Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  aprile 20 Martedì calendario

«E’ STATO JOHN PAULSON A MANDARE LA SEC DA ME»

Gelosie, ego e tradimenti. Si infittisce il giallo che vede Paolo Pellegrini coinvolto nello scandalo Goldman Sachs. Potrebbe essere stata la rivalità tra il manager italiano e il suo ex boss, John Paulson, il gestore che ha fatto fortuna sul crollo del mercato immobiliare Usa, ad aver permesso alla Sec di scoprire la frode del colosso di Wall Street.
«Con Paulson c’è un rapporto amichevole e di gratitudine professionale», dice Pellegrini a La Stampa attraverso il suo portavoce. In realtà, per i media Usa, c’è stata una rottura dettata dalle debolezze di entrambi. Secondo il New York Post, Pellegrini è colui che «avrebbe fornito alla Sec informazioni di valore per sostenere le accuse di frode» nei confronti di Goldman.
E’ bastato un solo incontro, spiega il tabloid, e nel giro di alcuni giorni la Consob Usa «ha iniziato a indagare nelle pratiche della banca e nei prodotti legati ai mutui». A indirizzare la Sec verso Pellegrini sarebbe stato proprio il suo boss, ci dice il portavoce: «Nel 2008 la Sec avvicina Paulson & Co assieme ad altre istituzioni finanziarie nell’ambito delle indagini sui collateralized debt obligations. A quel tempo Paolo Pellegrini era co-gestore di Paulson Credit Opportunities Fund».
Gli investigatori sentono così l’italiano: «Pellegrini ha cooperato completamente con la Sec come del resto fecero altri colleghi della società Paulson & Co.», sottolinea il portavoce. Dalle indagini dell’authority emerge così che Paulson reclutò Goldman per creare il fondo Abacus mentre la banca stava assumendo Aca (la società indicata come quella scelta per la selezione dei titoli sottostanti ai mutui subprime) per gestire Abacus.
Paulson chiedeva ad Aca di inserire certi titoli legati ai mutui ipotecari in Abacus mentre Aca non sapeva che il gestore stava assumendo una posizione «short», ovvero al ribasso, su Abacus. Pochi giorni dopo Pellegrini, 53 anni romano di nascita e milanese di adozione, lascia l’hedge fund per il quale lavorava da quattro anni e apre una propria boutique finanziaria «Psqr», anagramma di Spqr o secondo alcuni «Paolo al quadrato».
«Da quel momento lui e Paulson non si parlano più» sostiene il New York Magazine chiedendosi: «Perché l’italiano avrebbe voltato le spalle alla persona che gli ha permesso di fare fortuna? E’ colpa dell’ego» di Pellegrini, secondo cui «Paulson non gli avrebbe mai concesso il credito che meritava». «Avevo 45 anni, neanche un soldo in banca o uno straccio di prospettiva», racconta Pellegrini nel libro The Greatest Trade Ever scritto Greg Zuckerman del Wall Street Journal.
Giunto negli States si sposa due volte senza fortuna e le prime esperienze in finanza vanno male. Ma la sua ambizione colpisce Paulson. Nel 2006 intuisce prima di altri il rischio di una bolla del mercato immobiliare, il suo boss gli da’ credito e scommette sul crollo dei titoli obbligazionari legati ai mutui comprando credit default swap su cdo. Incassa una fortuna e il suo braccio destro diventa ricco con un compenso da 175 milioni di dollari. Ma il rapporto scricchiola per la reciproca gelosia: lo fa capire lo stesso Pellegrini nel libro quando racconta l’episodio in cui accompagna Paulson ad Harvard dove i due hanno studiato business. Dinanzi alla platea il boss gli ruba la scena azzittendolo: «Non sei stato tu ad essere invitato». «Un’umiliazione per me», ricorda Pellegrini.
Un anno dopo arriva l’indagine della Sec e la defezione. «Non sono io la gola profonda, quello che dicono i media è sbagliato - ribadisce il manager italiano - La Sec aveva in mano un dossier da migliaia di pagine sulla società ed io ho risposto a tutte le domande in presenza dei legali di Paulson».
Il manager italiano sembra ora pronto a lasciare le Bermuda. Farà rotta su Parigi - dicono fonti informate - perchè non è chiaro ma sembra certo che sbarcherà in Europa già nelle prossime ore su un volo da Boston. Eyjafjallajökul permettendo.