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 2010  aprile 20 Martedì calendario

POLVERE NEI REATTORI, PRIMI JET DANNEGGIATI

La prima allerta è arrivata a mezzogiorno: il reattore di un Caccia F-16 della Nato in volo nei cieli Ue è stato danneggiato da frammenti di polvere vetrificata. « un problema molto, molto serio che potrebbe avere conseguenze sull’attività militare», ha detto una fonte militare Usa. Il secondo allarme è partito invece nel pomeriggio: il motore di un aereo della compagnia regionale norvegese Wideroe, con a bordo 17 passeggeri, si è spento in volo e ha costretto i piloti a effettuare un atterraggio di emergenza a Bodoe. Il segretario generale dell’Alleanza Rasmussen ha subito rassicurato: «Le attività del vulcano non influenza la difesa degli Stati membri dell’Alleanza». E la compagnia norvegese a sua volta ha sottolineato: «Non possiamo essere sicuri al 100% che la causa dell’avaria sia la nube». Ma i due episodi sono bastati, in una giornata di polemiche sull’eccesso di precauzione, ad accrescere la preoccupazione sugli effetti della nube.
«Perché la cenere può creare problemi gravissimi in volo», dice Fabio Berti, presidente del sindacato dei piloti Anpac. «Blocca imotori, smeriglia i vetri, crea problemi ai filtri dell’impianto idraulico o a quello elettrico. Nessuna esagerazione, nemmeno per la lontana Italia. L’unica soluzione è creare semmai dei corridoi che aggirino la nube». Il comandante Massimo Notaro nel 2003 fu denunciato: «Per interruzione di pubblico servizio e procurato allarme: l’Etna e lo Stromboli erano in attività e avevo chiesto un’ispezione ai motori. Oggi lo rifarei. In questi casi l’eccesso di zelo non esiste: queste nubi non si vedono con gli occhi né con i radar». Ma si vedono con i satelliti: «Che permettono di rivelare cenere vulcanica e anidride solforosa», spiega il comandante Flavio Sordi che nel 2002, in occasione dell’eruzione dell’Etna, fece parte della commissione scientifica. «Se oltre alle rivelazioni satellitari e alle modellizzazioni con algoritmi, si lanciassero sonde (a mezzo di palloni) si potrebbe verificare l’esatta composizione e densità della nube. E questo consentirebbe di chiudere solo gli spazi aerei realmente interessati dalla nube».
Meridiana ieri si è offerta di effettuare con un suo aereo un viaggio di prova nei cieli nostrani. Afferma il direttore Operazioni volo Alex Sesta: «Ieri nelle due ore di cieli aperti, tra decolli e atterraggi, abbiamo effettuato una trentina di voli: nessuno dei nostri piloti ha registrato problemi».
A. Ma.