


UNIVERSO YOUTUBE
DAL SOLE 24 ORE 21/08/2009

2005
L’anno di nascita
YouTube è stato fondato nel febbraio 2005 da Chad Hurley (amministratore delegato), Steve Chen (direttore tecnico) e Jawed Karim (consigliere), tutti ex dipendenti di PayPal

19 secondi
Il debutto
Il primo video caricato, il 23 aprile 2005, è stato Me at the zoo di Jawed Karim. Durata: 19 secondi

1,65 miliardi
L’acquisto di Google
Nel 2006 Google compra YouTube per 1,65 miliardi di dollari pagati in azioni proprie

100 milioni
Il record Usa di utenti
A gennaio 2009 in America il sito ha superato
i 100 milioni di utenti con 6,3 miliardi di video visualizzati.
Ogni utente ha visualizzato 62 video per una durata media di tre minuti e mezzo

200 milioni
Gli utenti
Al mese sono 200 milioni gli utenti unici e 31 miliardi i video visualizzati (1.2 miliardii video visualizzati al giorno)
43%

Il primato nel mercato
Appartiene a YouTube il 43% del mercato dei video online

+20%
L’aumento delle entrate
Secondo gli analisti del Credit Suisse, chiuderà il 2009 con entrate in crescita del 20% a 240,9 milioni di dollari e uscite per 711,3 milioni di dollari Miliardari a trent’anni. Hurley (a sinistra) e Chen hanno forndato YouTube nel febbraio 2005

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Statistiche YouTube

DA IL SOLE 24 ORE.IT DEL 03/08/2009

Per vedere tutto il materiale che è presente su YouTube ci vorrebbero più di 412 anni. L’età media di chi pubblica video su YouTube è 26 anni e mezzo. I professionisti sono circa il 14 per cento. I contenuti illegali sono probabilmente il 12 per cento. Il primo paese dal quale vengono i video pubblicati su YouTube è gli Stati Uniti (34,5%), il secondo l’Uk (6,9%). Le sorprese sono al terzo, quarto e quinto posto: Filippine, Turchia e Spagna. Dati di Digital Ethnography. via twitting Montemagno.
Luca De Biase

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Lo slogan di YouTube : Broadcast Yourself («trasmetti te stesso»)

I video più visti in assoluto nella versione italiana di YouTube a oggi, 21/04/2010, sono:

• Parto in un letto (59.851.694 visualizzazioni)
• High School Musical (56.735.086 visualizzazioni)
• Celine Dion - Because you loved (19346858 visualizzazioni)

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YOUTUBE PER VOCE ARANCIO del 30/09/2009 -

All’inizio la sede di YouTube stava tra una pizzeria e un ristorante giapponese di San Mateo, California.

Primo video messo in rete (23 aprile 2005): Io allo zoo. Si vede Jawed Karim che passeggia per lo zoo di San Diego.

Jawed Karim è uno dei fondatori. Gli altri due sono: Steve Chen e Chad Hurley. Lavoravano tutti e tre alla Paypal, la società di eBay che gestisce i pagamenti on line.

Attivarono il sito il 15 febbraio 2005. Sviluppo tra marzo e aprile. A novembre la Sequoia Capital di Donald Valentine accettò di metterci 11 milioni e mezzo di dollari.

Ma YouTube non guadagna. Alla fine del 2009 si saranno spesi 300 milioni in connessioni e server e altri 400 in tutto il resto (stime di Alexa Internet, la società di statistiche online di Amazon). I ricavi staranno poco sotto il mezzo miliardo. Nei primi sei mesi YouTube, generando il 42% del traffico di tutta la rete, ha incassato 240 milioni di dollari.

Nel 2007 YouTube ha consumato tutta la banda che nel 2000 servì a mandare avanti l’intera rete. Nel marzo 2008 i costi di sfruttamento di Internet hanno raggiunto la media di un milione di dollari al giorno.

YouTube è il più grande portale di video online del mondo, con una quota di mercato del 43%, una media di più di 100 milioni di visitatori unici mensili e sei miliardi di video visti nel solo gennaio 2009 (ricerca della società di marketing online comScore). Si stima che ogni minuto vengano caricate 15 ore di materiale video.

L’unica fonte di ricavo è la pubblicità. YouTube ha cominciato a inserirla nel marzo 2006, ad aprile ha accettato il sistema AdSense, servizio di banner pubblicitari offerto da Google, con il quale è possibile pubblicare annunci promozionali sul proprio sito, guadagnando in base al numero di visite della pagina o ai click sugli annunci. Un servizio di statistiche integrato rileva i dati relativi al traffico online, e i ricavi vengono monetizzati ogni mille visite. Il credito così ottenuto viene caricato automaticamente (e gratuitamente) su un conto Paypal attivato nel momento in cui ci si abbona ad AdSense. Si possono anche personalizzare i banner scegliendone forma, dimensione, colori e contenuti.

A partire dal maggio 2007, al programma AdSense è stato affiancato lo YouTube Partnership Program (YPP), tramite il quale la compagnia ha permesso agli utenti i cui video sono più visti di diventare partner del sito. Questo status esclusivo, in precedenza offerto solo a provider commerciali, permette ai videomakers di guadagnare con le pubblicità poste accanto (o dentro) ai propri video, condividendo con il sito parte dei ricavi pubblicitari. Questa forma di pubblicità è detta revenue sharing.

Ecco come funziona l’YPP. Un algoritmo individua i video più visti e tra questi sceglie i più adatti ad accogliere pubblicità. Su questi filmati viene effettuato un controllo di conformità ai termini di servizio stabiliti da YouTube (video originali e autoprodotti, non offensivi ecc.). Tramite un messaggio email gli utenti vengono avvisati della possibilità di condividere parte degli incassi pubblicitari, e possono decidere se accettare o meno di partecipare al programma. L’unico requisito per poter partecipare all’YPP è avere sottoscritto in precedenza il programma AdSense.

Lauren Luke, ventisettenne ragazza-madre di South Shields (Newcastle), star di YouTube. Vendeva cosmetici su eBay, poi, per farsi un po’ di pubblicità, ha messo su YouTube dei filmati in cui faceva vedere come si truccava. Intanto spiegava gli effetti che si possono ottenere con il giusto mix dei vari prodotti. Quella serie di lezioni di trucco (la cui produzione è costata zero sterline) è diventata un successo e i video del suo canale, Panacea81, sono stati visti 50 milioni di volte in 70 paesi del mondo. Il suo successo è stato tale che la catena di distribuzione di cosmetici Sephora ha deciso di commercializzare in esclusiva una linea di prodotti con il marchio By Lauren Luke. In Italia stessa cosa con Clio Zammateo e il suo canale ClioMakeUp (tre milioni e mezzo di visite e un libro appena pubblicato con Rizzoli).

Molto forti le lezioni online (in inglese: tutorials): marketing, pianoforte, inglese, persino l’ukulele. Il caso di Luciano, fotografo di Ferrara, che ha caricato in rete le sue lezioni per ritoccare le immagini con Photoshop. Milleaccendini insegna trucchi di magia. II canale più gettonato per la cucina è La Cucina di Mimmo.

Il sito ha completamente rivoluzionato il concetto di marketing management. Pensiamo a Zooppa, azienda veneta che mette in contatto i creativi della rete e le aziende che vogliono produrre spot adatti a internet. La creatività è sollecitata da un concorso a tema che Zooppa lancia online periodicamente, per lasciarlo alla libera interpretazione di chi voglia proporre un’idea. Alla fine, l’azienda sponsor sceglie quella più creativa e la ripaga con un premio. La comunità di Zooppa ha ormai superato i 40mila creatori iscritti.

YouTube è anche uno strumento di promozione musicale. Uno dei tanti esempi è quello degli OK Go, band britannica che ha scalato le classifiche e ottenuto un Mtv video music award per la performance sui tapis-roulant nel video della loro canzone Here It Goes Again. Il clip, realizzato con una normale macchina fotografica digitale, è costato 5 dollari. Ad oggi, è stato visualizzato oltre 48 milioni di volte.

Idem per il video di Samuel Ferrari con la canzone YouTube School (100mila visite in poche settimane), o per la Campagna degli abbracci gratis, l’iniziativa sociale nata a Sidney nel 2004 a cui partecipano persone comuni che offrono, appunto, abbracci gratis ai passanti, in luoghi pubblici come parchi e grandi vie pedonali. Il video, accompagnato da una canzone dei Sick Puppies, ha reso famosa sia la band che la campagna e ha spinto altri Paesi a far propria l’iniziativa.

Il video con il maggior numero di visualizzazioni è Evolution of dance, di Judson Laipply: è stato cliccato più di 127 milioni di volte.

A corredo dei filmati musicali YouTube piazza dei link che permettono di acquistare online i brani della colonna sonora. Jill Peterson e Kevin Heinz hanno scelto come colonna sonora del loro matrimonio Forever di Chris Brown, che era uscito già da un anno. Il brano è subito andato in testa a tutte le classifiche di vendita online, da quelle di Amazon a quelle di iTunes. Youtube ha così incassato una piccola parte del prezzo pagato dagli utenti per l’acquisto della canzone. Jill e Kevin hanno visto lievitare il credito del loro conto AdSense.

Non esiste un manuale per aver successo su YouTube: per pochi utenti che sfondano, milioni restano anonimi. Un antropologo della Kansas State University, Michael Wesch, ha provato a studiare il fenomeno. Anche lui ha realizzato un video, un’animazione per insegnare come il web abbia cambiato la scrittura. L’ha messo su YouTube e, senza alcuna promozione, ne ha visto crescere la diffusione fino a 10 milioni di visualizzazioni. Wesch: «La dinamica è chiara: il filmato è piaciuto a qualche blogger lo ha passato agli amici, che lo hanno fatto notare ad altri amici ancora. Il passaparola ha preso velocità e la crescita è diventata esponenziale. Questo fenomeno, noto come diffusione virale, risponde alla logica della rete internet, che non è un deposito di contenuti, ma uno strumento per le persone che si esprimono e si connettono, si riconoscono e promuovono nella loro cerchia quello che apprezzano. Ciò che hanno in comune questi protagonisti del web è un’idea originale, ingegnosa e credibile».

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Buon compleanno YouTube: 5 anni di gioie e dolori

DA PCWORLD.IT DEL 16/04/2010

Era il 15 febbraio 2005, esattamente cinque anni fa. I tre fondatori di YouTube, gli allora sconosciuti Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim, caricavano il primo video (’Me at the zoo’) dentro il sito di loro recentissima invenzione, dove, secondo l’idea di base, chiunque avrebbe potuto caricare i propri filmati amatoriali. A cinque anni di distanza, quel sito è uno dei più cliccati della Rete, con un numero di visitatori mensili e di video ’uploadati’ in linea con le grandezze e i valori usati in astronomia.
Un quinto compleanno che porta con sé, almeno per la versione italiana, gioie e dolori. Da allora le cose sono cambiate, sia per quanto riguarda la proprietà (nel 2006 i tre bravi programmatori hanno venduto il loro gioiello a Google per 1,65 miliardi di dollari pagati però in azioni), sia per la tipologia dei video riversati nell’immenso calderone.
Come era prevedibile, la quantità di filmati personali è diventata presto trascurabile rispetto ai contenuti per i quali si poneva (e si pone) il problema della violazione della privacy e del copyright.
Spezzoni di trasmissioni televisive, videoclip musicali, pezzi di concerti e filmati ritraenti soggetti del tutto ignari della loro pubblica, e spesso dannosa, visibilità, hanno finito per creare grattacapi non da poco a Google.
Così, proprio nei giorni in cui YouTube spegne per la quinta volta le candeline della sua torta, arriva la conferma da parte del Tribunale di Roma che impone al grande Contenitore video di rimuovere tutti i clip ’rubati’ alle diverse edizioni del Grande Fratello, postati da migliaia di utenti del tutto incuranti della violazione del diritto d’autore.

I video più cliccati, durante questi cinque anni di storia, sono stati: ’Charlie bit my finger - again!’ visto 160.150.052 volte; ’Evolution of dance’ (137.007.826 volte); ’Miley Cyrus - 7 Things - Official Music Video’ (110.524.702 volte); ’Jeff Dunham - Achmed the Dead Terrorist’ (106.529.954 volte); ’Hahaha - Small daring boy’ (107.357.309 volte).

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RIVOLUZIONE YOUTUBE. 20 ORE DI VIDEO AL MINUTO

DALLA REPUBBLICA DEL 15/11/2009

Chi l’avrebbe mai detto che un ragazzino che sproloquia allo zoo davanti a un elefante sarebbe passato alla storia? Sono passati soltanto quattro anni, quattro anni e mezzo per la precisione, da quando un giovane impiegato di PayPal, la compagnia per i pagamenti elettronici su Internet, si fece riprendere da una tale Yakov Lapitsky davanti allo zoo della sua San Diego: 18 secondi che hanno hanno cambiato la storia. L’inserimento sul web è datato 23 aprile 2005, ore 8:27, e quel ragazzino davanti allo zoo, Jawed Karim, diventerà (con i soci Chad Hurley e Steve Chen) uno degli uomini più famosi del mondo virtuale. Il fondatore di YouTube.

Certo a guardarlo oggi "Me at the Zoo" sembra preistoria. Quella piccola start-up californiana, una impresa cominciata a un dinner party e finita nell’ufficio sopra una pizzeria di San Diego, California, adesso è un colosso della rete finito fra l’altro nelle mani di un altro gigante come Google. Ma quei quattro anni e mezzo passati moltiplicati per i video inseriti danno una cifra da fare venire i brividi. Quanti video scorrono su YouTube? Praticamente un’infinità. Ogni minuto in tutto il mondo vengono messe in linea qualcosa come 20 ore di nuovi video. Per dare un’idea, se i tre grandi network tv Usa, cioè Abc, Cbs e Nbc, trasmetteressero ininterrottamente nuovo materiale 24 ore su 24 per sette giorni alla settimana e, mettiamo, per 60 anni, non riuscirebbero a collezionare il totale di immagini che YuTube raccoglie in 60 giorni, spiega al New York Times Magazine l’esperto Chris Dale.

Una caterva di immagini di ogni tipo: da quelle rubate alla televisione e al cinema a quelle prodotte in casa. "Finire su YouTube" è un’espressione che i più giovani conoscono bene. Non c’è ormai passo della vita quotidiana che non rischi di finire in rete: dalle webcam sui computer alle macchine fotografiche dei telefonini i mezzi per raccogliere la realtà e confezionarla in rete non mancano. Naturalmente la cronaca offre ogni giorno spunti per gridare allo scandalo (lo sport preferito dai media e dal suo pubblico). E quindi ecco che tra i più postati ci sono i vari video più o meno choc. In Italia ha fatto storia la vergogna del video in cui un gruppo di studenti si prendeva gioco di un ragazzo down. Oppure quello di una professoressa salentina accusata di atteggiamenti osé.

Tutto il mondo è paese e il video più visto in America fino a ieri era quello di una professoressa brasiliana filmata durante una danza scatenata a luci rosse: con tanto di servizio tv con intervista al preside sotto choc. Poi c’è naturalmente la questione dei diritti d’autore: è dell’altro giorno l’ipotesi di accordo tra le major di Hollywood e il portale per potere vedere in streaming, e a pagamento, una montagna di film.

L’ultima prospettiva è quella però avanzata dal Magazine del New York Times: ossia YouTube come fucina dell’avanguardia. Non sarà che "Me
at the Zoo" un giorno verrà ricordato nei libri di storia come il treno dei fratelli Lumière che alla fine dell’800 piombò dallo schermo sul pubblico impaurito e segnò l’inizio del cinematografo? Non è che tra la montagna di immagini nascosta in rete si celi il nuovo Godard? La meraviglia su cui Virgina Heffernan consiglia di buttare un occhio si chiama Manhattan Bridge Piers e va detto che davvero sembra un piccolo capolavoro del cinema d’avanguardia.

In fondo più che per i film di Hollywood per questo era nata YouTube: concedere a tutti uno spicchio di celebrità - anche se molto meno dei fatidici 15 minuti di Andy Warhol, visto che la media per catturare l’attenzione dei 20 milioni di spettatori al mese, spiega uno dei fondatori Chad Hurley, è appena 2 minuti e mezzo: giusto il tempo di un video clip.
Angelo Aquaro


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La svolta di YouTube: i sottotitoli

DAL GIORNALE DEL 07/03/2010

I video di Youtube saranno da oggi sottotitolati automaticamente, per ora solo in inglese, ma in futuro in oltre 50 lingue. Indubbiamente una notizia che cambierà il modo di approcciarsi e di fruire i contenuti multimediali offerti da internet. Youtube, sito che offre la condivisione dei video caricati dai suoi utenti, è una realtà web fondata nel febbraio del 2005 da tre americani che nel 2009 ha generato oltre il 40% dell’intero traffico on-line.
Grazie al nuovo servizio questi numeri sono destinati a crescere. Si tratta infatti di una funzione che permette di seguire un corso di cucina thailandese in lingua originale sottotitolato in italiano ma anche di sapere cosa dice la cantante Madonna nella sua ultima intervista pur senza conoscere l’inglese ma sapendo solo la propria lingua.
Insomma, un importante passo avanti verso la globalizzazione dei contenuti. Questo è il futuro, anche se per ora i sottotitoli ci saranno solo in inglese. Secondo Google (proprietaria di Youtube ndr) un vantaggio importante dato da questa tecnologia, oltre a favorire l’apprendimento delle lingue, è quello di rendere fruibili i contenuti multimediali ai non udenti. «La parte fondamentale del Dna di Youtube è proprio l’accessibilità al contenuto», spiega Hunter Walk, responsabile di questa implementazione. «Potrò andare a rivedere alcuni corsi del Mit (Massachusetts Institute of Technology) che non avevo potuto seguire» ha detto Ken Harrenstien, sviluppatore software di Google sordo dalla nascita. Già oggi esistono siti internet dedicati proprio all’acquisizione dei sottotitoli, uno di questi è www.opensubtitles.org dove si trovano quelli relativi a film e serial televisivi. Un altro riferimento sul web è www.subsfactory.it dove un gruppo di internauti si dedica gratuitamente a tradurre tutto quello che reputa interessante. «Il difficile è poi sincronizzare il video con i sottotitoli», spiega un esperto. Insomma, ad oggi si trattava di un lavoro da appassionati mentre grazie a Youtube diventerà facile come facile è caricare on line il video del compleanno di proprio figlio. Come disse Henry Ford, fondatore dell’omonima casa automobilistica, «c’è vero progresso quando i vantaggi di una tecnologia diventano per tutti». E Youtube ci sta dando dentro.
Mario Alberto Cucchi

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«YouTube è un enorme esperimento collettivo per inventare il futuro della tv a ritmo di un video sciocco e sperperatore dopo l’altro» (Chris Anderson, direttore di Wired Usa e autore di ”Gratis”, edito da Rizzoli) (Wired, ottobre 2009)

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Tempi duri per YouTube

DA IL SOLE24ORE.IT DEL 04/09/2009

I conti di Credit Suisse sono chiari. YouTube perde quasi mezzo miliardo di dollari all’anno (fatturato da 240 milioni e spese per 710 milioni). Google si può permettere questa situazione. Ma per quanto tempo? Possibile che qualcosa cambi:
1. YouTube trova finalmente un modo redditizio per accogliere pubblicità
2. YouTube fa pagare il servizio
3. YouTube mette contenuti premium
Certamente ci possono essere altre opzioni. Ma non sono chiare. Perché YouTube è una miniera di contatti, attenzione, attività online. E’ un fatto sociale importantissimo. E un continuo successo in termini di valore d’uso. Ma Google lo sta pagando abbastanza caro. Le speculazioni degli analisti sono in fermento.
Luca De Biase

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YOUTUBE FA TENDENZA MA NON COME RE MIDA

DALLA REPUBBLICA DEL 19/06/2009

YouTube guadagna? No, non ancora, ma le perdite del colosso del video on line di proprietà di Google, dovrebbero essere molto minori di quanto previsto. Lo dice uno studio di RampRate Inc, che valuta le perdite di YouTube per quest’anno attorno ai 174 milioni di dollari, molto di meno dei 470 milioni di dollari stimati solo due mesi fa dagli analisti del Credit Suisse. La differenza delle due valutazioni è essenziale non solo per le casse di Google (che ha acquistato YouTube nel 2006 per 1 miliardo e 760 milioni di dollari) quanto per gli investitori, che vedrebbero nel calo delle perdite una straordinaria novità. YouTube è infatti uno dei siti più visti al mondo ma ancora non ha dimostrato alcuna capacità di trasformare questo successo in denaro contante.

Google non fornisce dati certi in proposito, limitandosi ad ammettere che YouTube non produce profitti: "La maggior parte degli analisti fa questi conti immaginando quanto ci costi tenere in piedi la struttura", ha detto Patrick Pickette, chief financial officer di Google, "e spesso esagera". Secondo gli analisti di RampRate a Google non fa comodo far sapere che i conti migliorano, perché la percezione di grosse perdite consente di trattare costi minori per i diritti di programmi tv, film e musica, e di veder nascere meno cause legali dagli aventi diritto, che si sentono meno danneggiati se YouTube non guadagna un euro dalla programmazione dei loro contenuti. "Non è vero", dice Aaron Zamost, portavoce di YouTube, "Ci interessa dimostrare che YouTube è un buon business proprio perché i nostri partner devono sentirsi coinvolti in qualche forma di guadagno. Se loro hanno successo noi abbiamo successo".

E i partner, infatti, si moltiplicano. Sono moltissime le aziende, i canali televisivi, i singoli artisti, che aprono su YouTube i propri canali, trasformando il sito di videosharing in una vera e propria piattaforma televisiva planetaria, nella quale è possibile, sempre di più, non solo trovare cose di ieri o del passato remoto, ma anche essere costantemente aggiornati sulle novità più interessanti. Sono così i canali, ad esempio, dei gruppi musicali, che postano su YouTube i video dei concerti, le novità discografiche, ma anche quelli delle grandi televisioni, come la Cnn, la Bbc o la Rai. Molte anche le aziende che per promozione aprono i loro canali, come l’italiana Granarolo o la giapponese Toyota.

Sta di fatto che YouTube resta uno dei siti più frequentati del mondo e che il suo successo, secondo Wired, sta portando alla nascita di un "Tubeverse", un universo di cloni che usano "tube" nel loro nome. SportsTube a GuitarTube, da DnaTube a SwimTube, sono centinaia i siti che hanno sfruttato l’onda del successo del servizio di videosharing di Google per creare spazi tematici con un nome simile e un simile approccio alla materia video. Secondo Wired solo negli Stati Uniti ci sono più di mille siti con la parola "tube" e ogni giorno ne nascono di nuovi.
Ernesto Assante

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I segreti di una YouTube Star

DA NOVA 24 DEL 24/07/2008 -

Non è poi così difficile diventare una star su YouTube, il problema semmai è restare sulla cresta. Per almeno una settimana. questa la dura legge del sito di condivisione di Google.
A due anni dall’esplosione dei video sul web non si è ancora capito granché, ma una certa grammatica per diventare famosi sta emergendo con chiarezza. Per esempio: si è capito che non basta strepitare, non serve più lasciarsi andare a crisi isteriche, cantare a squarciagola se si è stonati o sperimentare reazioni chimiche a base di bibita gasata. Difendere una star decaduta caragnando davanti a una telecamera può rendere famosi per qualche mese, magari si strappa un invito in tv, ma gli utenti di YouTube dimenticano in fretta e trasformano tutto in parodia. Infine, si è anche capito che le confessioni di adolescenti spesso sono scritte da abili autori hollywodiani. Insomma, a due anni di distanza queste "trovate" hanno stufato.
Chi si ricorda di Amanda Congdon, la conduttrice di Rocketboom? Alla fine del 2004 il video-tg era novità, oggi per catturare l’attenzione non basta essere bionda e spigliata. Stessa storia per Bree, meglio conosciuta come lonelygirl15. Quando si scoprì che non era una quindicenne qualunque, in cerca di una telecamera per confessarsi, ma un’attrice che recitava un copione scritto, gli utenti sono scappati. Eqal, la società specializzata in social networking che ha creato lonelygirl15 si è messa a vendere la fiction via web. E ora che gli americani ne hanno piene le scatole, ha deciso di lanciare in Italia una lonleygirl15 tutta italiana. Tanto, avranno pensato, agli italiani piacciono molto le "novità" americane.
Anche Ask Ninja tutto sommato ha fatto il suo tempo, su YouTube è un format datato. La star vestita da Ninja che dispensava esilaranti pillole di saggezza su richiesta (bastava scrivergli una mail per ottenere via YouTube una risposta), oggi tiene spettacoli nei teatri e scrive show per la televisione.
Insomma, la generazione che condivide e consuma video su internet si stanca facilmente dei propri idoli. Ecco perché le nuove star di YouTube sono delle non-star. Piacciono perché sono utili. Sono gli "How to", persone comuni che tengono lezioni su materie assurde. Spiegano come cotonarsi i capelli, come suonare con la chitarra "Women no cry". Attraverso dei video ti insegnano a organizzare una festa folle, a costruire un cane con dei palloncini o a trovarsi una fidanzata.
C’è ad esempio la sempre-sorridente Iris Jay. A una festa la 31enne californiana stupì e affascinò un po’ tutti per la sua acconciatura anni Cinquanta. Tutte le chiesero come avesse fatto, così decise di postare su internet un video con delle indicazioni pratiche. Fu un successo. Walt Ribero, 24 anni di Philadelphia ha raccontato così la sua storia: «Non ci sono video che insegnano a leggere la musica. Così mi sono messo davanti a una telecamera e ho cominciato a tenere delle lezioni». La gente gli ha scritto chiedendogli consigli pratici, tipo come eseguire un dato accordo con la chitarra, e lui strumento alla mano, premeva Rec ed eseguiva il passaggio. I video gli hanno portato fortuna e ora insegna sempre online a Ustreamtv.
A ben vedere, YouTube ha portato fortuna a tutti. I premiati con gli YouTube Award del 2006 hanno tutti avuto successo. La sfortunata cantante Terra Naomi, rifiutata dalla major e costretta a pubblicare su YouTube la canzone "Say it’s possibile", scoprì che il successo era invece "possible". Dopo essere stata premiata sul sito di condivisione è stato messa sotto contratto dalla Island Records. Nella categoria commedia, Anthony Padilla e Ian Hecox si sono affermati con la loro fiction Smosh. I due studenti americani del River College già noti dal 2005 per un esilarante e demenziale parodia sui Pokemon sono diventati cabarettisti, autori televisivi e vendono pure magliette con la scritta "Smosh" su internet.
Ancora: Juan Mann vinse la categoria dei video più ispirati, grazie alla sua campagna sociale per donare degli abbracci gratuiti. L’inventore della campagna "Free hugs" per il diritto a ricevere "abbracci gratuiti" ha "vinto" un invito in televisione alla corte della potentissima Oprah Winfrey.
Insomma, tutto bene. Eppure, nessuno di loro è riuscito a restare sulla cresta dell’onda di YouTube. Il sito di condivisione macina volti su volti, e ha una memoria brevissima. Ecco perché gli idoli del web 2.0 hanno capito che non basta avere un’idea originale. Le nuove YouTube Star hanno così da imparare dallo star system. Oggi chi vuole emergere non può non avere un canale web, un sito internet, essere presente sui social network più "à la page" e rispondere quotidianamente alle mail dei fans. Ma, cosa più importante, deve aggiornare continuamente i contenuti. E spesso non basta neppure questo. Chi sa stare sulla scena di YouTube ha dovuto imparato anche a essere riconoscibile e seriale. Con milioni di video che si aggiungono quotidianamente restare sulla vetta è pressoché impossibile.
Il turn-over è massacrante. Ecco perché è necessario inventarsi qualche trucco. Come ad esempio ha fatto Vadrum. La sua ultima opera è stata vista da sei milioni di persone; inoltre, possiede un canale a cui sono iscritti 20mila utenti. Di suo, Vadrum è un musicista che si diverte a riarrangiare con la batteria pezzi famosi. Il suo capolavoro è il riadattamento della sigla di Supermario, un videogioco della Nintendo. Il titolo? Vadrum incontra Supermario. Nel suo repertorio anche Vadrum incontra il barbiere di Siviglia, eccetera. Grazie a questo escamotage, ovvero ripetere nel titolo "Vadrum meet...", il nostro artista-batterista è diventato una presenza attesa e familiare per gli spettatori del sito. Senza nulla togliere al fatto che è indubbiamente bravo. E questo fa la differenza. Il che non significa che fenomeni come quello di Lital Mizel e dell’amica Adi Frimerman non si ripeteranno. Ballare come due indemoniate davanti a una telecamera non richiede talento, ma attira l’attenzione. Il video della performance delle due americane è stato visto da più di 10 milioni di persone in tutto il mondo.
Fenomeni come questo si ripeteranno, nonostante la vocazione al professionismo che sta investendo le YouTube star. Ma qualche cosa sta cambiando tra i vecchi e i nuovi idoli. Un video musicale attualmente in programmazione sulle principali emittenti musicali racconta e fa il verso alle vecchie stelle del video online. Il gruppo si chiama Weezer e la canzone "Pork and Beans". Durante la clip sfilano un po’ tutti da "Ask a Ninja" al primo autentico idolo dei video: Uma Uma, il grassone che cantava sulle note di Uma Uma Dance. A proposito: qualcuno se lo ricorda ancora?
Luca Tremolada

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RivoluzioneYouTube

DALL’ESPRESSO DEL 05/07/2007

Prendete un talento dell’informatica ancora sconosciuto, piazzatelo in un garage nel bel mezzo della Silicon Valley e lasciatelo smanettare su un computer. Ne verrà fuori qualcosa di buono. Così, trent’anni fa, era nata Apple. Così, nel febbraio del 2005, è nato YouTube. Solo che il sito di videosharing più popolare del pianeta, con almeno 100 milioni di video visionati quotidianamente, ha bruciato le tappe e oggi è considerato il fenomeno più importante di Internet: una cosa che può cambiare per sempre la televisione e i media, ma forse anche la politica.
Due anni fa il ventottenne Steve Chen, uno dei suoi fondatori, era ancora un anonimo impiegato di PayPal, l’azienda leader deipagamenti on line, che nel weekend si rintanava nell’autorimessa di famiglia, accendeva il computer e scambiava video amatoriali con gli amici. Così a questo ragazzo, nato a Taiwan ed emigrato in America con la famiglia quando aveva otto anni, è venuta l’idea geniale, di quelle che cambiano la vita: una piattaforma sulla quale chiunque può caricare i propri video digitali e chiunque può visionarli connettendosi semplicemente a Internet. Solo un anno più tardi, Google l’ha acquistata per la bella somma di 1,65 miliardi di dollari. Steve si è ritrovato in banca l’equivalente di 326 milioni di dollari in azioni, proprio come l’altro socio fondatore, il coetaneo Chad Hurley.
Oggi YouTube non è solo un colossale contenitore di video amatoriali, con le evoluzioni del gatto di casa, la ricetta dei pizzoccheri, o le performance di Igor, quattro anni, virtuoso delle percussioni, nuovo idolo della Polonia. A YouTube il governo americano ha affidato gli spot della sua campagna antidroga, le major i trailer dei nuovi film e i clip musicali, Paris Hilton il lancio del suo disco. su YouTube che Tony Blair si è congratulato con Nicolas Sarkozy per la sua vittoria alle elezioni presidenziali francesi e che i principali canali televisivi del mondo lanciano brevi d’attualità o stralci dei loro programmi. E da pochi giorni, YouTube è ancora più accessibile al pubblico non americano (la metà del traffico proviene da altri paesi) grazie a nove nuove versioni locali - in italiano, in brasiliano, in francese, in irlandese, in giapponese, in olandese, in polacco, in spagnolo e per il Regno Unito - con home page e funzioni di ricerca tradotte nelle rispettive lingue.
’L’espresso’ ha intervistato Chen a Parigi, dove ha presentato le nuove iniziative della società in cui, anche dopo la vendita a Google, ha conservato tutte le cariche operative, a iniziare da quella di chief technical officer.

Ormai il pubblico giovanile preferisce i siti di videosharing come YouTube alla televisione tradizionale. Perché, secondo lei?
" una questione di accessibilità: su YouTube i ragazzi vedono quello che vogliono, quando vogliono, dove vogliono. In un college americano, per esempio, dove ogni studente ha il suo computer portatile con sé, in camera come in biblioteca, è molto più semplice e comune connettersi a Internet, e quindi a un sito di videosharing, che accendere la tivù. E poi YouTube offre una scelta di contenuti immensa, superiore a quella di una tivù tradizionale. Tuttavia, penso che Internet non si presti alla visione di programmi lunghi, che durino più di dieci minuti. Difficile rinunciare al piacere di sprofondare nel divano di casa per godersi un film su uno schermo al plasma in compagnia degli amici. Insomma, secondo me sono due cose diverse".

Allora non è vero, come dicono in molti, che YouTube sarà la televisione del futuro...
"No, non credo che YouTube rimpiazzerà la tivù tradizionale. Per i motivi che ho esposto prima, ma anche perché gli apparecchi tivù sono sempre più intelligenti: permettono l’accesso a Internet e garantiscono un’interazione con altri supporti tecnologici in continua evoluzione. In futuro, ma sta già succedendo, tutti questi supporti funzioneranno insieme per garantire all’utente un’offerta sempre più ampia. Anche dal punto di vista dei contenuti, la televisione, grazie a centinaia di canali internazionali ormai accessibili dal salotto di casa, resta sicuramente concorrenziale".

Allora che cos’è e che cosa sarà YouTube?
"Un ponte. Un grande ponte tra chi offre contenuti e chi li consuma. Una piattaforma senza frontiere che raggiunge un nuovo pubblico".

Però YouTube sembra soprattutto un contenitore di video amatoriali, a volte un po’ adolescenziali. è solo una fase di passaggio verso i video professionali, le news, le fiction e i programmi tv veri e propri?
" un problema che non mi pongo. Il nostro obiettivo è fornire agli internauti la più ampia scelta possibile, un catalogo pressoché illimitato, amatoriale come professionale. Uno studio ci ha rivelato che il 50 per cento dei video più gettonati è fatto in casa, l’altro 50 per cento proviene dai professionisti dello spettacolo o dell’informazione. Vede, il nostro pubblico se ne infischia di sapere se un video è stato fatto con due soldi nel salotto di casa o, al contrario, sia costato milioni di dollari. il risultato quello che conta. Se il risultato lo diverte e lo appassiona, l’obiettivo è raggiunto. Punto, fine".

Se lei fosse proprietario di una tivù tradizionale, come Cnn o Cbs, che cosa farebbe per incentivare l’integrazione tra Internet e televisione?
"Beh, prima di tutto farei un accordo con YouTube! Siamo qui per questo. Noi non creiamo contenuti, non siamo un mezzo di produzione, ma mettiamo a disposizione del pubblico una piattaforma che può diffondere un prodotto locale a livello mondiale. Che sia il video promozionale di un aspirante cantante, girato in una cantina, o il programma di un canale televisivo che non ha i mezzi per diffonderlo dall’altra parte dell’Oceano, per noi è lo stesso".

YouTube ha portato scompiglio anche nell’editoria cartacea. Molti sono convinti che il vecchio giornale subirà un colpo tremendo dai siti di videosharing, specie in termini di pubblicità. Del resto, la generazione YouTube legge pochissima stampa cartacea.
"Sono mercati totalmente diversi, con un pubblico differente, e il destino della stampa cartacea non ci riguarda granché. YouTube comunica con l’immagine, i quotidiani fanno un altro mestiere: dopodiché non è colpa nostra se i ragazzi preferiscono guardare un video su YouTube che leggere un articolo di giornale".

Allora per la stampa cartacea suonano le campane a morto?

"Dipende da come si rapportano a Internet. La concorrenza è tra i grandi giornali, che possono permettersi siti con migliaia di pagine on line, come il ’New York Times’, e i fogli meno importanti che non hanno una visibilità sulla Rete. è Internet che fa la differenza, non YouTube".

YouTube è sempre più impiegato come strumento di propaganda politica: dai candidati alla presidenza agli aspiranti ministri fino ai semplici consiglieri comunali, tutti vanno su YouTube. Qualcuno fa notare che in questo modo i politici piazzano i loro comizi e sfuggono ai contraddittori con i giornalisti. Lei che cosa ne pensa?
"Abbiamo appena annunciato che le tribune politiche per le elezioni presidenziali americane del 2008 si terranno proprio su YouTube: la prima, con gli otto candidati democratici è fissata per il 23 luglio. E non si tratta di soliloqui: il pubblico di Internet invierà dei video con le domande, e i candidati risponderanno in diretta. Grazie a YouTube, gli elettori potranno rivolgersi direttamente ai politici, senza intermediari, e i politici ai loro elettori, sicuri di poter contare su un’audience immensa, superiore a quella di qualsiasi meeting tradizionale e a qualsiasi tribuna elettorale televisiva. una grande prova di democrazia. Il pubblico sembra davvero apprezzare questa nuova forma di comunicazione politica: il video con Blair che si congratula con Sarkozy, ad esempio, è molto popolare".

Quindi secondo lei YouTube fa bene alla democrazia?
"Certo. YouTube è una formidabile chiave d’accesso: bastano una videocamera e un computer per poter parlare al mondo. Le pare poco?".

Chi può insidiare il primato di YouTube?
"Non siamo in competizione con nessuno, non è il nostro obiettivo. Faccio ancora fatica a realizzare quello che mi è successo negli ultimi due anni. Solo poco tempo fa, stavo ancora discutendo con gli amici sul problema dei video troppo pesanti, difficili da caricare e scaricare su Internet. Mi sembra ieri: oggi sono qui a parlarle del sito più famoso del mondo".

Com’è diventato l’inventore di questo sito?
"Guardi, io ho avuto una vita molto normale, ordinaria. Ho frequentato le elementari a Taiwan, poi sono andato negli Usa. Ho vissuto a Chicago prima di trasferirmi in California. Ho studiato matematica e scienze, ma l’esperienza più formativa sono stati i tre anni trascorsi in un pensionato, tra i 13 e i 16 anni. stato un periodo molto importante della mia vita: era un ambiente aperto, in cui circolavano idee e progetti, e nel quale si poteva discutere e testare nuove esperienze".

I fondatori di Youtube, Steve Chen (a sinistra) e Chad HurleyTra i grandi creativi della Silicon Valley, lei è stato uno dei più precoci.
"Guardi che non sono poi così giovane, ad agosto compio 29 anni! Sono cresciuto in un’epoca in cui Internet non esisteva ancora. Credo di aver utilizzato per la prima volta la Rete nel 1997 o nel 1998.".

Il successo di YouTube ha stravolto la sua vita?
"Continuo ad abitare a San Bruno, in California; gli uffici sono quelli di sempre, separati da quelli di Google. Niente di lussuoso, è ancora un ambiente da start-up. Quando viaggio, però, mi rendo conto che le cose sono cambiate. L’interesse mediatico è immenso: conferenze stampa, interviste, fotografie... Un ritmo vertiginoso! E la gente comincia a riconoscermi: qualche settimana fa mi trovavo alle Hawaii e un tizio, per la strada, mi ha stretto la mano dicendomi che adorava YouTube!".

Quando non è attaccato al computer che cosa fa?
"Mi piace cucinare, ma è una passione alla quale non riesco a dedicare molto tempo. In effetti, da quando è nato YouTube, non faccio altro che lavorare e dormire".

Quanto guadagna oggi?
"Me lo sono scordato proprio in questo momento".
Emanuela Mastropietro


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IL QUIRINALE DEBUTTA SU YOUTUBE

DAL CORRIERE DELLA SERA DEL 31/12/2009

Come alla Casa Bianca dell’era di Barack Obama, e come in diversi altri palazzi del potere sparsi nel mondo, da oggi anche il Quirinale dialogherà con la gente attraverso YouTube e mettendo in rete filmati degli interventi più significativi del capo dello Stato. Il lancio del canale ufficiale (che risulterà accessibile all’ indirizzo www.youtube.com/presidenzarepubblica) sarà aperto da un messaggio di benvenuto di Giorgio Napolitano.

Ecco le sue parole: «Apriamo le porte ai tanti utenti dei nuovi media non solo per ampliare e rendere sempre più efficienti e moderni gli strumenti della nostra comunicazione ma anche per promuovere e favorire un rapporto sempre più stretto e trasparente con i cittadini. Le nuove tecnologie non conoscono né barriere né frontiere. Ci incontreremo in questo spazio per costruire, insieme, occasioni di partecipazione alla vita democratica». Questo ulteriore passaggio per rendere l’ istituzione Quirinale «una casa di vetro» (come rivendicava Pertini) segue l’ apertura di un sito on-line avviata già da Carlo Azeglio Ciampi e completa le possibilità di colloquio tra la suprema istituzione repubblicana e il Paese. Una scelta che si è voluto far coincidere con il messaggio di fine anno del presidente, in onda stasera a reti unificate dopo i telegiornali. [...]
Marzio Breda

Gli altri canali Vaticano Il 2009 ha segnato l’ avvio dell’ era YouTube anche per il Vaticano: lo scorso 23 gennaio è stato inaugurato il canale della Santa Sede: nella prima settimana ha fatto registrare 750 mila accessi. Il messaggio pasquale del Papa è stato diffuso sul sito con sottotitoli in 27 lingue, un numero finora mai raggiunto sulla rete Rania di Giordania La regina Rania di Giordania, 39 anni, dal 2005 ha un sito: www.queenrania.jo. E oltre al canale su YouTube, ha uno spazio su Facebook, dove ha una pagina in cui lasciare commenti, prendere parte alle sue iniziative e guardare le sue foto. Nel 2008 ha vinto lo «YouTube Visionary Award» per lo sforzo dimostrato contro stereotipi e luoghi comuni sul mondo arabo Obama Il presidente Usa Barack Obama, 48 anni, è tra i principali sostenitori della comunicazione sul web: già nel 2007 il suo canale era il più visitato tra i candidati alla presidenza. A dicembre la Casa Bianca ha pubblicato sul suo sito di YouTube un video riguardante una serie di riunioni avvenute tra Obama e i suoi collaboratori.
(dal Corriere della Sera del 31/12/2009)

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Vanto di Sgarbi: «Su YouTube i miei diverbi accesi con la Mussolini o con Alessandro Cecchi Paone vanno alla grande e sono tra i più gettonati. Ci sono ragazzi che conoscono a memoria la mia diatriba con la Mussolini o le frasi non proprio lusinghiere scambiate con Santoro e Travaglio. Spesso questi video sono seguiti da una serie infinita di interventi e di osservazioni. Tempo fa ne ho lette 1.500. Metà a favore mio e metà di Travaglio».
(Mirella Serri, La Stampa 11/1/2010)