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 2010  aprile 21 Mercoledì calendario

”BERLUSCONI HA COMMESSO UN SACRILEGIO”

Fa discutere la comunione ricevuta da Silvio Berlusconi durante i funerali di Raimondo Vianello. Se dalla Cei si preferiscono evitare commenti, è la portata pubblica della persona Silvio Berlusconi a creare un certo imbarazzo. Una lettera è stata inviata da don Paolo Farinella, sacerdote genovese, al segretario di Stato, cardinal Bertone, e al numero uno dei vescovi italiani, cardinal Bagnasco, nella quale chiede che ”poiché lo scandalo si è compiuto in modo pubblico per scelta dell’interessato, che si è fatto seguire dalle sue tv, è urgente che il presidente della Cei e il segretario di Stato dicano chiaramente e apertamente, con nome e cognome che il sig. Berlusconi Silvio ha commesso un sacrilegio, accostandosi alla Comunione in quanto divorziato e in procinto di divorziare una seconda volta”. IL MATRIMONIO. Da una parte, c’è la norma data dal diritto canonico. Proviamo a sbrogliarla: il matrimonio che si celebra in Chiesa è un sacramento, e in quanto tale non può essere sciolto, se non da un pronunciamento del tribunale ecclesiastico. Berlusconi si è sposato in prime nozze con Carla Dell’Oglio, in chiesa. Da lei ha divorziato. Ma il divorzio è valido solo in ambito civile. Come solo civile è stato il matrimonio con Veronica Lario. Per la Chiesa, questo secondo matrimonio non è mai avvenuto. Anzi, è da considerarsi illecito. Berlusconi si è trovato in questo momento in una situazione di peccato pubblico. Non è il fatto di aver divorziato a impedire l’assoluzione: ”Il problema – dice un canonista - riguarda invece il fatto di non poter chiedere l’assoluzione se si intende continuare in una situazione irregolare, cioè consumando il nuovo matrimonio. Se un divorziato risposato si impegna a vivere castamente può ricevere l’assoluzione e fare la comu n i o n e ”. Ma c’è anche il caso di chi dopo un divorzio e nuove nozze si separa di nuovo e vive da solo. Se si confessa e dunque assume in coscienza l’impegno di seguire le regole dell’etica cristiana può fare la comunione. Anche in questo caso vale tuttavia la raccomandazione a una certa riservatezza, oltre che a seguire sul serio l’impegno assunto. LA CONFESSIONE. Sareb - be, quest’ultimo, proprio il caso di Berlusconi. Posto che nessuno può sapere cosa ha detto il premier in confessione (’Quan - do mi confesso da don Verzé, lui mi guarda, e mi dà l’assoluzione senza nemmeno conoscere i miei peccati”, ha detto Berlusconi di recente), nel caso di Berlusconi si è violato prima di tutto il criterio della riservatezza. Ma non solo. Spiega don Paolo Farinella: ”Da un punto di vista strettamente giuridico, Berlusconi è ancora sposato con la seconda moglie, non c’è ancora stato l’at - to di divorzio. E finché c’è la sua firma sull’atto di matrimonio e non c’è una sentenza di divorzio, non può dire di essere libero e di essere solo separato dalla prima moglie. C’è di più: se Berlusconi accede al tribunale ecclesiastico per chiedere l’annullamento dal primo matrimonio, qualora l’annullamento gli venisse concesso, il tribunale aggiungerebbe una nota che gli impedirebbe di sposarsi nuovamente in Chiesa senza una autorizzazione previa”. DA CRAXI. Non è la prima volta che Berlusconi va a fare la comunione. Ai funerali di Bettino Craxi, a Tunisi, ricevette la comunione dalle mani di don Verzé, e non battè ciglio. E sì che ancora era sposato con Veronica Lario. Poi ha fatto anche il gesto di rifiutarla in Sardegna, nel giugno 2008, durante la Messa per l’inaugurazione del nuovo campanile della chiesa di San Lorenzo a Porto Rotondo. E ha fatto di più: chiese al vescovo di Tempio Pausania che gli stava porgendo l’ostia: ”Eccellenza, perché non cambiate le regole per noi separati e ci permettete di fare la comu n i o n e ? ”. Il vescovo Sebastiano Sanguinetti rispose: ”Lei che ha potere, si rivolga a chi è più in alto di me”. Attacca don Farinella: ”Lo scandalo c’è stato e la nostra gente pensa che la regola severa della esclusione dai sacramenti che la gerarchia impone ai divorziati non valga per il potente Berlusconi, uomo senza scrupoli morali, corrotto e corruttore ”. Si parla da tempo di un cambiamento nella norma che vieta la comunione ai divorziati risposati. Sarebbe anche questa una legge ”ad personam”?