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 2010  aprile 20 Martedì calendario

IL VULCANOLOGO AVVERTE: C’E’ ANCHE IL KATLA

Alcuni aeroporti svedesi sono stati aperti al traffico, nella giornata di ieri, ma già in serata una nube di cenere ancora piú spessa e minacciosa di quella che si era temuta nei giorni scorsi, ha invaso i cieli di Norvegia e Svezia. Giunge anche notizia di un’eruzione nel vulcano maggiore Katla, mentre voci contrastanti parlano di paura esagerata o di misure precauzionali ben giustificate. Ne abbiamo parlato con il professore Reynir Bödvarsson, un esperto vulcanologo islandese che insegna presso l’Università di Stoccolma.
Per quanto tempo ancora dovremo temere la minaccia rappresentata dal vulcano Eyjafjallajökul?
«Si tratta di un calcolo impossibile da fare perché proprio i vulcani dell’Islanda sfuggono a ogni proiezione logica nel tempo. Pareva che Eyjafjallajökul si fosse calmato, ma ora ha ripreso ad eruttare e non soltanto cenere, ma anche lava. Questi vulcani sottostanti i grandi ghiacciai sono imprevedibili. Possono avere delle pause, di qualche giorno o di qualche settimana, per poi riprendere l’attività eruttiva per mesi o anche per anni».
Davvero per periodi tanto lunghi?
«Certo. Il vulcano che ha creato tanti problemi al traffico aereo era fermo dal 1823. Ma dal dicembre del 1821 al gennaio del 1823 ha eruttato cenere e lapilli per quasi quattordici mesi consecutivi».
Ora giungono o voci contrastanti sull’altro vulcano, il Katla, che rappresenterebbe una minaccia ancora piú grave: è probabile che si svegli?
«Non mi sorprenderebbe affatto. Sia nel 1821, sia nel 1783, all’attività eruttiva dell’Eyjafallajökul seguì, entro un mese, una lunga eruzione del Katla. Sono talmente vicini ed attingono allo stesso nucleo di magma sotterraneo ragion per cui, una volta messosi in movimento uno, gli fa seguito l’altro».
Si esprimono pareri diversi anche sulla nocività della cenere che sta cadendo sul Nord Europa. Qual è la verità?
«Tutto dipende sia dallo strato sotterraneo in cui si agita il magma, sia dal processo di spegnimento della lava. Il brusco raffreddamento a contatto dello strato di ghiaccio che la sovrasta può far rimanere nella cenere sostanze venefiche che, con un processo di combustione più lento verrebbero invece eliminate. Ripeto però che tali sostanze, a parte l’anidride carbonica, dovrebbero trovarsi già nella massa del magma e qui parlo soprattutto di zolfo e fluoro».
Adesso com’è la situazione nella zona vulcanica?
«Il forte calore sprigionato dal vulcano ha già fatto sciogliere un terzo del ghiacciaio sovrastante e adesso insorge il pericolo di un’alluvione violentissima che potrebbe travolgere tutto sul suo cammino, provocando allagamenti, smottamenti e frane».
Secondo lei, è stato saggio od esagerato bloccare quasi tutti i voli in Europa?
« stato saggio perché non si può mai sapere come le particelle vitrolapidee contenute nelle ceneri possano danneggiare i motori degli aeroplani».