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 2010  aprile 20 Martedì calendario

DA AGOSTO OGNI UFFICIO AVRA’ LO STRESSOMETRO

Stress, eccola la parola-passepartout che apre ogni porta. Compresa quella blindata dell’anima, che chiude i segreti più inaccessibili. La colpa è sempre sua: dello stress o, in alternativa, della depressione; una soluzione di comodo per dare risposte facili a domande difficili.
Poi c’è il business. Più stressati e più depressi si creano, più medicine si vendono. Ma non basta. Ora si apre una nuova frontiera, test e corsi misura-stress in ogni posto di lavoro. La notizia era ieri sul Il Sole 24 Ore: «Entro il prossimo 1 agosto tutte le aziende dovranno mettersi in regola con la normativa del Testo unico 81 del 2008 che impone la valutazione dello stress lavoro-correlato e interventi per ridurne le cause».

Ma cos’è lo «stress lavoro-correlato»? All’occhio di un profano (come quello di chi scrive e, probabilmente, di chi legge) sembra una bufala, ma guai a dirlo agli esperti. Per loro, invece, è una cosa serissima: «Lo stress da lavoro-correlato è una situazione di prolungata tensione che può ridurre l’efficienza sul lavoro e determinare un cattivo stato di salute».

Nessuno è sfiorato dal sospetto che la nuova patologia possa rivelarsi un alibi perfetto a misura di fannullone. Guai solo a pensarlo. «Potenzialmente - aggiungono i teorici della stressomania - può colpire in qualunque luogo di lavoro e qualunque lavoratore, a prescindere dalle dimensioni dell’azienda, dal campo di attività, dal tipo di contratto». Insomma, siamo tutti soggetti a rischio. Anche se pare che «i soggetti più esposti, per fattori di natura psicologica, siano quelli femminili con età compresa tra i 35 e i 44 anni». Figuriamoci se un’azienda - con tutti i problemi seri che ha - si preoccuperà mai dei propri dipendenti potenzialmente stressabili. Errore. La legge infatti riserva stangate, queste sì davvero stressanti: «Per i datori di lavoro inadempienti sono previste sanzioni che vanno dall’ammenda da 5 a 15mila euro all’arresto da 4 a 8 mesi».

Ma come nella migliore tradizione burocratico-normativa anche in questo caso ci troviamo dinanzi da una parte a una legge fumosa e dall’altra alla mancanza di precise linee-guida: «Su come, di fatto, le aziende dovranno adempiere ai nuovi obblighi, ancora non ci sono certezze». Al momento si sa solo che «la valutazione dovrà essere effettuata secondo quanto sarà stabilito dalla Commissione consultiva per la salute e la sicurezza sul lavoro - spiega al quotidiano della Confindustria, Lorenzo Fantini, dirigente del ministero del Welfare - che ha il compito di elaborare le indicazioni necessarie alla valutazione del rischio da stress lavoro-correlato».
Capirci qualcosa sarà quantomai stressante.